Quattordicesima lettera

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Louis stava decisamente meglio il giorno dopo, tanto che sua madre lo trovò saltellante davanti allo specchio mentre si pettinava.

"Per chi ti prepari?"gli chiese appoggiata allo stipite della porta, con un sorrisetto vago e per niente rassicurante.

"Per Harry"rispose il ragazzo, non pensando minimamente alla risposta.

"Scherzavo"alzò le spalle e sotto lo sguardo perplesso della madre prese lo zaino, ci gettò i libri che erano accatastati sulla scrivania e uscì di casa, non prima di aver cacciato una mano nella dispensa per prendere una merendina.

Quando arrivò a scuola, notò di essere decisamente in anticipo, stranamente, così per non rimanere al freddo entrò nella struttura sotto lo sguardo confuso del guardiano.

"Tomlinson,ti hanno buttato giù dal letto?"

Louis scrollò le spalle, prima di dirigersi in palestra, tanto per fare qualcosa.Non era amante dello sport, anzi, odiava la sensazione dei capelli impregnati di sudore e, generalmente, muoversi.
Però amava il calcio.

Amava sentire le urla d'incitamente, la grinta di stare in mezzo al campo, l'adrenalina che gli scorreva in corpo mentre faceva goal e l'esultanza dei compagni quando vincevano.

Quando, appunto.

Era da un bel po' che non ci giocava e gli mancavano quelle sensazioni con tutto il cuore.

Le sue riflessioni vennero interrotte quando la porta della stanza si aprì rivelando dietro di essa un Harry intento a fuggire da qualcuno.
Louis non vedeva molto della scena, anzi, non ci vedeva un accidente.

Sentiva solo delle urla ,ed evidentemente il ragazzo riccio aveva aperto per sbaglio la porta, quando ci si era appoggiato mentre scappava da quella persona che stava dando spettacolo con la sua voce.

Attese un po', giusto per dare della privacy ai due, ma quando dopo cinque minuti le urla non cessarono, Louis si alzò da una delle tribune e molto cautamente si avvicinò alla porta, per poi sbirciare fuori.

L'unica cosa che riusciva a scorgere era un Harry tremante e il liscio, senza un attimo di esitazione, lo tirò dentro la palestra, lasciando la persona al di fuori della porta che poi venne bloccata da un scopa, trovata là vicino, incastrata nella maniglia.*

"L-Louis? Perché mi hai portato dentro? E che ci fai qui?"chiese il ragazzo riccio, una volta che quello si fu calmato.

"Uno, ti ho portato qua dentro perché credo che la persona lì fuori sia parecchio arrabbiata con te.
Due, sono arrivato un po' prima e visto che non volevo morire di freddo sono entrato dentro la scuola"

Harry annuì, prima di mordersi il labbro.In quel momento gli venne in mente la scena del giorno prima, quando Louis lo aveva baciato e poi gli aveva fatto intendere che tutto quello gli aveva fatto schifo.

"Io, credo che dovremmo parlare, sì? "disse Louis, concedendogli un sorrisetto, prima di prenderlo per il gomito e portarlo seduto in un angolo della palestra, sopra un materassino blu.

Harry tacque, mentre con le braccia si stringeva le gambe al petto e il viso gli pendeva in basso.

Cosa doveva dirgli?

Doveva sputargli un'altra volta in faccia di essere gay?

Sicuramente era così, anche perché Louis era stato fin troppo calmo fino a quel momento e la cosa era stranissima.
Di solito a quell'ora lo avrebbe già insultato pesantemente per poi ridicolizzarlo.

"Harry? Ti hanno tagliato la lingua?"chiese Louis, sfiorandogli il braccio e provocandogli mille brividi, che finirono per concentrarsi nello stomaco dove si trasformarono in farfalle agitate.

"No"rispose il ragazzo, continuando a guardare le scarpe che improvvisamente aveva iniziato a trovare interessanti.

"Allora mi guardi? Per favore?"

