5. L'anello debole della catena

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Forse è una doppia vibrazione quella che ha sentito. Non ne è sicuro: era ancora nel dormiveglia. Di certo, il rumore proveniva dal comodino in compensato, accanto al letto. Con pesantezza, gira la testa nella puzza di capelli sudati di cui è intrisa la federa e allunga il braccio alla ricerca del Nokia 5210. Si avvicina lo schermetto al viso. Legge:

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Preme il pulsante in alto a sinistra sulla tastiera per aprire la lista degli ultimi mittenti, elencati dal più recente al più vecchio: Marco G, Oriana, Oriana, Vodafone, Marco G.

Il ragazzo sospira. Poi preme di nuovo per leggere il testo. 

"Te c vai a lezione oggi. Mic e Dù vogliono andare a Volterra. Se c 6 risp k t passiamo a prendere tra 30 min".

Che cazzo di idea, Volterra...

"A fare?" 

Nell'attesa della risposta si appoggia il cellulare sul petto, lo schermo sul risvolto del lenzuolo blu di Prussia. Sbatte un po' le ciglia, rintontito dalla perplessità che da sempre il grande mistero dell'esistenza gli procura, e fa ondeggiare lo sguardo nella penombra della stanza, sui poster appesi alle pareti: Deftones, System of a Down, Papa Roach. Vicino alla porta c'è il calendario di Playboy del 2001 aperto sul mese di aprile, con tale Nicole Lenz, nuda, che regge un wagasa color avorio. Accanto alla finestra, invece, c'è uno striscione fatto a mano che reca la scritta: "G.S.S. 02/03 VeNaNzi eRoE deLLa LeOpoLdO," le "N" tutte rovesciate. Lì, il Mariano ha disegnato un enorme cazzo col pennarello indelebile, il cui inchiostro è passato attraverso la carta e si è impresso sull'intonaco del muro. 

Poi, di colpo, sbadiglia. Spalanca la bocca in una smorfia distorta, strizza le palpebre e allarga le braccia a stella e si stira come un gatto randagio. Prende a grattarsi il mento, a tastare coi polpastrelli la leggera follicolite da rasatura, e a riflettere sul fatto che siamo solo alla prima settimana di scuola, che è solo giovedì e che lui ha già saltato la prima ora in due occasioni. Questo, finché il suo telefono non vibra di nuovo.

"Lascia perde, siamo partiti 15 min fa".

– Uh? 

Non gli tornano tanto i conti. Perché il Grugno gli ha scritto che sarebbero passati a prenderlo tra trenta minuti, se sono già partiti da quindici?

Che ore sono?

Il Venanzi mette solo ora la vista a fuoco sull'orologio, in alto a destra.

07:31

– Merda. – L'ultimo bus per Villaluna passa da Borgonatio alle 07:35 e lui è ancora in mutande. Neanche se scendesse Cristo in Terra ce la farebbe a essere alla fermata in quattro minuti.

Una manciata di pezzetti di carta igienica appallottolati si riversa sulla moquette beige piena di aloni sospetti quando si tira via il lenzuolo di dosso. Il balzo fuori dal letto lascia intravedere il Fosbury impresso nella sua memoria muscolare. Peccato che poi atterri con la pianta del piede su una lattina di Red Bull, che si accartoccia sotto al suo peso. Il liquido residuo schizza a fontanella tutt'attorno, arrivando a bagnare una camicia abbandonata per terra assieme a un cartone dello Schiri Pizza. 

Si fa un po' male. Ma nulla a confronto di quando urta col mignolo il manubrio da venti chili.

– Poooorc-! – Si aggrappa alla sedia della scrivania, aspira aria tra i denti e resta in posa da fenicottero per un intero minuto.

Purtroppo Simone dovrà rinunciare a prepararsi come si deve. È necessario fare una cernita tra interventi igienici superflui ed essenziali.

Bidet? Superfluo. Cambiarsi le mutande? Superfluo. Sciacquarsi la faccia? Superfluo. Lavarsi i denti?

La strategia del Coyote RossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora