Capitolo 18 ... Una visita inaspettata

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Passò una settimana

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Passò una settimana. Alice e Jack mi invitarono a cena e dopo vari precedenti rifiuti, accettai ma chiesi ad Alice di poterla aiutare a preparare il banchetto; era incinta e non volevo che si affaticasse troppo.

- C'è Rachel - mi disse. Ma io insistetti e alla fine accondiscese.

Mi aiutò stare in compagnia dopo tanti giorni di isolamento volontario e tutti mi sollecitarono a riprendere la mia vita, a frequentare nuovi amici e ad andare ai balli organizzati in paese. Erano seriamente preoccupati per me, anche se fraintendevano il vero motivo della mia depressione.

Quando li lasciai era già quasi buio, mi avviai da sola verso casa che distava circa duecento metri dalla loro e rifiutai la proposta di Rachel di accompagnarmi.

Passai accanto alla stalla che risultava appena discosta dalla mia abitazione e il nitrito di un cavallo mi portò a rivolgere lo sguardo verso la porta: restai sorpresa poiché era socchiusa.

Non ricordavo d'averla lasciata aperta, ma non mi agitai troppo poiché sapevo di non essere molto lucida ultimamente e quindi poteva essermi capitato di dimenticare d'infilare il passante; mi avvicinai e il cavallo nitrì di nuovo. Il secondo nitrito mi mise in allarme. Conoscevo bene la "voce" del mio stallone e quello non sembrava lui.

La luce della luna rischiarava la campagna e la rendeva meno minacciosa, ciononostante non potei evitare un moto di paura; aprii il pesante portone di legno con molta fatica e apprensione. Fissai gli occhi nel buio e li sgranai: all'interno c'erano due cavalli e il secondo era di troppo. Entrai circospetta guardandomi intorno timorosa della presenza di un estraneo nascosto dietro la porta. L'ambiente era piccolo e subito constatai che non c'era nessuno. Rassicurata mi avvicinai ai due animali fino a sfiorarne il muso: accanto al mio stallone c'era un animale che conoscevo bene: l'appaloosa di Wanapeya!

Ero spaventata, sentivo il battito accelerato del cuore che pulsava in gola, ma allo stesso tempo curiosa. Chi aveva portato qui quella bestia? La mia amica cheyenne o suo padre? Oppure ...? Chiusi la stalla e mi avviai inquieta verso la mia abitazione; man mano che avanzavo la mia agitazione cresceva: la porta di casa si stava aprendo con un sinistro cigolio. Mi bloccai, incerta sul da farsi, qualcuno mi aspettava nascosto dentro al buio con quale scopo? Perché non farsi riconoscere se non aveva cattive intenzioni?

- Chi c'è? - gridai cercando di dare alla mia voce il tono più tranquillo possibile- Venite fuori perché vi veda!

Gettai uno strillo.

Un uomo era comparso al mio invito sulla soglia, dritto e silenzioso, un gigante con delle piume nei capelli, un indiano. Il cuore mi rimbalzò in petto con violenza, era lui, oppure avevo le allucinazioni ... no, lui era morto ... ma sembrava ..., forse stavo impazzendo del tutto!

- Danielle ... - mormorò lo sconosciuto.

La sua voce!

- Sei tu! Sei vivo! – gridai. L'uomo fece un passo verso di me ma il suo volto restava nel buio.

WANAPEYA, HO AMATO UN INDIANOWhere stories live. Discover now