Capitolo 19

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-James!-

Remus entrò in infermeria, sorretto  da Frank. Aveva il viso pallido e si reggeva in piedi a malapena. Gli occhi, che avevano perso la loro luminosità, erano segnati e tristi.

-Lunastorta! Come stai?- domandò Ramoso.

-Mi dispiace così tanto! Sono un mostro.-

Il ragazzo sembrava sul punto di vomitare.

-No, Remus. Quello non eri tu!-

-Avrei dovuto riconoscerti. Sei il mio migliore amico.-

Remus prese posto su un letto e cominciò a bere una pozione fatta da Madama Chips.

-Non è colpa tua..- fece James.

-Ti ho quasi ucciso!-

-Sto bene! Fanny mi ha curato.-

-Capirò se ora non vorrai parlarmi più..-

-Non pensarci nemmeno. Non puoi liberarti di James Potter.-

-E Lily? Come sta?-

-Lupin, bevi!- ordinò Madama Chips. Remus buttò giù in un sorso la pozione grigiastra.

-Sta bene.-

Poi, all'improvviso, un boato ruppe il silenzio imbarazzato. Dal cielo cadevano stelle di fuoco: la barriera era stata distrutta. Ben presto le urla riempirono il castello e i professori radunavano gli alunni all'interno. La finestra dell'infermeria cominciò a creparsi, per le esplosioni all'esterno. Madama Chips afferrò la bacchetta, ma non riuscì a muoversi. Non era abituata a combattere e, vedere Hogwarts sotto assedio, non era il genere di cosa da poter curare con una pozione. Di scatto James si mise davanti la donna, un attimo prima che il vetro cedesse.

-PROTEGO.- ruggì.

Le schegge sembravano neve. Piccoli fiocchi bianchi che volavano nella stanza, attorno alla cupola che il ragazzo aveva creato, depositandosi a terra.

-Dobbiamo andare a combattere. È ora.- disse.

Remus fece per alzarsi, ma impallidì e fu costretto a ritornare sul letto.

-Lunastorta resta qui, difendi Madama Chips. Avremo bisogno di cure.-

Lupin annuì, scuro in volto. James prese la mappa del malandrino e la posizionò su un letto vuoto.

-Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.-

La mappa si rivelò, svelando l'inchiostro. Cominciò a passare rapidamente lo sguardo sugli omini con il nome riportato ai piedi. Finalmente trovò la persona che cercava. Un piccolo omino si muoveva nella Sala Grande e, in una grafia obliqua, portava scritto il nome di Lily Evans.

-Fatto il misfatto.- Posò la pergamena apparentemente normale nella tasca interna del mantello e lasciò la stanza, avvolto nel mantello dell'invisibilità. Alcuni dei mangiamorte erano già nel castello e combattevano con gli Auror. Vide la McGrannit che ne disarmava uno. Un ragazzo del terzo anno di Grifondoro -Lucas Wallace- si contorceva sotto la bacchetta di una donna con dei ricci neri e ribelli, che rideva, godendo del dolore causato. James uscì la mano armata dal mantello e la puntò tra le scapole della Mangiamorte.

-Oppugno!-

La donna venne scaraventata nella parte opposta del corridoio. Ramoso lanciò un rapido sguardo a Lucas e poi proseguì. Si infilò nella Sala Grande, cercando una testa rossa. I tavoli erano scomparsi e il soffitto incantato mostrava una tempesta. Non c'era traccia dello spirito familiare e accogliente tipico di quel posto. I quadri alle pareti era vuoti e i fantasmi fuggivano terrorizzati. Hogwarts non era più un luogo sicuro, la millenaria scuola di magia e stregoneria era diventato un campo di guerra. Malocchio Moody stava letteralmente lanciando un mangiamorte dalla finestra. Vide il professor Lumacorno che faceva comparire un lenzuolo bianco, per coprire il corpo di qualcuno. Dal tessuto uscivano dei ciuffi rossi e James sentì un fischio acuto nelle orecchie. Lo stesso suono che si sente nel monitor quando il tuo cuore smette di battere. Si domandò se avesse sentito qualcosa nel caso Lily fosse morta. Perderla era un fatto troppo doloroso, l'avrebbe capito? O avrebbe combattuto ignaro della sua morte? Come se il tempo stesse andando al rallentatore, attraversò la Sala Grande a grandi passi. Con un velo di panico, spostò il lenzuolo dal viso del cadavere. Sentì un conato di vomito, ma si impose di controllarsi. Aveva gli zigomi alti e le labbra sottili, viola. Sembrava una bambola di porcellana, pallida in modo innaturale, priva di vita. I ricci rossi le formavano quasi un'aureola dietro il capo. Ma non era Lily. Tirò un respiro di sollievo.

