Capitolo 8

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-Evans, se non ti muovi arriviamo in ritardo!-

Sirius Black si agitava nella Sala Comune del Grifondoro, urlando contro la porta chiusa del dormitorio femminile. Gli altri erano già scesi nel campo di Quidditch, per vedere la prima partita del Campionato: i grifoni di James si sarebbero scontrati con Corvonero. Ramoso gli aveva ordinato di aspettare Lily e di accompagnarla nelle tribune. Sirius non aveva trovato la cosa un problema, non avendo, tuttavia, minimamente supposto che l'ex prefetto perfetto fosse arrivata in ritardo.

-Se non esci immediatamente ti lascio qui! Non mi importa se stai con il mio migliore amico!-

In risposta la porta si spalancò, rivelando una minuta Lily, rossa di rabbia e di imbarazzo.

-Io non sto con James, Black!- sbraitò, mettendo le mani sui fianchi. Sirius si portò le braccia dietro la testa, ridendo con gusto. Era passata una settimana da quando Lily Evans si era buttata tra le braccia di James Potter. Tutta la scuola lo era venuta a sapere nel giro di qualche ora. Tuttavia, con grande stupore e gratitudine della rossa, Ramoso tentò di comportarsi il più normalmente possibile, dandole il tempo di decidere. Felpato era stato succube dei monologhi infiniti di James riguardo la Evans, eppure non era mai riuscito a scorgere in lei tutte quelle sfaccettature di grandezza di cui il suo migliore amico gli aveva parlato. La considerava una bella ragazza, non era mica cieco. Tuttavia in quella piccola furia che gli si era piazzata davanti, non notava niente di talmente profondo da poter far perdere la testa, in tal modo, a James Potter.

-Si, come vuoi.- Sirius agitò una mano, mettendo un punto al discorso. Afferrò il braccio della ragazza e la trascinò, senza troppe difficoltà, fuori dalla Sala Comune.

-Black, fa' piano, accidenti!-

Felpato sbuffò, esasperato.

-Senti, non è colpa mia se sei così bassa.-

Lily puntò i piedi a terra, costringendolo a voltarsi. Non riuscì ad aprire la bocca perché una ragazza dai ricci biondi si buttò su Sirius, allontanandolo dalla sua portata.

-Emmeline!- boccheggiò la rossa, osservando la scena divertita. Emmeline Vance sembrava arrabbiata, picchiettava il piede destro sul pavimento. Aveva le mani serrate sui fianchi e gli occhi grigi erano torbidi. Sirius, invece, era sorpreso. Lo spintone di Emmeline, naturalmente, non gli aveva arrecato danni. Messa a suo confronto lei sembrava una bambina. Come Lily, gli arrivava appena alla spalla.

-Vance, che piacere vederti.-

-Non sei autorizzato a trattarla male, chiaro?- lo informò, indicando l'amica.

Sirius incrociò le braccia, nacondendo una nota di divertimento.

-Altrimenti mi prendi a pugni con le tue manine da fata?-

Emmeline lo fulminò con lo sguardo, girandosi poi verso la rossa.

-Andiamo? Siete in ritardo.-

***

-Okay, Paciock. Conto su di te. Non farne passare nemmeno una.- James Potter si aggirava davanti ai suoi compagni, da bravo capitano. Frank annuì, concentrato.

-Ovvio, Potter.-

Ramoso si passò una mano tra i capelli corvini, guardando il campo. Giocava a Quidditch da cinque anni, ormai. Era realmente cresciuto volando su quell'erba, rincorrendo un boccino d'oro. Un po come faceva per i corridoi con la Evans. Sorrise, a quel pensiero. Madama Bumb gli fece un cenno con la mano.

-È ora. Dateci dentro, ragazzi!-

Uscì per primo, seguito dalla squadra. Un coro di applausi lo travolse, dandogli la carica. Volò verso il centro del campo, piazzandosi davanti al capitano di Corvonero. Era una Cacciatrice dell'ultimo anno con cui -secondo vaghi ricordi- aveva avuto una storia. Elisabeth Clark lo scrutava, diffidente. I capelli neri erano accuratamente tirati indietro, aveva un'aria determinata. Si guardò intorno, distogliendo lo sguardo dalla Clark, cercando una testa rossa tra gli spalti. La vide, dopo un po, seduta tra Emmeline Vance e Remus. Anche Lily lo osservava, sorridendo. Alzò la mano, vedendole fare lo stesso. Con il cuore colmo di gioia si concentrò su Madama Bumb.

Solemnly SwearWhere stories live. Discover now