EPILOGO

128 24 7
                                    

L'Arena di Verona giaceva avvolta nell'oscurità e in un silenzio irreale, ma nell'aria si respirava un'energia elettrizzante che si diffondeva dagli spalti al palco, avvolgendoci in un abbraccio caldo e magico.

Noi eravamo lì, sul palco, immersi nell'oscurità più densa, in attesa del momento perfetto per iniziare. Volevamo creare suspense e, a giudicare dalle emozioni palpabili, ci stavamo riuscendo alla grande.

Era una sensazione che mi era mancata profondamente.

Se mi avessero detto tempo fa che sarei arrivata fino a questo punto, probabilmente avrei sollevato gli occhi al cielo e avrei pensato che fossero pazzi.

Questo viaggio è stato un'esperienza straordinaria: piena di bellezza, certo, ma anche costellata di momenti difficili e momenti di sconforto.

Lì, su quel palco, lasciaI che i ricordi mi sfiorassero l'anima.

Ripensai ai momenti di sconforto che avevo attraversato lungo il cammino, come squarci improvvisi nel tessuto della mia felicità. I momenti difficili erano stati lezioni dolorose che mi avevano plasmato, ma anche occasioni per crescere e riscoprire la mia forza interiore.

Ora, nel cuore della notte, quei ricordi mi circondavano come ombre mute, ma non potevano oscurare la luce brillante della mia determinazione e della mia speranza.

Eppure, nonostante la tempesta che imperversava dentro di me, c'era sempre stata una luce che mi aveva tenuto viva: i miei amici.

Erano stati loro che mi avevano sostenuto, che mi avevano asciugato le lacrime, che mi avevano dato la forza di andare avanti anche quando il buio sembrava invincibile.

Se non fosse stato per loro, forse sarei stata sommersa dal peso delle mie sofferenze.

Ora, mentre li guardavo intorno a me, sul palco e tra il pubblico trepidante, sentivo una gratitudine profonda verso di loro.

Erano loro la mia roccia, la mia salvezza, la mia ragione di continuare a lottare anche nei momenti più difficili.

Ripensai con nostalgia alla nostra band, ai tempi dei Black Leather Jackets, quando tutto era cominciato con la bizzarra idea di Mercorelli di partecipare a quel concorso musicale.

Quanta strada avevamo fatto da allora!

Avevamo condiviso risate, lacrime, e un'infinità di momenti indimenticabili. Ogni passo che avevamo compiuto insieme era stato un tassello prezioso nel nostro percorso, plasmato dalla nostra passione per la musica e dalla nostra amicizia indissolubile.

Nessuno di noi avrebbe mai immaginato un successo così travolgente.

Dopo l'annuncio del secondo album in studio, i fan erano impazziti, riprendendo d'assalto le case discografiche e i siti di notizie online.

Silver, dopo un periodo di relativa calma, era risalita rapidamente in vetta, conquistando il suo terzo disco di platino.

Era stato un trionfo incredibile, un risultato che ci aveva riempito di gratitudine e orgoglio per il lavoro svolto insieme come band.

Quante memorie custodiva quella canzone, quanta sofferenza risuonava tra le sue righe, quanto amore avevo riversato nel comporla.

Era un concentrato di emozioni, un viaggio attraverso i momenti più intensi della mia vita, una melodia che raccontava la mia storia e quella di chiunque l'avesse ascoltata.

Era la nostra canzone. Mia e di Andrea.

Quella che raccontava i nostri segreti, i nostri sogni infranti e le nostre speranze. Quella che vibrava di dolore e di amore, scritta con ogni battito del mio cuore.

Come la luna sull'acqua chiara.Where stories live. Discover now