Capitolo 15

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Bayron sospirò chiudendo a chiave la porta della camera numero 503 mentre si guardava intorno per accertarsi che nessuno, e per nessuno intendeva Peter, fosse nei paraggi. Sapeva che chiudere Tamiel nella sua camera dall'esterno non era un'ottima idea ma era l'unica che gli era venuta in mente per mettere al sicuro il castano e allo stesso tempo non restare chiuso con lui in camera.

Ancora sospirando scese le scale del dormitorio con calma fino ad arrivare all'ingresso dove si avvicinò al custode.

-queste sono le chiavi della camera di Tamiel- gli disse porgendogli le chiavi -sono stato costretto a chiuderlo dentro perché un certo Peter aveva detto di volersi approfittare di lui e non voglio che succeda quando Tamiel è ubriaco- concluse il moro mentre il custode prendeva le chiavi sospirando.

-sembri davvero un bravo ragazzo. Non ti ho mai visto qui, non studi qui?-

-no- rispose sinceramente Bayron.

-se Tamiel mi chiede chi l'ha chiuso in camera cosa gli dico? Sai non sembrava connettere molto-

-una persona che tiene a lui- rispose Bayron con un mezzo sorriso Bayron.

-non vuoi lasciarmi il tuo nome?-

-no, preferisco di no- concluse Bayron -buona giornata- e dicendo ciò uscì dal dormitorio prendendo il suo telefono per controllare l'orario. Erano le sei di mattina ormai e di certo non aveva il tempo per fermarsi a dormire da qualche parte, tanto valeva andare verso la stazione e aspettare li Patricia e Viktoria per poi tornare a casa insieme a loro. Mandò un messaggio a Patricia e riposizionò il telefono nella tasca dei jeans sedendosi su una delle panchine presenti all'interno della stazione maledicendosi per non aver portato le cuffiette con se la sera precedente.





Tamiel sbuffò voltandosi dall'altra parte e cercando di prendere sonno nuovamente ma senza successo. La testa gli faceva malissimo segno che la sera prima ci era andato giù pesante con l'alcol. Il castano sbuffò aprendo finalmente gli occhi accorgendosi di essere stranamente nella sua camera al dormitorio quindi si mise a tastare il letto accorgendosi di essere completamente da solo. Si ricordava però che era stato con qualcuno quella sera, almeno gli ultimi ricordi lucidi che aveva riguardavano un ragazzo con il quale ci stava provando poi aveva solo ricordi vaghi di quello che era successo. Di certo nessuno era salito visto che Hugo, il custode, non faceva mai salire estranei la notte nel dormitorio. Si alzò dal letto notando poi che i suoi vestiti erano letteralmente sparsi per tutta la camera e sbuffando si diresse verso il bagno per guardare in che stato pietoso si trovava. Fu allora che sgranò gli occhi nel notare il suo collo e soprattutto il suo torace pieno di succhiotti e morsi: allora qualcuno era realmente salito al dormitorio con lui quella sera, ma come aveva fatto con Hugo all'ingresso? Guardò confuso il suo riflesso allo specchio cercando di trovare una qualche risposta e fu allora che in mente gli apparvero le immagini di quello che era un bel ragazzo, anche se non si ricordava perfettamente il suo volto, che lo baciava e che...Tamiel divenne completamente rosso cercando di nascondere il suo viso grazie ai suoi capelli castani. Chi era il ragazzo di quella sera? Solitamente quando usciva con qualcuno ed era abbastanza brillo tutti se ne approfittavano immediatamente per fare sesso mentre quel ragazzo...

-ah maledizione- sbottò Tamiel guardando fisso lo specchio -chi cazzo era?- possibile che fosse qualcuno del dormitorio? Tamiel sbuffò decidendo di non pensarci per il momento e si andò a fare una doccia rilassante che durò più di un'ora prima di tornare nella sua camera e mettersi una semplice maglietta a maniche corte e un paio di jeans prima di fare per uscire solo che la porta della sua camera sembrava essere chiusa. Corrucciò la fronte davvero confuso da tutta quella situazione e si mise a cercare le sue chiavi per tutta la camera senza però riuscire a trovarle dandosi dello stupido. Si era chiuso in camera. Alla fine dopo venti minuti di ricerca si decise a chiamare Hugo, tutti nel dormitorio avevano il suo numero per sicurezza, preparandosi a una ramanzina da parte dell'uomo.

-ehi Hugo sono Tamiel ecco...-

-devi uscire di camera ma sei chiuso dentro vero?- Hugo rise -arrivo- aggiunse poi riattaccando e Tamiel rimase immobile perplesso visto che l'uomo non era parso per niente arrabbiato a telefono.

-come sapevi che ero chiuso dentro?- domandò Tamiel quando finalmente Hugo aprì la porta della sua camera con quelle che il castano di accorse essere le sue chiavi.

-il ragazzo che ti ha portato qui ieri ti ha chiuso a chiava e me le ha portate di sotto- gli rivelò l'uomo ridandogli le chiavi.

-perché? E soprattutto lo hai fatto entrare?-

-eri ubriaco marcio, non ti saresti retto in piedi per questo ho lasciato che salisse anche lui nonostante non sia di questa università- gli spiegò Hugo sospirando -mi ha detto che ti ha chiuso dentro perché Peter aveva minacciato di venirti a trovare non appena se ne fosse andato- continuò poi e allora a Tamiel venne in mente l'incontro con Peter in ascensore e lui che era appiccicato all'altro ragazzo che era sembrato davvero iperprotettivo nei suoi confronti.

-ti ha detto come si chiamava? Io...non ricordo il suo nome- sussurrò Tamiel, doveva ringraziarlo e poi...per quanto si ricordava il ragazzo aveva detto che dovevano parlare quando lui era lucido e non ubriaco.

-no anche se gliel'ho chiesto. Mi ha detto semplicemente che tiene a te- gli rispose Hugo -credimi ho provato a capire chi fosse ma non mi ha detto altro. E tu signorino vedi di non tornare più così ubriaco al dormitorio, per questa volta ho chiuso un occhio ma alla prossima ti metto il coprifuoco- minacciò l'uomo e Tamiel annuì anche se stava cercando di capire chi potesse essere il ragazzo che lo aveva accompagnato quella sera: non era uno del dormitorio, nemmeno della loro università da quanto aveva detto Hugo e teneva a lui. Purtroppo però nessuno che conosceva corrispondeva a quella descrizione.


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