27. Graduation.

5.1K 322 36
                                    

Wake me up, Avicii.

Why don't we go there, One Direction.

Ero seduta su una sedia di legno bianco e stavo indossando un tubino rosso sotto ad una toga nera. Jared era al mio fianco e guardava annoiato la fila di persone scorrere verso il palco.

La cerimonia di laurea era stata relativamente breve. Avevo ascoltato parlare almeno una decina di persone.

Patricia Johnson, una mia compagna di corso, aveva tenuto uno splendido discorso. Era anche riuscita a rendermi nervosa.

Non potevo non pensare al fatto che in quel momento sarebbe iniziata la mia vita, la mia vita vera ed io non potevo avere più paura di così.

Jared mi strinse la mano mentre le persone salivano sul palco e ritiravano la laurea. Mancavano solamente pochi nomi per arrivare al mio.

Mi voltai in cerca della mia famiglia e li trovai schierati in prima fila ad assistere a uno di quelli che definivano 'un altro mio successo'.

Mia madre quasi piangeva. Mio padre e mio fratello mi guardavano orgogliosi e mia nonna, beh lei probabilmente stava commentando quanto fossi magra.

Non sapevo se avessi fatto la scelta giusta a non invitare Harry, ma anche se avessi voluto, non avrei potuto. I pass per la cerimonia erano solamente cinque.

Non mi sarebbe dispiaciuto vederlo in giacca e cravatta mentre mi applaudiva e gridava il mio nome, come stavano facendo i ragazzi delle mie compagne di corso.

Però era Harry, quindi probabilmente non avrebbe gridato e forse neanche applaudito per non darmi strane illusioni.

-"Kate, devi alzarti. Sei la prossima."-

Jared mi risvegliò dai miei pensieri. Mi alzai traballante sui tacchi, mentre realizzavo cosa stesse per accadere. Mi avvicinai al palco, sistemandomi nervosamente i capelli.

Avevo concluso gli studi. Dopo anni di sacrifici e duro lavoro, un capitolo della mia vita era terminato e forse non mi sentivo pronta a dirgli addio.

Sentii la classica sensazione di vuoto all'altezza del petto, mentre il rettore pronunciava il mio nome. Catherine Anderson.

Sentii un boato di urla e applausi sollevarsi dalla folla. Avevo molti amici e conoscenti nel mio corso, quindi era carino da parte loro farmi sentire il loro sostegno.

Salii sul palco e strinsi la mano al rettore. Presi la pergamena e mi misi in posa per la foto di rito.

In quella frazione di secondo guardai Jared, che urlava il mio nome alzando un pugno in aria.
Guardai mia madre che abbracciava mio padre e mio fratello che applaudiva.
Guardai i miei compagni, che erano felici per me, e poi lo vidi.

Lo vidi applaudire e gridare, proprio come avevo desiderato che facesse.

Aveva un sorriso meraviglioso. Portò una mano alla bocca e fischiò. Poi mi guardò negli occhi e urlò il mio nome.

Era lì. Era lì per me. Come aveva fatto ad entrare? In quel momento non me ne importava niente. Vederlo lì per me era il regalo più bello che avessi potuto ricevere. Stavo decisamente per piangere.

Scesi dal palco, tenendo lo sguardo su di lui che si faceva largo tra la folla, spintonando tutti. Scesi l'ultimo gradino, mentre Harry arrivava davanti a me.

Mi prese immediatamente in braccio, senza che avessi modo di mettere un piede a terra. Sentii le sue braccia stringermi forte e il vestito scivolarmi leggermente sulla coscia.
Inspirai il suo profumo di acqua di colonia e lasciai che le sue labbra mi baciarono.

The Photograph  Where stories live. Discover now