L'Ispirazione

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Dove ti vedo?

Dove ti sento?

Dove mi perdo?

Tra le note di un pianoforte
alla malinconia ho chiuso le porte,
ma tu, Ispirazione,
niente ti si oppone.

Ho scelto di seguirti
e venerarti:
dammi ora ciò che mi serve
per non rendere le mie mani inchinate serve.

Ti ho deluso a volte, ma ritorni sempre
e la tua dolcezza mi copre:
vendicativa,
protettiva;
l'importante è che io ti oda
e che sopra un podio ti esponga
a venerare,
respirare,
vivere,
morire.

Come la statua marmorea dei Greci
con la tua beltà mi accechi;
i sinuosi tuoi fianchi,
superbia gloria i tuoi occhi intrinsechi.

La pioggia che scorre sui tuoi lineamenti
sono lacrime di rose trasportate dai venti
e i tuoi capelli lisci vibrano,
l'opaco appannano,
poiché non vi è nulla più capace di te,
di Voi che può offuscarmi.

Mi rendi inutile al mondo,
potente al tuo cospetto
e il cuore batte forte nel petto,
quando nella mente compare un nuovo concetto.

La mano scrive,
il pensiero si dimena;
tu Ispirazione divieni sempre più bella e megera.
La testa annegata nella pazzia a cercare di capire,
migliorare l'impossibile
che nessuno mai raggiungerà.

Dio, mi fai sentire esausto
e estasiato.
Un brio senza fine,
le tue braccia mi accalappiano infide.

Perirò fra l'ebbrezza
e la tua invisibile carezza.

Qualunque sentimentoWhere stories live. Discover now