capitolo 6

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"Tu sarai la mia prima volta voluta, l'altra volta non è stato neanche bello era più una tortura che un piacere" gli spiego io, lui da inizio ad un bacio lento e passionale poi mi prende in braccio e mi sbatte contro il muro della cucina, io rimetto i piedi per terra e continuando a baciarlo mi dirigo verso camera sua, lo spingo sul letto e riprendo a baciarlo con foga, poi mi metto a cavalcioni su di lui che inizia a lasciarmi baci umidi sul collo, gli tolgo la maglietta e la lancio via lo stesso fa lui con la mia, inizia a baciarmi il petto fino al reggiseno poi mi guarda come per chiedermi il permesso io gli sorrido.

"Posso?" Chiede, gli sorrido e faccio segno di si con la testa.

Lui allora mette le mani dietro la mia schiena cerca di sganciare il mio reggiseno ma fallisce miseramente, io mi metto a ridere e lui mi guarda male.

"Ok ti insegnerò a sganciare i reggiseni" dico io, lui continua nella sua impresa mentre io rido.

"Non è che mi daresti una mano?" Chiede, alzo gli occhi al cielo e sgancio il gancetto.

"Ci voleva tanto?" Lui incomincia a guardarmi facendomi arrossire poi mi guarda negli occhi e sorride, inizia a lasciarmi baci umidi sui seni io colgo l'occasione e gli sfilo i pantaloni, lui con un gesto veloce mi mette sotto di lui che mi toglie i pantaloni.

"C'è un problema" dice lui un po preoccupato.

"Cosa?" Chiedo io.

"Ehm non abbiamo i profilattici..." dice lui grattandosi la testa " ...e Joaquin non li usa visto che è gay" continua lui.

"Allora penso che dovremmo fermarci" dico.

"Non possiamo farlo senza?" Chiede lui in modo dolce.

"Ho solo 15 anni non posso rimanere incinta" ci scherzo su.

"E va bene" dice lui buttandosi di lato a me abbracciandomi e facendomi le carezze.

"Penso che devo iniziare a comprarli" dice lui.

"E cosa dirai alla cassiera? Mi da dei profilattici?" Lo imito.

"Bhe si... ma prima dovrò fare un po di pratica" dice, io rido e lo guardo mente mi accarezza la schiena, è felice ora lo si vede dai suoi occhi.

"A che pensi?" Gli chiedo.

"A quanto sono fortunato ad averti e... a Nick e Sara" NICK E SARA OH MIO DIO MI ERO COMPLETANENTE DIMENTICATA DI LORO.

"Oh cavolo mi ero dimenticata" dico sbattendomi la mano sulla fronte.

"Dovremmo andare?" Chiede Ricky.

"Se non ci hanno chiamato vuol dire che stanno bene" lo faccio ragionare io.

"O sono in pericolo" alzo gli occhi al cielo e mi alzo.

"E va bene andiamo ma fa freddo e io non ho una felpa" mi lamento, lui alza gli occhi al cielo.

"E va bene ti presto la mia"

"Grazie" dico e mi rimetto la maglietta e i pantaloni mentre Ricky mi passa una sua felpa gigante, me la metto e mi arriva a metà coscia, in pratica mi potrebbe fare anche da vestito.

"Andiamo" dice Ricky prendendo il telefono, io lo seguo fuori e prendiamo gli skate.

Dopo neanche mezz'ora arriviamo e andiamo alla panchina ma.... NON CI SONO PIÙ.

"Ricky non ci sono" lui mi guarda spaventato.

"Provo a chiamarli" dice, fa uno squillo due squilli tre squilli e finalmente rispondono.

"Hey ragazzi dove siete?"

"Dentro una specie di casetta" risponde Nick

"C'è n'è una rossa e una gialla Quale delle due?" Chiede Ricky

"Quella-" e il telefono di Ricky muore.

"Cavolo... dovremmo dividerci tu vai in quella gialla io in quella rossa.

"No Ricky ci sono le serrature bloccate e appena chiudi la porta poi non si riapre più" dico io.

"E allora? I nostri amici sono dentro una delle 2 case e la porta si blocca sempre quindi o ci dividiamo o starai per sempre con i sensi di colpa visto che è colpa tua" ora mi sta anche incolpando.

"MIA NON È SOLO COLPA MIA È COLPA DI ENTRAMBI ANCHE TU TE NE SEI DIMENTICATO" grido.

"ERI TU CHE DOVEVI PENSARCI NON IO"

"MA TI SENTI QUANDO PARLI SEMBRI UN BAMBINO DEL ASILO"

"E TU SEMBRI UNA BAMBINA APPENA NATA"

"LA VUOI SMETTERE E CERCHIAMO QUEI DUE?" ora sto perdendo veramente la pazienza, lui si gira io allora entro nella casa gialla e chiudo la porta dietro di me ma purtroppo non c'è nessuno e io sono chiusa qua dentro, poi d'un tratto sento la porta aprirsi: è Ricky.

Chiude la porta e io gli vado incontro.

"MA SEI CRETINO LA PORTA È ROTTA" lui si sbatte una mano sulla fronte.

"Non mi ricordavo ok?"

"No non è ok" sbuffo e mi siedo per terra.

"Ora che facciamo?" Chiedo.

"Chiama qualcuno" dice con tono ovvio.

"Se avessi il telefono lo farei" ribatto, lui si siede di fianco a me.

"Mi... mi dispiace per prima" si scusa "è anche colpa mia e non avrei dovuto dirti quelle cose, solo che ero fuori di me perché... perché... Joaquin va a vivere da Kevin e mi lascia in casa da solo" dice lui.

"Mi dispiace anche a me Ricky" mi scuso.

"Tu non devi scusarti" dice lui, lo guardo sorrido e appoggio la mia testa sulla sua spalla.

"Quindi che facciamo? Ormai è buio" Chiede Ricky.

"Aspettiamo la mattina a quest'ora nessuno viene qui"

Lui mi abbraccia per un po poi si sdraia per terra con me ancora addosso.

"Facciamo un patto qualunque cosa ci capiterà noi resteremo per sempre amici" dice porgendomi il mignolino lo faccio intrecciare al mio.

"Ok" dico.

"Promesso?" Chiede incerto.

"Promesso".

Spazio autrice
Salveee ieri mi ero dimenticata di pubblicare il capitolo ma oggi per farmi perdonare ne pubblicherò due
Spero che il capitolo vi sia piaciuto

Mati Jones

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