Ventunesima lettera

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La mattina successiva Harry si svegliò con un odorino delizioso, quindi non poté evitare di sorridere, ancor prima di aprire gli occhi.

Ormai si sentiva così libero di sorridere.Era certo che quel gesto non fosse inutile, che non ci sarebbero stati eventi successivi che lo avrebbero cancellato.La sua vita trascorreva tranquilla.Da pochi giorni, certo, ma era già una grande cosa rispetto a prima.

Ora poteva andare a letto con in testa solo il pensiero di un nuovo giorno, di portare a termine i doveri scolastici, non di quanto si fosse stufato di piangere sull'eterna indecisione del suo nuovo fidanzato.

Già, Harry non poteva ancora crederci, ma la felicità era così vicina che gli sembrava quasi impossibile, tutto quello.


Dopo essere sceso e aver fatto una ricca colazione a base di pancakes, Harry si preparò per la scuola,per poi uscire e sedersi sul marciapiede, aspettando che il suo prode cavaliere (Louis) arrivasse in macchina per accompagnarlo al liceo.Naturalmente lui non tardò ad arrivare e presto, la sua chioma spuntò da una vettura, su cui il riccio si lanciò.

Louis sorrise al minore, prima di stringerlo in un goffo abbraccio e togliergli lo zaino dalle spalle, mettendolo nel portabagagli. Harry lo seguiva da dietro come un cagnolino e il liscio ne rimase leggermente colpito.

"Allora, entri in macchina?"gli chiese dolcemente, aprendogli lo sportello.

Harry annuì, prima di avvicinarsi e baciargli la punta del naso.


Quel giorno era trascorso abbastanza tranquillo, togliendo le occhiate che Niall-un buffo irlandese, sempre con la risata pronta-gettava alla coppia.
"Tu che ne pensi? Perché ci guarda?"

Harry alzò le spalle, stringendo la mano del ragazzo accanto a lui e lanciando un'occhiataccia al biondo.Invece di girare lo sguardo però, Niall gli si avvicinò con un sorriso stampato sul volto pallido.

"Ciao! Vorrei chiedervi se vi va di fare un'intervista per il giornalino della scuola!Io mi occupo della sezione "Studenti"e da un po' ci manca qualche scoop".

Harry era pronto a scoppiargli a ridere in faccia, mentre Louis si era irrigidito.

"Va bene, biondo!"il riccio accettò.

Il primo istinto di Louis fu quello di dare un calcio sullo stinco al suo fidanzato ma si trattenne; sapeva del suo lato irascibile e anche permaloso, quindi decise di parlare del suo problema tecnico in privato.Con un gesto della mano congedò il biondo, che non se lo fece ripetere due volte.Era felice, finalmente Liam non si sarebbe più lamentato del calo delle vendite del giornale.

Poi, il liscio strinse delicatamente il polso ad Harry, invitandolo a seguirlo in giardino visto che la giornata scolastica era praticamente finita.

Naturalmente il più piccolo si accorse subito del suo cipiglio preoccupato, quindi non fece opposizione.

Dopo essersi sistemati su una panchina quindi, Harry assalì letteralmente l'altro ragazzo con le domande.

"Lou? Allora tutto bene? Dimmi di sì, per favore? "

"Beh, in realtà ci sarebbe un piccolo problema"

"E quale?"

"Il problema è che mia madre mi costringe a prendere sempre il giornalino perché dice che così si tiene informata"

Il riccio non capiva.
Che problema c'era?

"Non ho fatto coming out con la mia famiglia, Harry"gli spiegò quindi, vedendo le sue sopracciglia aggrottate.

"M-ma sabato ero a cas-"

"Non gliel'ho detto"

"Ma loro ti accetterebbero..."

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu