2.SOPRAVVIVERE

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«No, ragazze, non mi convince.» Camilla ingrandì la foto dell'abito da sposa «Non voglio qualcosa di così voluminoso!»

«Fa'vedere.» Elisa si avvicinò alla spalla della mia amica «Ma non è male!»

«Ma come no?! Sembrerà spastica con quel coso addosso. Considera che sarà Luglio, servirà qualcosa di comodo e funzionale.»

«Ma mica è un'escursione!»

«Oh oh oh!» la mia amica bionda sbattè i piedi come una bambina «Non pensavo fosse così difficile.»

Sospirai affranta. Da quando avevano deciso di rimandare il matrimonio, Camilla era entrata in completo pallone perché più tempo automaticamente significava una gamma più ampia di scelta.

«Partiamo dal principio.» feci un tiro alla mia sigaretta «Hai in mente un modello particolare? Perché altrimenti possiamo cominciare con un giro negli atelier.»

La mia amica bionda scosse la testa. «Mi piacerebbe qualcosa di molto fine, elegante e raffinato. Per il resto non so altro.»

«Bene, la scelta si è ampiamente ristretta.» ironizzò Diafa.

Sofia si grattò la fronte. «Almeno noi siamo apposto. E anche la location è stata bloccata!»

«A proposito, siete riusciti ad informare tutti del rinvio?»

«Sì. Sì...» Camilla si mosse a disagio sulla sedia «..tutti tranne Andrea. Sembra essere sparito nel nulla.»

«Come al solito. Ha arte nello sparire.»

«Senti, Sere...» Sofia mi sfiorò la spalla «..hai tenuto conto della possibilità di rivederlo?»

«Ovviamente. Sarà inevitabile a questo punto.» risposi con un fil di voce.

In quel momento esatto, i miei occhi velati si offuscarono ancora di più, mentre una flebile emozione cominciava a farsi strada.

Il cuore fece una capriola al pensiero che potesse arrivare il momento in cui i nostri sguardi si sarebbero incontrati nuovamente, riprendendo a battere più forte.

Nel cervello, invece, aveva cominciato a lampeggiare un grande allarme rosso che avvisava del pericolo imminente.

Comunque andrà quell'incontro, sicuramente sarà diverso da tutti quelli del passato. Io e lui saremo diversi dal passato.

«Come ti senti?»

Ho un sussulto, il petto che trema. Come potrei sentirmi?

Ancora dopo tutto questo tempo, non riesco a non pensarci, a non stare male. Ancora dopo tutto questo tempo non riesco a non piangere al solo pensiero del suo abbandono.

Cercai di articolare una frase ma uscì un singulto sconnesso. Non capivo nulla, vedevo solo la stanza che girava e le figure che si sovrapponevano le une alle altre.

Il cuore si squarciò, mentre riavvolgevo il nastro milione di volte per capire cosa potesse essere mai successo per essere arrivati a questo punto.

Rivivevo quel dolore ogni giorno, milione di volte al giorno. Piangevo e supplicavo che questa pena immane avesse una fine e che mi lasciasse in pace.

Prendevo pillole che mi stordivano e mi costringevano a letto per giorni interi. Offuscandomi la mente e le emozioni. Mi rendevo conto che stavo soffrendo, e che con me soffrivano le persone a me care.

Avevo fatto del male a tutti loro. E nonostante ciò, loro erano ancora qua con me, cercando di sollevarmi dal baratro in cui ero caduta.

Mi sentivo tremendamente in colpa per tutto. Cercavo con tutte le mie forze di andare avanti, di farlo almeno per i miei amici, ma, per quanto mi sforzassi, c'era sempre qualcosa che mi trascinava giù.

Come la luna sull'acqua chiara.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora