CAPITOLO 1

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"Non c'è altro da fare... Non vedo un'altra via d'uscita... Solo lui..." disse lei piano, passando le dita sui tasti del laptop ma senza schiacciarli.

La decisione di rivolgersi a Kaleb Brantley era stata molto sofferta, arrivata dopo mesi di esami di coscienza, dopo che ogni altra possibile soluzione era stata esaminata e scartata.

Sparkle aveva capito di non avere scelta. Ma... come dirglielo? Avrebbe dovuto telefonare? No, era una situazione troppo delicata da trattare via telefono. Avrebbe dovuto scoprire dove abitava e fargli una visita a sorpresa? No, non voleva che lui morisse per via dello shock, visto che non aveva idea di quanti anni avesse e dello stato delle sue coronarie.

Alla fine, dopo mille ripensamenti, aveva scelto di scrivergli una mail, abbastanza laconica da stuzzicare la sua curiosità, ma non tanto da essere archiviata immediatamente nel cestino.

L'impresa non era stata delle più facili, visto che Sparkle non sapeva quasi nulla di quell'uomo. Non ne sospettava neppure l'esistenza fino alla breve, confusa e disperata confessione di Roxanne. Una confessione sconvolgente, fatta con un filo di voce da un letto d'ospedale.

In quel momento, Sparkle aveva evitato le domande e ormai sua sorella non era più lì a rispondere. Ora, fissando il display del suo laptop dove c'era la risposta di lui, si sentiva proprio come aveva previsto: insicura.

Aveva fatto la cosa giusta?

Aveva tradito la fiducia di sua sorella o lei avrebbe capito?

Fissò per un altro istante la risposta alla sua e-mail e scosse leggermente la testa... Non avrebbe mai dovuto trovarsi così alle corde. Le cose avrebbero dovuto andare diversamente.

"Che succede?"

Sparkle sollevò di scatto lo sguardo dal display e chiuse velocemente il laptop, poi scosse la testa e sorrise alla bimba che la guardava dal basso con i grandi occhi innocenti.

"Niente... Tutto okay... Ti sei spazzolata i capelli, Mira? Non puoi andare a scuola in questo modo. Sembra ti abbia pettinata il gatto dei vicini."

Fissò sua nipote tentando di cancellare dal proprio viso ogni traccia di preoccupazione. Mira non doveva sapere. Aveva già sofferto abbastanza.

"È per la casa, vero?" chiese la bambina con la vocina sottile. "Vogliono portarci via la casa, non è così?"

Il cuore di Sparkle sobbalzò.

"Ma... Come ti è venuta in mente un'idea simile?"

"Mi viene perché... Questa notte ti ho sentito parlare al telefono con Liza."

Si fissarono negli occhi per qualche secondo. Sparkle si sentì sopraffare da un senso di impotenza... e non era la prima volta che le succedeva. Era tutto così frustrante...

Era stata travolta da un ciclone e avrebbe voluto fuggire lontano, ma non poteva perché c'era Mira. La sua nipotina... La figlia di sua sorella, un angioletto indifeso di cui doveva assolutamente prendersi cura.

Oh, cielo! Come accidenti avrebbe potuto spiegarle ciò che stava accadendo?

"Dovevi essere addormentata a quell'ora, signorina Mira!"

La bambina non disse una parola. Rimase perfettamente ferma, nella sua divisa scolastica invernale. Com'era seria... Troppo per i suoi sette anni... Sparkle le guardò con tenerezza i lunghi capelli scuri e quei bellissimi e solenni occhi verdi.

"E va bene, cucciola... C'è un piccolo problema con la casa, ma tu non ti devi preoccupare. Ci penserò io a tutto."

"Dovremo andar via da qui?"

UN NATALE PER RICOMINCIAREWhere stories live. Discover now