4. La Leopoldo II a volo d'uccello

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11 settembre 2001, ore 08:46:30, fuso orario di New York. Il volo American Airlines 11 si schianta alla velocità di 790 km/h fra il 93° e il 99° piano della Torre Nord del World Trade Center.

15 settembre 2003, ore 07:43:42, fuso orario di Berlino. 733 giorni, 16 ore, 57 minuti e 12 secondi dopo. Una Seat Marbella rallenta in Via delle Logge e si arresta di fronte al cancello dell'Istituto Superiore d'Istruzione Leopoldo II di Lorena. Una ragazza di quindici anni apre la portiera dall'interno e discende dal veicolo. Un hijab in fibra sintetica color senape – o giallo solidago, per gli esperti – le avvolge il collo e la testa, ricade morbido fino alle scapole. Il resto del suo vestiario è nero. 

Una breve occhiata di fronte a sé, e subito avverte un forte dolore intercostale. Si volta all'indietro e si china per salutare il padre, rimasto seduto nell'abitacolo. Lui le risponde con un cenno della mano, la esorta a richiudere in fretta lo sportello: tra venti minuti deve essere in fabbrica a timbrare il cartellino. Dopo breve, l'auto riparte. Resta sola, in mezzo alla calca degli studenti in arrivo da Via Torquato Tasso, la stessa via nella quale la Seat Marbella sparisce dopo il segnale di stop. Non può far altro che farsi coraggio, adesso, e fronteggiare la facciata del mostro rosa – o albicocca pallido, per gli esperti – che si erge alla fine del vialetto.

Il suo nome Sumaya, due giorni fa era il suo compleanno e questo è il suo primo giorno di scuola alla Leopoldo II. Fino a giugno ha frequentato l'Istituto Tecnico Industriale Enrico Fermi di Castelfiero. Poi è stata bocciata. 

"In questo momento sua figlia ha difficoltà con l'italiano," aveva detto a suo padre la docente d'Inglese, l'unica ad aver riposto in lei un minimo di fiducia nel corso di tutto l'anno scolastico, "ma in futuro sarà un'adulta bilingue. Si fidi di me, la faccia iscrivere al Linguistico".

In Marocco, suo padre avrebbe le qualifiche per lavorare come impiegato statale. In Italia, però, la possibilità di iscriversi ai concorsi pubblici gli è preclusa nella quasi totalità dei casi, e lui non è certo il tipo da voler vietare agli altri la possibilità di percorrere strade più luminose della sua. 

Perciò eccola qui, Sumaya, impalata sull'asfalto e in preda a una leggera tachicardia sotto al cielo plumbeo di metà settembre. Se le verrà chiesto, risponderà che la sua famiglia non può permettersi l'abbonamento per i mezzi pubblici, e che è per questo che suo padre l'accompagna ogni mattina fino al cancello prima di entrare a lavoro. Ma sarà una bugia – efficace in quanto verosimile agli occhi degli altri – atta a nascondere il fatto che, dopo gli episodi accaduti la mattina del 18 novembre del 2002, lei ha deciso che non avrebbe mai più messo piede su un bus pieno di adolescenti in tutta la sua vita a venire.

Inspira.

"Yallah".

Poi comincia a camminare.

Un passo, due, tre...

Dopo dieci metri, i suoi occhi s'incrociano con quelli di una ragazza bionda con un giacchetto di jeans e uno zaino viola – o glicine, per gli esperti – impegnata in una conversazione con un ragazzo alto e moro, avvolto in una felpa sportiva. 

Sumaya non ha idea di chi sia, Oriana Cecchi: non sa che vive al secondo piano di una vecchia casa che sta poco fuori da Porta del Castro, né che sono state entrambe assegnate alla sezione B, e che quindi sarà una sua compagna di classe da oggi in poi. Tuttavia le è bastato un secondo. Un solo secondo, per essere certa che in quello sguardo – in quell'appena percettibile strabuzzamento degli occhi, in quel lieve sussulto nel petto – c'è tutto uno spettro di emozioni negative, che vanno dalla riprovazione allo sconcerto, dal disagio alla paura.

Sumaya ha già vissuto il primo giorno di scuola, ha già constatato che ciò che la rendeva invisibile a Tangeri, qui la trasforma in un'insegna lampeggiante al neon in piena notte, sul fondo di una strada priva di lampioni. E sa che, per il momento, non può far altro che ignorare e mantenere un basso profilo.

La strategia del Coyote RossoWhere stories live. Discover now