CAPITOLO 2

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Una volta dentro rimase senza parole. Entrare in quel palazzo fu come entrare in una specie di universo parallelo. Ma era finita in qualche macchina del tempo che l'aveva portata nel passato?

Sparkle trattenne il respiro, guardandosi intorno affascinata e disorientata. L'arredamento era così tenue e non c'era alcun rumore. Era come se il ventesimo secolo fosse una cosa astratta che riguardava solo il mondo all'esterno... qualcosa da dimenticare subito dopo aver varcato la soglia.

I mobili massicci erano leggermente scoloriti. Tutto aveva quell'elegante aria vissuta, tipica delle grandi tenute di campagna, passate di generazione in generazione. Si guardò intorno intimidita, sentendosi fuori posto. Il suo outfit sobrio ed elegante... non lo era così tanto in questo posto... La sua cura nell'accostamento dei colori sembrava davvero poca cosa là dentro.

Be', troppo tardi per tornare a casa a cambiarsi...

Sparkle si ravviò i capelli con un gesto nervoso della mano e si mosse per cercare la sala da pranzo. Ma non riuscì ad andare molto lontano. Un uomo di mezza età si materializzò dal nulla davanti a lei e le chiese senza preamboli se fosse una socia.

"No, signore, ma..."

"Questo club non è aperto al pubblico," la informò, squadrandola dall'alto in basso con evidente disprezzo. "Temo di doverla invitare ad andarsene subito."

Le mise una mano sul gomito e Sparkle si ritrasse con un balzo, fissandolo accigliata.

"Ehi! Aspetti un attimo!" esclamò, irritata.

"Senta, signorina..." disse l'uomo, guardandola con gli occhi penetranti. "Spero che lei non voglia crearci dei problemi."

'E spero che tu non li crei a me!' pensò Sparkle acida, sforzandosi di mantenere la calma.

"Ascolti, non sono qui per creare alcun problema... Io ho un appuntamento con qualcuno proprio qui," lo informò con voce gelida.

L'uomo le lanciò uno sguardo dubbioso.

"E potrei chiederle con chi ha questo... appuntamento?"

"Con un certo Kaleb Brantley."

Bastò quel nome perché il cerbero subisse una immediata e completa trasformazione. Addirittura, le sorrise... o almeno, parve che sorridesse.

"Oh, ma certamente, signorina...?"

"Hart."

"Signorina Hart. Ah! Se avrà la compiacenza di seguirmi, la condurrò direttamente al tavolo del signor Brantley."

Le fece strada senza fretta attraverso gli enormi saloni e non smise un attimo di parlare.

"Guardi, le chiedo di nuovo scusa, signorina Hart, ma siamo costretti ad essere molto cauti, qui. Specialmente in inverno... La gente ha l'allarmante tendenza a cercare riparo dal freddo, entrando nel palazzo. I turisti, a volte, credono che si tratti di qualche ristorante esclusivo..."

'Degli idioti patentati!' implicò il tono di superiorità della sua voce.

Sparkle non replicò nulla. Si guardò intorno entrando in un immenso salotto, arredato con i soliti mobili scuri, dove regnava la stessa atmosfera ovattata. Molti uomini d'affari, e pochissime donne, sedevano su confortevoli poltrone, leggendo il giornale o parlando tra loro con il classico tono da biblioteca.

'Il posto giusto per incontrare delle celebrità,' pensò Sparkle.

Nessuno alzò lo sguardo al loro passaggio, mostrando una totale mancanza di curiosità. Salirono un piano di scale e attraversarono una sterminata biblioteca dove troneggiavano grandi poltrone di pelle, apparentemente sistemate a caso qua e là.

UN NATALE PER RICOMINCIAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora