5. Secrets.

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Lost boy, 5 Seconds of summer.

Take me to church, cover by Ed Sheeran.

-"Così sei davvero un chirurgo. Non stavi mentendo."- commentai osservando la sua laurea, appesa al muro.

Harry mi sorrise e annuì. Non mi sembrava totalmente felice. I suoi occhi erano freddi mentre mi osservava.
Era come se per lui non significasse nulla.

Alle pareti erano appese anche delle sue fotografie. Erano rigorosamente in bianco e nero.

Quando notò che le stavo osservando, i suoi occhi si illuminarono di colpo.
Erano attenti e studiavano le mie reazioni.

Sapeva che me ne intendevo di fotografia. Lo vedevo da come aspettava silenziosamente un mio giudizio.

-"Non ti dirò cosa ne penso."-

Harry sbuffò e fece un ghigno.
La sua espressione si incupì per pochi istanti. Mi chiesi se solo io ero in grado di notare i suoi impercettibili cambiamenti d'umore.

-"Più interessata alla laurea in medicina?"- ghignò, sarcastico.

Si passò una mano tra i capelli e pregai che la smettesse. Lo volevo fare io al posto suo.

-"Quindi, di quale membro della tua famiglia hai seguito le orme?"-

Lo vidi irrigidirsi. Avevo centrato il punto.

Forse ero stata troppo diretta con lui.
Forse non avrei dovuto spingermi oltre certi limiti. Mi aveva detto chiaramente che non gli piaceva parlare di sé.

Harry mi osservò attentamente prima di prendermi la mano.
Le mie mani non erano piccole, ma sembrava che lo fossero dentro le sue.

-"Scusami.. Non volevo essere invadente.."-
Vedendo la sua esitazione, continuai, cambiando discorso.
-"Perché sei venuto a prendermi?"-

Harry scrollò le spalle e mi portò verso la cucina. Mi lasciò le mani e mi versò un calice di vino rosso.

-"Mi piace passare del tempo con te. Voglio conoscerti meglio."-

Mi porse il calice e lo afferrai convinta.
Come potevo trascorrere del tempo con una persona che non mi lasciava entrare nella sua vita?

-"Allora, dimmi qualcosa di te. Le amicizie nascono proprio da questo. Dal condividere informazioni personali con l'altro."-

Harry sorrise e sistemò una ciocca dei miei capelli, che mi era scivolata sulla guancia, dietro l'orecchio.

-"Non ho mai detto di voler essere tuo amico."-

Le sue parole mi fecero arrossire ed iniziai a sentirmi sempre più lusingata dalle attenzioni di quel ragazzo.

I suoi occhi mi fissavano intensamente. Erano ora fissi sui miei occhi, ora sulle mie labbra.

-"Allora, parlami."- gli sussurrai.

Non so se fu la mia insistenza o il mio sguardo, ma lui lo fece.

-"Di mio padre. Ho seguito le orme di mio padre."- disse, sedendosi su uno sgabello molto alto della cucina.

Aprì le gambe e afferrò le mie mani. Mi sistemò tra di esse, in modo tale che la nostra altezza fosse più o meno uguale.

-"Avrei voluto diventare un fotografo; ma quando è arrivato il momento di prendere delle decisioni, io ho preso quelle sbagliate."-

-"Sei ancora in tempo per prenderne altre."-

Harry rise, sarcastico. Il suo sorriso non coinvolgeva i suoi bellissimi occhi.

-"Mio padre mi ha praticamente obbligato a scegliere medicina. Penso che abbia pianificato la mia vita da quando sono venuto al mondo. Ora lavoro nel suo stesso ospedale. La sua fottuta ombra è sempre presente nella mia vita."-

Immaginai la situazione. Pensai ai miei genitori e capii di esserli grata.

Loro avevano lasciato a me ogni scelta. Mi avevano resa libera. Harry non era libero.
Capivo per quale motivo non avesse voluto dirmelo. Voleva solamente essere sé stesso.

-"Tu sei un fotografo. Le foto che pubblichi sono bellissime e sono seguite da milioni di persone."-

Harry rise e scosse la testa. Girò uno dei suoi anelli tra le dita e poi prese un po' di vino.

-"Ricordi il nostro primo incontro? Ti avevo chiesto di non parlarne a nessuno. Se lui scoprisse che sono così apprezzato come fotografo, farebbe di tutto per ostacolarmi."-

Non so per quale ragione, ma una grande rabbia crebbe nel mio petto. Non potevo tollerare che qualcuno impedisse ad Harry di essere felice.

Lo conoscevo da un tempo che poteva sembrare quello d'un battito di ciglia, ma sapevo che si meritava il meglio.

Non avrei mai augurato una vita del genere neanche al mio peggior nemico.
Vivere per soddisfare le aspettative di qualcuno era qualcosa di triste.

-"Ora ho un motivo valido per mantenere il tuo segreto."- gli sorrisi.

Lui sorrise tristemente. Poi mi avvicinò a lui, cingendomi la vita.

Ero in mezzo alla sue gambe e nonostante fosse seduto, era ancora più alto di me. Mi morsi il labbro per il nervosismo e i suoi occhi si strinsero.

La sua vicinanza mi faceva desiderare le sue labbra sulle mie. Pregai che mi baciasse, ma non lo fece. Mi lasciò un piccolo bacio sulla fronte e poi si allontanò.

-"Allora? Che vuoi fare adesso?"- mi chiese, sorridendo.

Decisi che per quel giorno, le nuove informazioni su Harry mi potessero bastare. Lo guardai e sorrisi.

Mi piaceva passare del tempo con lui. Era difficile capire la sua personalità, ma ci avrei provato.
-"Quello che vuoi fare tu."-

-"Non credo che tu saresti d'accordo. Quindi che ne dici di una cenetta?"-

Annuii, felice. Infondo c'erano cose peggiori che cucinare insieme ad Harry Styles.

***

Il resto della serata andò a meraviglia. Cucinai insieme a Harry una perfetta pasta al pesce e lo ascoltai parlare di ogni cosa che gli passasse nella testa.

Aveva parlato tutta sera e aveva voluto sapere molte cose della mia vita. Ad esempio era rimasto sconvolto quando gli avevo detto che ero scozzese e che preferivo decisamente Edimburgo a Londra.

Lui invece, era di Holmes Chapel. Non lo avevo mai sentito nominare, ma Harry sosteneva che era il posto migliore sull'intera superficie della Gran Bretagna.

Scoprii anche che gli piaceva più il mare della montagna e che sua madre era morta tanto tempo fa, ma non si dilungò sull'argomento.

Quando era venuta l'ora di andare, mi aveva riaccompagnato a casa, assicurandosi che l'auto fosse sufficientemente calda. Quella notte era davvero fredda.

Quando eravamo arrivati davanti a casa mia, mi aveva accompagnato alla porta.

-"Grazie per la serata. Mi sono divertita molto."- gli avevo sussurrato.

Lui aveva sorriso e mi aveva lasciato un lungo bacio sulla fronte, mentre con un braccio mi aveva cinto in un abbraccio.

-"Chiamami, ma fallo davvero questa volta. Oppure ti verrò a rapire proprio qui."-

Poi si era girato ed era salito in auto.
Io ero rimasta davanti al portone del palazzo per cercare di realizzare cosa era successo. Avevo già una gran voglia di rivederlo.

Ciao :)
Come state? Scusate per l'attesa. Con la fine della scuola aggiornerò più spesso. Cosa ne pensate di questi due? Vi piacciono insieme? Secondo voi Cath richiamerà Harry? Harry prova già qualcosa per Cath? Votate e commentate se potete. Fate crescere questa storia così come avete fatto con l'altra. Siete le migliori.
Alla prossima.
C.

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