Tredicesima lettera

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Dedicato a @Rarexx (zau)

Louis aveva passato tutto il fine settimana chiuso in camera sua, sordo alle varie chiamate che gli arrivavano da sua madre,che intendeva farlo scendere dal letto.
Ma ogni volta che ci provava gli veniva un mal di testa atroce e, soprattutto, senza una spiegazione plausibile, tanto che Johannah fu costretta a chiamare il dottore.
Alla fine la madre,leggermente preoccupata, decise che per quel giorno sarebbe stato meglio saltare scuola, andando contro le lamentele del lisco che aspettava con ansia il tredicesimo biglietto.
Ma no, il lunedì mattina rimase in camera sua, assillato dai continui rintocchi dell'orologio sulla parete,fissando il vuoto con sguardo assente, finché non venne risvegliato dal ritorno di sua madre dal lavoro.
"Louis, ho un'idea!"esclamò la donna, apparendo dalla soglia della porta con un giornale in mano.
"Mi vuoi picchiare con quel coso?"

Johannah sbuffò ed entrò nella camera per poi sedersi sul letto, sotto lo sguardo confuso del figlio.
"Allora?"

"Allora, visto che questo pomeriggio dobbiamo andare a fare visita alla zia e tu sei moribondo, ho pensato di invitare Harry a casa per tenerti compagnia"

Louis spalancò gli occhi, prima di boccheggiare.

"Posso stare anche da solo,non ti preoccupare"

"Ma ormai ho chiesto ad Anne!"

Okay, Louis era fottuto.

Ammettiamolo, Harry si era preoccupato quando non aveva visto Louis a scuola quella mattina, infatti non riuscì a seguire le lezioni.
"Mi spieghi cosa succede?"gli chiese Luke, mentre i due si stavano dirigendo a pranzo.
Harry scosse i capelli, prima di sentire una vibrazione nella tasca.
Prese il cellulare e lesse il messaggio che, a quanto pare,proveniva da sua madre.

"Harry, questo pomeriggio non tornare a casa nostra ma va a casa di Louis che sta male e ha bisogno di compagnia! Ci vediamo alle sette xx"

Non seppe il perché ,ma Harry sentì nello stomaco uno strano formicolio,prima di iniziare a sorridere come un ebete, sotto lo sguardo confuso di Luke.

Poi, dopo aver preso da mangiare,i due sedettero in un tavolo all'interno della mensa.

"Perché mi fissi?"chiese il ricciolino notando lo sguardo del rosso su di sé.

"Perché sei bello?"rispose l'altro ridacchiando, notando il rossore imporporare le guance di Harry.

"Oh, ehm,io penso.Grazie."



Quando Harry si trovò davanti alla porta di casa Tomlinson, rimase per circa un minuto a fissare il pomello argentato insicuro se entrare o no.Più che altro aveva paura che Louis lo avrebbe preso a schiaffi o, peggio ancora,lo avrebbe insultato, cosa che il riccio non avrebbe più sopportato.
Ma non fece in tempo a premere il campanello che la porta si aprì, rivelando un Louis spettinato che gli sorrise timido.
E,okay, era bellissimo come sempre e il cuore di Harry poteva o non poteva aver fatto un salto vedendolo così.
"Entri?"chiese il liscio con la voce un po' graffiata,alla quale il più alto annuì.Entrò in casa, notando che quella era vuota.

Harry si trovò in imbarazzo.Prima, quando ancora era in sintonia con Louis, non si sarebbe mai vergognato di rimanere in casa solo con lui, ma dopo tutto quello che gli aveva fatto passare, la voglia di rimanere là dentro era sotto la suola delle scarpe.

I due si sedettero sul divano, in silenzio, mentre stuzzicavano dei salatini, fino a che stranamente il riccio parlò.
"Allora, come stai?"chiese, lo sguardo basso.

"Un po' acciaccato"rispose l'altro.

"Te?"

"Io? Beh come al solito, diciamo" Harry fece spallucce.

"Ti sono mancato?"chiese l'altro ammiccando.

In effetti...pensò il minore.

"Uhm, un po'...?"disse, insicuro se quella fosse la risposta che Louis si aspettava.

"Va tutto bene con Lu-Lo come cavolo si chiama?"

"Luke,e penso di sì"

Louis guardò per la prima volta Harry, quel giorno, e lo trovò adorabilmente bello mentre si torturava il labbro con i denti e si dondolava con le gambe.

"Okay, bene. E dimmi,ti piace essere un frocio o...?"

Ed Harry se lo aspettava.
Veramente, si aspettava quel comportamento da Louis :fingersi carino per poi sputargli in faccia il suo essere" diverso".

"Non-penso non mi piaccia"rispose,scosso.

"Neanche a me sai? E soprattutto non mi piace chi lo è"lo beffeggiò Louis.

Harry rimase in silenzio, fissando il pavimento.Incapace di rispondere.

"Che c'è ti hanno tagliato la lingua?O forse hai paura che ti tocchi,femminuccia?"

"Smettila"mormorò l'altro.

"Cosa?"

"Smettila"

Harry lo guardò e Louis notò per la prima volta quanto i suoi occhi potessero essere belli e profondi e quanto lui potesse essere così fragile.

"Smettila, ti prego"aggiunse,tremante, mentre si accucciava dall'altra parte del divano.

"Io non-"cercò di dire Louis,ma venne interrotto dall'urlo di Harry"Ho detto basta!"

E Louis non lo seppe il motivo, ma non ce la fece più perché Harry, il suo Harry, stava piangendo per colpa sua.
Sua.

Si alzò e, prima che entrambi se ne potessero accorgere, le labbra di Louis erano su quelle di Harry, mentre le lacrime del riccio le inumidivano.Harry non si staccò, ma si lasciò guidare dall'altro, in un bacio casto e a stampo.

Ma, quando si accorse di quello che stavano facendo, Louis sbarrò gli occhi e si staccò, prima di mormorare uno"Scusami...".

Ed Harry lo vide, in mezzo alle lacrime, triste e scioccato, quindi decise di andarsene da Louis e da quella casa, non prima di aver lasciato un biglietto sul mobiletto accanto all'entrata, che venne trovato solo poco tempo dopo da Louis.

"Il problema è che io ti amo,ma tu come al solito non capisci un cazzo e allora mi lasci, mi lasci andare via.
E mi insulti senza spiegazione"


sì okay questo capitolo fa schifo ma mi andava di postarlo, compatitemi.

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now