3. RIVEDERSI

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La meccanica della vita è estremamente semplice: se il cuore batte, sei vivo. Altrimenti sei morto.

È una meccanica abbastanza elementare, e ancora mi stupisce prendere coscienza di quanto questa meccanica così banale sia alla base della vita di ogni essere umano.

Mi sconvolge ancora pensare a quanto la vita umana sia fortemente dipendente da un organo così piccolo.

Quindi anche la mia.

Eppure perché continuavo a respirare se il mio cuore non batteva più?!

Almeno fino a quel momento.

                                                                                    

«Serena?»

La sua voce cristallizzò in aria e poi si disperse in mille scaglie d'acciaio che mi trafissero da parte a parte.

La sua voce. Era come la ricordavo: vibrante e roca.

Quanto mi era mancata la sua voce!

Lo guardai, gli occhi vitrei e spalancati: Andrea era ritornato.

Andrea era davanti a me in tutta la sua possente presenza.

Può crescere dal nulla, e sbocciare in un secondo.
Può bastare un solo sguardo, per capirti fino in fondo.

L'ultimo briciolo di lucidità andò in frantumi. Feci un passo indietro, stringendo Milo tra le braccia così forte che lo sentii lamentarsi, ma nel farlo urtai la sua ciotola.

Il mio gatto, spaventato dal forte rumore metallico, saltò sul bancone della cucina, arpionandomi con gli artigli il braccio.

Il dolore fu tantissimo e il sangue cominciò a fluire, disegnando sul mio braccio e sulla mia mano dei segni astratti che ricordavano molto quelli fatti con l'hennè.

Un hennè di sangue.

Lui provò ad avvicinarsi, ma fu a quel punto che gli argini del cuore esplosero.

«Non toccarmi!» urlai, arretrando, ma inciampai nei miei passi e caddi a terra, sul grande tappeto «Non ti avvicinare!»

Forti tremori mi scuotevano il corpo, non avevo più il comando di niente e la vista cominciò a mancarmi.

La stanza cominciò a girare, mentre il pavimento e il soffitto mi venivano addosso, schiacciandomi.

Può invadere i pensieri, andare dritto al cuore,
sederti sulle scale, lasciarti senza parole.
L'amore ha mille steli, l'amore ha solo un fiore.

                                                                                             💠

La guardavo, la guardavo senza nemmeno riconoscerla. Chi era?

Non era Serena. Non poteva essere Serena. Non doveva assolutamente essere lei.

Lei era bellissima, vitale. Era un raggio di sole in una mattina di nebbia.

Può crescere da solo, e svanire come niente.
Perché nulla lo trattiene, o lo lega a te per sempre.

Lei era una stella.

Come poteva quella stella aver smesso di brillare in un modo così sconcertante?

Era colpa mia? Le avevo fatto così tanto male?

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now