"Senz'anima"

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Vi era una brezza leggera come le note di un pianoforte ed una sinfonia. L'erba si muoveva lentamente, ondulata, accarezzata, verde, pura, semplice. Lungo una distesa di rugiada tutto ricordava il mare, il vento, il fresco di un'estate leggera. Quella natura incontaminata si muoveva piano: il prato protendeva le braccia avanti verso la scogliera ripida e turbolenta; i capelli della Terra si scioglievano sulla schiena lunghi e fini, profumati di coralli e sabbia. Più scappavano indietro, maggiormente il suono del fruscio si estendeva nell'aria, nel cielo limpido, azzurro pigmento macchiato di lino bianco. Il terreno era soffice, pareva una coperta mentre passavi le mani tra di esso; sfioravi cautamente i ciuffi rigogliosi e non potevi fare a meno di pensare che non vi fosse pelle più morbida, graziosa, gentile di quella. Così tra il prato in smeraldo e il vento soave sedevo in terra rivolto al Sole porpureo. Poggiavo gli stivali sul suolo, troppo scomodi per indossarlo ancora a lungo e stonati in quel paesaggio. Mi ero perso: avevo dimenticato ogni cosa con lo sguardo all'amore per la vita e il mare. Toccavo le ginocchia, tuttavia parevo aver perduto il senso del tatto, non sentivo nulla ebbro di un sentimento sconosciuto che mi riempiva dolcemente, mi batteva calmo nel cuore che udivo contro il petto, le costole senza farmi male e la percepivo tale emozione nelle orecchie che pompava, donava un suono al mio respiro sereno impercettibile. Curvo in schiena osservavo l'orizzonte e sognavo il cielo: chiunque mi avesse visto avrebbe pensato ad una persona solitaria, ricca di ricordi in testa ed in cerca di risposte a domande ardue a cui nessuno trova soluzione, ma tutto questo era sbagliato. La mia mente era come quella di un neonato dormiente e spensierata, ricoperta da capelli fluenti che danzavano, venivano cullati dal respiro della Natura. Davanti agli occhi il fuoco del Sole e l'acqua di un oceano infinito. Il fondo blu del mondo di fronte a me era mosso da onde e suoni distesi della pioggia sui fiumi e la neve disciolta da montagne lontane: il freddo specchio del cielo mi ispira alla dolcezza ed all'arte di quelle sfumature che colorano l'acquerello blu. L'orizzonte è il calar del Sole calda fiamma e stella soffusa dal buio galoppante sopra di sé che calpesta il suolo di luce arancio giallo rosa e viola opaco.
Non avrei mai voluto lasciar quel luogo.
Il dipinto naturale della realtà.
Ore, giorni, mesi, anni a venire la mia anima era sempre lì.
Ma il corpo non vive senz'anima.

Qualunque sentimentoWhere stories live. Discover now