Trentesima lettera

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E quindi,anche questa avventura è finita.Pensare che l'ho portata avanti da aprile e che da quel giorno sono passati cinque mesi è...wow.Non ho mai portato così tanto avanti una fan fiction, anche perché cerco di aggiornare spesso.
Quindi tutto quello che vi posso dire è grazie.

Per avermi supportato, sopportato, per avermi fatto sapere la vostra opinione e per i messaggi che mi inviate, anche solo per fangirlare un po'.

Veramente, grazie.

E ora, vi lascio alla trentesima ed ultima lettera.



Benjamin si svegliò per l'ennesima volta con le occhiaie sotto gli occhi.Beh, più che svegliarsi, constatò semplicemente che erano le sette di mattina e che quello sarebbe stato il primo giorno del suo penultimo anno di liceo.

Il ragazzo si ributtò in mezzo alle coperte quando sentì i passi di suo padre che si stava,evidentemente, dirigendo in camera sua per svegliarlo.

Louis entrò nella stanza e, con la sua solita non-delicatezza, diede uno scossone al bozzolo sotto le coperte.Benjamin fece spuntare la faccia dal lenzuolo e roteò gli occhi.

"Ma non può venire papà a svegliarmi?"

Louis sorrise, poi chiamò Harry.

"Ti ricordo che anche io sono tuo padre"

"Dettagli"

Harry arrivò, abbastanza trafelato, in camera del figlio.Aveva una faccia notevolmente preoccupata.

"Che succede qua? State bene? Perché Louis mi ha chiamato?"

"Il signorino qua ha chiesto di essere svegliato da te"

Louis diede un'ultima occhiata al ragazzo sotto le coperte, prima di girarsi e andare via dalla camera.

"Ben..."

Harry sbuffò, poi si sedette su un lato del letto del figlio.

"Che c'è? Mica è colpa mia se ha la delicatezza di zio Niall quando mangia la pizza..."

Harry ridacchiò, poi diede una pacca sulla testa di Benjamin.

"Louis è...particolare okay?
Ti ho detto di non prenderla sul personale quando fa lo scortese, lui è così e basta.
Poi tu...insomma, per ogni cosa chiami me, prova a farti aiutare da lui qualche volta mh?

E ora preparati, che poi passa Mic a prenderti"

Benjamin annuì poi, quando il padre uscì dalla camera, poté finalmente sorridere liberamente.

Michelle, anche chiamata Mic, era la sua migliore amica da tre anni.Si erano incontrati una volta in mensa e Mic gli aveva fatto cadere tutto il pranzo addosso.
Da lì era nata una delle amicizie più affiatate di tutti i tempi.

A quanto pare, lei era l'unica che lo capiva veramente. Entrambi seguivano le stesse saghe, stesse serie tv e cantanti.
Erano tutti e due il punto di riferimento per l'altro.







Quando Ben uscì di casa, Harry salì in camera da letto.Louis infatti,dopo aver svegliato il figlio, si era sdraiato nuovamente sul materasso, visto che non si sentiva molto bene e non aveva molta voglia di andare a lavoro.

Come al solito aveva acceso la tv e si era sistemato sui cuscini, mentre guardava un programma sportivo.

Harry, cautamente, si avvicinò al marito e gli si buttò addosso, iniziando una seduta di solletico.

"HARRY, HARRY basta"

Louis bloccò Harry per le braccia, poi lo guardò con uno sguardo confuso.

"Non hai di meglio da fare, invece di disturbare il tuo maritino malato?"

"In realtà sì, sto andando a lavoro.Volevo solo dirti che oggi torno alle sei, invece che alle sette okay?".

Louis annuì, poi ignorò bellamente Harry, troppo preso dalla partita.


***



Louis, quel giorno, era un'anima in pena.Vagava nella casa vuota, in cerca di qualcosa da fare.Solitamente avrebbe dormito, ma Benjamin come al solito si era dimenticato le chiavi a casa e non voleva che suo figlio rimanesse fuori.

Passò il pomeriggio a leggere qualche libro e a cercare di cucinare qualcosa senza bruciare l'intera cucina.Alla fine optò per un panino, così almeno non avrebbe dovuto accendere il gas.

Verso le quattro poi, sentì qualcuno bussare freneticamente alla porta.
Di solito a quell'ora Ben usciva da scuola, però gli sembrava strano.Infatti era molto comune che passasse mezz'ora con Michelle in giro, piuttosto che tornare alla villetta.

Louis, con la fronte corrugata, aprì quindi la porta di casa.

Gli si parò davanti un Benjamin spaventato e, soprattutto, sudato dalla testa ai piedi.

"Guarda che la maratona della scuola non si svolge in questo periodo eh"

Il ragazzo ignorò il padre e si buttò letteralmente in cucina.
Aprì il frigo e prese il vasetto di burro d'arachidi, prima di afferrare un cucchiaio e tuffarlo dentro la crema.Infine mise il tutto in bocca.

"Benjamin ma mettici almeno il pane...che schifo così"

"Non è il momento"

Louis inarcò il sopracciglio.

"Che cosa è successo?"

"M-michelle.Mi ha b-baciato"


****


"HARRY"

Harry era appena entrato in casa, quando sentì l'urlo di suo marito che proveniva dalla cucina.
Subito corse là.

"Che cosa..."

"BENJAMIN HA UNA CRISI ADOLESCENZIALE ED IO NON SO CHE FARE!"

"Pensavo fosse qualcosa di più serio pft"

"Harry, Michelle l'ha baciato e lui si è chiuso in camera ed io sono preoccupato"

Harry si fece scappare un piccolo"Aw "poi ,seguito dal marito,si incamminò verso la camera del figlio.

"Ben, apri"

"NO! PAPÀ PERCHÈ GLIEL'HAI DETTO!"

Le potreste di Benjamin arrivarono, soffocate dalla porta.

"Scusa"

Harry si morse il labbro, poi gli venne un'idea.

"Mi ricorda tanto noi da giovani..."sospirò.

"Harry, non mi sembra il momento di ricordare i nostri tempi migliori"

"Io..."

Il riccio sbuffò, suo marito non capiva un cavolo.

Prontamente salì in camera da letto e aprì l'armadio.

"Bingo".








"Caro Ben,
Sono i tuoi genitori che ti parlano.

Okay, in realtà sta scrivendo Harry perché Louis non sa scrivere bene, ma noi gli vogliamo bene comunque.

Quindi...che dirti.
Non buttare questa lettera, almeno leggila ti prego.
Quando...te la senti.

Ci sono ventinove lettere nel mobile dell'ingresso (le ha spostate Harry, perché prima erano in camera nostra.Sì, ora sai da dove provengono).

Prendile, hanno solo bisogno di essere lette.

Forse serviranno a farti capire qualcosa.

Con affetto

Harry e Louis"




30 letters from nobody||Larry Stylinson||Where stories live. Discover now