Harry dovette faticare a lungo per capire cosa c'entrasse il fatto della lingua ma, quando il liscio gli posò la mano sulla guancia per farlo girare, non fece opposizione.

"Come va?"chiese, sfiorandogli la mano.

Perché improvvisamente fa il carino e il gentile mentre prima mi trattava peggio di un cane bastonato?
Perché mi sta sfiorando la mano con fare poco etero, soprattutto?
Pensò il ragazzo riccio continuando a fissare le loro mani così vicine.

"Ci sei?"

Harry lo guardò, distogliendo lo sguardo dalle loro mani e annuì accennando un sorriso a cui Louis sentì lo stomaco rigirarsi?

"Penso tu sappia di cosa io voglia parlare"cominciò quindi il liscio, poggiando direttamente la mano su quella dell'altro ragazzo, che a quel punto rabbrividì direttamente, facendo provocare a Louis un moto d'orgoglio nel constatare quale effetto gli provocava.

"Del bacio"sussurrò Harry, guardando il suo grembo.

"Esatto"

Louis annuì e con un gesto veloce fece alzare il mento all'altro, prima di dire un"Ti va di riprovare?"

E, forse Harry aveva sentito male o forse Louis era sotto effetto di stupefacenti o magari si trovavano in un sogno e dopo pochi minuti si sarebbero svegliati ma, quando il liscio posò la mano sulla vita dell'altro, il riccio sentì che quelle sensazioni erano vere.

Erano vere, come il respiro di Louis che si posava gentile sulla sua pelle, vere come lo sguardo intenso che avevano entrambi in quel momento, vere come il rossore sulle loro guance.

Non seppero chi si avvicinò prima, forse il più basso visto che Harry era rimasto letteralmente paralizzato dalla felicità,ma poi entrambi sentirono le loro labbra in contatto.

Louis sgranò gli occhi, constatando che quelle labbra erano sicuramente migliori di altre e in un attimo di intensa euforia, si ritrovò a picchiettare con la lingua su quelle stesse.Harry sorrise capendo le sue intenzioni,poi socchiuse la bocca.

Entrambi a quel punto avevano gli occhi chiusi, mentre i loro cuori erano consapevoli che quello che stava succedendo fosse strano quanto bellissimo ma sapevano che se avessero potuto lo avrebbero fatto all'infinito, giusto per riprovare quelle sensazioni.

Quando Harry si staccò, straordinariamente, per primo, si ritrovò a tentennare sul posto, indeciso se alzarsi o no, prima di venir stretto nell'abbraccio del più grande che gli sussurrava un"Va tutto bene".

Perchè Louis lo sapeva cosa stava provando l'altro, quel senso di smarrimento quando si scopre qualcosa di nuovo ma di straordinario, e che provoca un'indecisione temporanea su cosa fare.

Harry si limitò a sorridere sul petto dell'altro mentre si lasciava cullare da Louis.

E, in quel momento, si dimenticò completamente di quel biglietto che aveva attaccato sul banco nell'aula di storia.

Caro Louis,
questa è la quattordicesima lettera e non so cosa scrivere.
Sono triste (come sempre) e mi manchi (come sempre).

È strano no?

Come ti possa mancare una persona anche se la vedi ogni giorno, ma forse quello di cui necessiti è solo che tutto ritorni come prima.

Chiedo troppo?

x.

*nuove tattiche by sara per chiudersi in palestra

sclero time

SI SONO BACIATI.
E NON COME LO SCORSO CAPITOLO MA SU UN MATERASSINOOOOOO E CON LA LINGUAAA.
CHE ROMANTICO PFT ALTRO CHE TITANIC.

spero che vi sia piaciuto :)

perché ci ho messo veramente impegno ;)

eeee ultima cosa che non mi ricordo.

ah sì.

NON UCCIDETEMI SU VOLEVATE SAPERE COSA SUCCEDE DOPO OKAY?

adios babes

30 letters from nobody||Larry Stylinson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora