17. SE É QUELLO CHE VUOI

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La baita in montagna era immersa in un'atmosfera rustica e accogliente, circondata da maestosi alberi verdi e dalle vette imponenti delle altre cime. Dopo una mattinata di escursioni e di adrenalina con il bungee jumping, eravamo riuniti intorno a un tavolo all'aperto, per l'addio al celibato di Daniele.

«Ehi Merco, hai paura di volare?» chiesi scherzosamente, mentre gli altri ridevano.

«Dovremmo chiamarti Mercoleash invece!» suggerì Elia, scatenando un'altra ondata di risate.

Mercorelli era stato l'unico a non voler provare il salto. Il suo coraggio era durato neanche un quarto d'ora.

Daniele alzò le sopracciglia, facendo finta di essere sorpreso. «A proposito, Merco, hai sentito? Pare che la tua impavida discesa abbia fatto tremare persino le montagne!»

Victor rise, lanciandogli un tovagliolino appallottolato.

Mercorelli reagì con un'espressione difensiva. «Oh, smettila! Ho solo deciso di lasciarvi il gusto della vista mentre volavate giù, incontro alla morte. Non volevo rubarvi lo spettacolo!»

Risi ancora più forte. «Certo! Come no! Credici!»

L'altro mi puntò il dito contro. «Quando ti comporti in questo modo mi fai venir voglia di costringerti a non firmare!»

Gli occhi di Fabio saettarono su di me. «Firmare cosa?»

Morsi le labbra, a disagio. «L'università mi ha contattato, vuole offrirmi di nuovo la cattedra di Fisica Terrestre per il nuovo anno accademico.»

«Cazzo, amico!» Victor mi diede una pacca amichevole «Ma è una bellissima notizia! Firmerai il contratto, vero?»

«Beh, devo considerare alcune cose..»

Serena era la prima persona che mi veniva in mente. Era passato qualche giorno da quando ci eravamo confrontati nel bosco, un confronto che aveva assunto i contorni di uno scontro. Avevo visto quanto fosse stato difficile per lei, tra l'organizzazione dell'addio al nubilato di Camilla e il poco tempo trascorso a casa. 

Ma, ancor prima, aveva attraversato giorni pesanti, ma ora sembrava che finalmente stesse risalendo la china. Mi ero ripromesso di starle accanto finché non avesse iniziato a sentirsi meglio, e sembrava che finalmente fossimo arrivati a quel punto. 

Aveva ricominciato a scrivere, una nuova canzone che già stava provando con la band, e aveva fatto ritorno nel suo vecchio appartamento. Era un segno di ripresa, e io non volevo fare nulla che potesse riportarla indietro nel baratro. 

Ma c'era sempre il dubbio, il timore che la mia presenza potesse rendere le cose ancora più difficili per lei. E se fosse stato meglio per entrambi se fossimo rimasti distanti? E se invece il suo malessere fosse stato proprio causato dalla mia assenza?

«Ho la vaga impressione che il termine cose sia riassumibile con Serena.» mormorò Fabio.

Elia fece strisciare la sedia sul pavimento esterno. «Vado in bagno.» disse prima di dirigersi all'interno della baita.

Daniele gli lanciò uno sguardo triste e poi tornò con l'attenzione su di me. «Di cosa hai paura?»

«Di Camerino. Di Serena. Mi sento diviso riguardo al ritornare là.» ammisi.

Victor aggrottò le sopracciglia. «Non capisco.»

«È complicato.» spiegai «Da un lato, sento il richiamo della città. Una città che grazie alla vostra presenza, ma soprattutto grazie alla vicinanza di Serena, ho rivalutato. Per la prima volta, io che girovagavo sempre e non trovavo mai un posto da chiamare casa, cominciavo a considerare come tale quel posto fatto di mattoni e vicoli.»

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now