Daesang (II)

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«Fighting...» esclamò Jisang una volta sul palco.

«Five! Siamo i Nightmare Bloom!» si presentarono in coro.

«Grazie Stem!» urlò Yongsun nel microfono.

«Grazie!» gli fece eco Wonbin.

Jisang fece cenno a Kim Yongsun di prendere la parola.

«Senza di voi, Stem, non saremmo qui. Voi siete i gambi che ci sorreggono, siete la nostra forza! Senza il coraggio che ci infondete con la vostra presenza, non avremmo mai affrontato il debutto con tanta carica. E non avremmo ricevuto questo premio!»

«Grazie per aver amato il nostro primo album» prese la parola Chanwook. «Faremo del nostro meglio per sorprendervi con della musica ancora migliore durante il prossimo comeback!»

Jisang fece cenno a Hajoon di dire qualcosa, ma l'altro scosse impercettibilmente il capo, così il leader fu costretto a recitare anche la sua parte del discorso.

«Grazie a Song PD che ha creduto in noi, al nostro staff fenomenale che ha curato il concept, grazie ai nostri manager e grazie alle nostre famiglie che ci hanno permesso di inseguire questo sogno» sorrise Jisang dando a Wonbin il cenno di chiudere.

«E ricordate, Stem: Feed on fear, make the nightmare disappear!»

Mentre scendevano dal palco il pubblico ripeté più volte il ritornello della canzone, persino i fan degli altri gruppi, riconoscibili dai lightstick che agitavano in aria.

Saltellando per la gioia i Nightmare Bloom sparirono dietro le quinte per andare a prepararsi. A rovinare quel momento di gloria era solo la condizione di Hajoon, che sebbene sembrasse lucido si era addirittura rifiutato di parlare sul palco.

«Te l'ho detto, non è per via dell'alcol, è una questione mentale!» sussurrò Chanwook a Jisang prima di seguire gli altri nel camerino.

Purtroppo non potevano parlare a quattr'occhi perché la stanza era piena di gente: oltre ai manager c'erano costumisti, truccatori e persino un tecnico del suono per la distribuzione dei microfoni.

Wonbin si guardò attorno con curiosità. Era un po' di tempo che non vedeva la stilista con cui aveva fatto amicizia e quella sera il team avrebbe dovuto essere al completo, considerato che dovevano preparare per le esibizioni non solo loro ma anche gli altri gruppi dell'agenzia. Era dunque strano che non fosse lì, ma il ragazzo non sapeva come chiedere di lei senza dare l'idea che avessero chissà che rapporto, dato che non era così. Si era però abituato a scambiare due chiacchiere con lei di tanto in tanto e gli sarebbe dispiaciuto sapere che aveva lasciato il lavoro senza neanche salutarlo.

«Vedo delle facce nuove...» disse alla responsabile dei truccatori prendendola alla lontana.

«Chi? La nuova stagista?» rispose la donna. «È la ragazza che ha sostituito Min Yumi.»

«Che fine ha fatto Min Yumi-ssi?» Era la prima volta che pronunciava il suo nome a voce alta. Dire che ci fosse rimasto male di scoprire che lei non lavorava più per la SoundGalaxy forse era un po' esagerato, però era stato colto alla sprovvista.

«Ha avuto una bella opportunità negli Stati Uniti. È capitato dall'oggi al domani e così ha dato le dimissioni senza alcun preavviso» rispose distrattamente l'altra prima di lasciarlo per andare a truccare Hajoon.

Min Yumi nuna era sempre stata molto appassionata del suo lavoro e una volta gli aveva detto che il suo sogno era truccare le modelle nelle sfilate d'alta moda. Wonbin non poteva che augurarsi che fosse proprio a New York per coronare quel sogno.

I ragazzi erano impegnati a scegliere gli accessori. Hajoon, in particolare, aveva già provato un gran numero di orecchini alla ricerca del paio adatto.

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