18.LASCIAR ANDARE

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Il giorno dopo mi accolse nel letto di Andrea.

Avevo dormito cullata dal movimento ritmico del suo petto e dal suo respiro tra i miei capelli.

Una piacevole sensazione di languore mi avvolgeva dolcemente lo stomaco. Lentamente spalancai gli occhi e lasciai che la calda luce estiva del mattino filtrasse attraverso le tende, baciando il mio viso. Mi stiracchiai con un sospiro di soddisfazione, assaporando il comfort del suo letto.

Con un sorriso giocoso sulle labbra, mi sedetti sulle lenzuola, guardandomi intorno nella stanza ancora impregnata dei ricordi della notte precedente. Il ricordo di quel momento con Andrea mi fece arrossire leggermente, ma anche sorridere di gioia. Mi sentivo leggera, come se tutte le preoccupazioni si fossero dissolte nel calore della nostra intimità.

Avvolta ancora nelle coperte, mi godetti qualche istante di tranquillità, lasciando che la sensazione di felicità mi pervadesse completamente.

All'improvviso, con il cuore che cominciava a battere un po' più velocemente, mi resi conto che Andrea non era accanto a me, e non era neanche nella stanza. Una piccola fitta di preoccupazione mi attraversò, facendomi mordere nervosamente il labbro inferiore. Avevamo trascorso una serata così intensa e intima, e ora la sua assenza mi faceva dubitare.

Perché non era con me? Forse quello che era successo tra di noi l'aveva spaventato? Forse era stato troppo per lui da gestire, magari aveva cominciato ad avere dubbi, o aveva cominciato a rimpiangere la sua scelta. Una strana sensazione cominciò a serpeggiare nella mia testa, alimentando un senso di angoscia di incertezza che cresceva lentamente.

Mi alzai dal letto con un misto di ansia e confusione, cercando di scacciare i pensieri negativi. Forse era solo andato a correre o aveva fatto colazione prima di me.

Cercai di convincermi di non saltare subito alle conclusioni, ma l'ombra del dubbio continuava a danzare nella mia mente, alimentata dalla mancanza della sua presenza accanto a me.

Mi feci una doccia e mascherai la mia preoccupazione con il sorriso più sincero che mi uscì. Era il giorno prima delle nozze di Camilla e la mia amica meritava tutto il supporto della sua damigella.

Al piano di sotto, l'aria era carica di elettricità, vibrante di emozione e anticipazione. Ogni angolo della casa risuonava di frenetica attività, mentre gli ultimi dettagli venivano messi a punto per il grande giorno. Il profumo dei fiori freschi riempiva l'aria, mescolandosi con il delicato aroma del caffè che usciva allegro della macchinetta.

Nel giardino, gli addobbi floreali sprizzavano colori vivaci, creando un'atmosfera incantata. L'aria fresca della mattina carezzava dolcemente il viso, mentre i raggi del sole danzavano tra le foglie degli alberi.

E in mezzo a tutto questo fervore, una sottile tensione fluttuava nell'aria, un misto di emozione e nervosismo per ciò che il destino avrebbe riservato. Ma sopra ogni cosa, c'era un senso di felicità palpabile, un'attesa trepidante per il momento in cui due anime sarebbero state unite per sempre.

«Finalmente!» Camilla mi corse incontro «Dobbiamo andare...»

«Come...?! Dove...?!» chiesi stranita.

Sofia mi allungò una tazza di caffè appena fatto. «Veloce!» mi trascinò di nuovo al piano superiore «La modista è arrivata!»

«Io...»

«Ascolta.» Diafa mi si parò davanti «So che sei ancora rincoglionita dalle numerose endorfine rilasciate dai molti orgasmi di stanotte. Ma dobbiamo fare la prova generale!»

Arrossii fino alla punta dei capelli. Avevano sentito?

«E, comunque...» la voce di Elisa arrivava dalla stanza dove ci stavamo dirigendo «...vogliamo i dettagli!»

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now