Ventottesima lettera

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HARRY TOMLINSON. DICO SOLO QUESTO.

No okay saltando i convenevoli aka novità dal fandom, ieri sono caduta dalla bici e ho il ginocchio distrutto, mi fa male il sedere e mi son venuti un sacco di lividi.
E MI FANNO MALE ANCHE LE BRACCIA WTF.

Poi vi chiedete perché la gente dice che la propria vita fa schifo,ecco perché. Mi fa male tutto neanche fossi una vecchietta di ottant'anni.

Ora abbandoniamo le mie sventure e vi lascio al capitolo lol.

"LOUIS! CHE CI FANNO LE TUE MUTANDE NEL CASSETTO DELLA CUCINA!"

Harry, armato di mestolo e grembiule, entrò a passo di carica nel salotto dove, steso sul divano,un Louis annoiato sonnecchiava.

"Che cosa?"

"Le tue mutande.In cucina.Cosa ci fanno?"

Louis si passò un mano sul viso, prima di scuotere la testa e far sprofondare la faccia nel cuscino del divano.

"Non lo so"

Harry sbuffò, poi tornò in cucina sotto lo sguardo pensieroso del marito.

Da quando si erano sposati Harry aveva preso la parte della moglie:teneva sempre tutto pulito, si arrabbiava al minimo sbaglio e non ne lasciava passare una. Per questo, il liscio si trovava spesso a roteare gli occhi.
Lui era più un tipo da"Vivi la vita al momento e fai di testa tua", oltre a essere un grande casinista.

"Lou, ma hai scambiato i cassetti della cucina per un armadio? Perché ci sono pure i calzini nel cassetto delle posate?"

Louis si alzò dal divano e, entrando di volata in cucina , spalancò le braccia e urlò "Sorpresa! "






Quella sera sarebbe venuto Niall a cena, forse era questo il motivo del continuo spostare oggetti/lucidare posate/sgridare suo marito di Harry.Non che il biondino fosse un campione dell'ordine, ma per Harry gli ospiti erano tutto.Avrebbe fatto veramente qualsiasi cosa per far splendere la casa come uno specchio.

Louis, al contrario, era calmissimo.Si aggirava per la casa in cerca di qualcosa da sgranocchiare mentre tirava fuori dal frigo della birra per quella sera.Quando anche l'ultimo cracker fu finito, il più grande salì in bagno per una doccia, poi andò in camera per vestirsi.

Quando, alle otto, anche Harry fu pronto, finalmente Niall suonò alla porta.





La cena era trascorsa tranquillamente tra gli aneddoti straraccontati di Niall, le battutine di Louis e le parole di conforto di Harry per il cane passato all'altro mondo del biondo ("Era così carino quel cane Niall! Ma ne comprerai un altro ora?").

Quando, dopo tante lamentele di Louis, Harry era andato a prendere il dolce, Niall finalmente svelò a Louis cosa voleva dirgli da un mese a questa parte.

Il discorso era iniziato casualmente, quando ancora era presente il riccio a tavola, ma poi si era sviluppato tra i due.

"Louis io c'ho pensato molto e...
Penso che un figlio vi serva anche per riunirvi di più. È un bell'impegno, lo so, ma vi vedo un po' distaccati...

Poi si vede benissimo quanto Harry adori i bambini e anche tu insomma, ti si illuminano gli occhi.

Perché non ne adottate uno?"

"Niall se dici così sembra un cane,non un essere umano"

Niall sbuffò, anche se i suoi occhi erano illuminati da un principio di risata.

"Dai seriamente. Secondo me dovresti prendere almeno in considerazione l'idea.Pensa quando andrai in orfanotrofio-perché lo prenderai da là okay?- e un bambino magari ti si avvicinerà e con la sua vocina tenera ti chiederà come stai..."

Louis si morse il labbro.Aveva pensato non poche volte a un bambino da adottare,ma non si era mai sentito abbastanza pronto per farlo.
Un bambino era una responsabilità enorme, più di un matrimonio.

"Io non lo so...lo vorrei, ma non riuscirei mai a chiederlo direttamente ad Harry.
Ho paura che mi dica di no o che mi rida in faccia..."

Niall sorrise,prima di esclamare un"Chiedilo come al solito! "













All'inizio Louis aveva accolto con entusiasmo l'idea di Niall"Chiediglielo con la solita lettera", ma più tardi ripensandoci,si dovette ricredere.
Un bambino era una responsabilità troppo grande per chiederlo con una lettera.

Ma come poteva fare?

A voce no, piuttosto si sarebbe fucilato.

Non poteva neppure andare là con un cartello con scritto"Harry, adottiamo un bambino?".

Louis si passò una mano tra i capelli, prima di gettarsi sul letto.Aveva sentito poco prima i passi di Harry salire le scale e non voleva farsi trovare dal marito agitato o preoccupato.

Ma,quando finalmente il ragazzo riccio entrò in camera, Louis non ce la fece più.

"Harry, stavo pensando..."

"Cosa?"

"Vorresti adottare un bambino?"

Harry sgranò gli occhi e fece cadere la maglietta che stava tenendo in mano.Non rispose, ma uscì dalla stanza e andò in bagno.
Il liscio lo capì perché sentì il rumore dell'acqua picchiare contro le pareti della vasca.

Il ragazzo, con un leggero mugolio, si raggomitolò su se stesso, mentre una strana sensazione si faceva strada nel suo stomaco.





Quando dopo il bagno Harry entrò in camera, trovò un piccolo bozzolo di coperte e la testa di Louis spuntare fra di esse.Il suo respiro era calmo, segno che il ragazzo si fosse addormantento da un bel po'.

Il riccio si morse il labbro, prima di entrare nel letto e passare la mano tra i capelli del ragazzo accanto a sé. Notò che il suo viso era tracciato da scie di lacrime, ora seccate, e questo gli fece stringere il cuore.
Probabilmente aveva pianto perché lui non aveva risposto alla domanda, ma se avesse notato il leggero sorriso e il luccichio nei suoi occhi, probabilmente sarebbe rimasto sveglio per sentire il suo"Sì".

Il fatto era che Harry si era commosso a tal punto da non saper rispondere e così si era rifugiato in bagno.

Un figlio.

Ripensandoci, gli venne la pelle d'oca.

Quando, finalmente,il riccio strinse Louis a sé, notò che il ragazzo stringeva un piccolo foglietto tra le mani.

Lo prese, parecchio confuso, e lo aprì.

"Se non vuoi adottare un bambino va bene, basta che tu sia felice e lo sarò anche io.
Ti amerò sempre e comunque :)

Lou xx"

Harry sorrise, prima di soffiare un"Certo che voglio adottare un bambino"nelle orecchie del ragazzo addormentato.

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now