-James?-

Richiamato da una voce familiare, si voltò. Una ragazza dai lunghi capelli neri e il volto cosparso di polvere lo osservava. Aveva una strana determinazione negli occhi, una furia omicida.

-Alice!-

-Hai visto Lily?-

-Non è qui?-

La Prewett scosse la testa debolmente. Invaso da una forza sconosciuta, si alzò e si allontanò. Probabilmente sarebbero morti, si era gia arreso a quella eventualità. Ma non accettava di morire senza aver visto quegli occhi verdi, senza aver affondato le dita nei capelli rossi profumati di lavanda, senza aver riassaggiato le sue labbra di rose. Senza averle detto che non gli importava di morire, se vivere equivaleva a stare senza di lei.

***

Lily era nascosta dietro un muro distrutto. Aveva visto Severus e i suoi amici che trascinavano nella Foresta una ragazza priva di sensi. Li aveva seguiti quando si era resa conto che era Raven. Piton la faceva stare sospesa nel cielo, seguendo Mulciber e Avery. Regulus Black li anticipava. Ad un certo punto agitò la bacchetta e Raven ritornò cosciente.

-Che succede?- domandò, confusa. Quando vide però i visi che la circondavano, riprese lucidità, portando la mano verso la tasca. Ma la bacchetta non c'era.

-McKinnon, ti avevo avvertita.- sibilò Piton, colpendola al viso. Lily sentì la rabbia ribollirle nello stomaco, ma si impose di restare immobile, nascondendosi con un incantesimo. Raven si accasciò a terra, senza distogliere lo sguardo fiero.

-Non ho paura della morte.- disse, sputando.

Severus si esibì in una risata gelida, priva di divertimento. Poi alzò la bacchetta, puntandogliela al petto. L'avrebbe uccisa, Lily lo sapeva. Saltò fuori dal suo nascondiglio, dando uno strattone a Piton.

-Evans, che piacere. Com'è quel detto babbano? Prendere due piccioni con una sola fava!- ghignò Regulus, in una replica quasi esatta di Sirius. Quasi.

-Che ci fai qui?- domandò Severus.

-Sono venuta a salvarla!-

-E in che modo tu da sola pensi di mettere fuori gioco tre mangiamorte?-

Lily inghiottì. Non ci aveva pensato. Voleva solo fermarli e non aveva riflettuto. Imprudente, di nuovo disse James nella sua testa. Raven aveva uno sguardo triste, come se fosse dispiaciuta per lei. Dovevo morire solo io le diceva con gli occhi.

-Uccidila!- urlò Mulciber.

Piton alzò di nuovo la bacchetta verso quel cespuglio castano.

-NO! EXPELL..- una mano le tappò la bocca, strappandole la bacchetta.

-È stata la tua amica a tradirvi, McKinnon.- continuò Severus, ignorando i lamenti di Lily.

-La Vane. Charlotte Vane. Non sapeva che fossi tu la spia. È venuta da noi sperando di salvarsi la pelle. Quando ha capito che eri tu, è tornata e ha cominciato a urlare.-

Raven strinse i pugni, impassibile.

-Non mi piacciono le ragazze che urlano. Così l'abbiamo uccisa. Ringraziala, quando la rivedrai!-

La ragazza si voltò, lasciandosi scappare una lacrima. Lily diede un morso alla mano che la teneva stretta, liberandosi la bocca.

-Raven!-

-Proteggilo.- disse, semplicemente. La Evans si bloccò. Stava parlando di James, ne era certa. La preghiera di Raven era solo un invito a prendersi cura di lui, ad amarlo. Ma quelle parole per Lily erano molto di più. Tutto ciò che voleva era proteggere James, ma sapeva che l'unico modo per farlo era lasciarlo andare. E di nuovo fu vittima di una storia più grande di lei, la sua storia in cui lei era solo una spettatrice inerme.

-Promettimelo!- urlò.

Lily aprì la bocca, dalla quale non uscì una sola parola. Doveva promettere di stargli lontano. Di lasciarlo andare. Di salvarlo. Di smettere di amarlo.

Di proteggerlo.

Oppure no?

Raven la guardava, implorando.

Lily quasi non sentì Severus che pronunciava la maledizione senza perdono. Quasi non vide quel fiotto di luce verde che le trapassava il cuore. Ma vide, come se non ci fosse cosa più chiara, la luce spegnersi nei suoi occhi.

Raven McKinnon era morta.

Solemnly SwearWhere stories live. Discover now