XXV

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"Il maestoso Veliero dell'Alba fendeva le onde grazie al vento favorevole verso Est.
I delfini l'inseguivano per gioco lasciando che la spuma creata dal suo passaggio li colpisse.
Il sole accarezzava i dettagli in oro della nave, facendola splendere in tutta la sua bellezza. Le vele porpora scintillavano nel loro acceso colore.
Persino il caldo legno con cui era costruita brillava.
Faceva caldo ma almeno il vento che soffiava rinfrescava ognuno.
Quel pomeriggio tutti erano impegnati con qualcosa, chi puliva la nave, chi preparava la cena, chi scrutava il mare in cerca di terra.
Chi ricuciva i propri vestiti e chi lucidava le proprie armi.
Edmund era di certo felice di aver ottenuto una nuova spada, amava le spade, ma nessuna era come la sua.
Anche Leysa ripuliva la sua lancia che per poco non rimase macchiata di sangue.
Entrambi erano seduti l'uno accanto all'altra mentre in silenzio pulivano quelle armi.
L'arma che Edmund maneggiava era un arma di Tellmar, di Lord Bern in particolare, probabilmente donatagli da Caspian. Era una spada alquanto pesante la cui elsa era rivestita di un caldo velluto blu su cui vi erano incastonati dei piccoli diamanti.
La lama era completamente incrostata di corallo morto e Edmund si faceva aiutare da un coltellino per rimuoverlo, era solo a metà del lavoro al momento.
Intanto Leysa con un panno e un poco di sputo cercava di eliminare quelle incrostazioni di sangue sul piatto della lama anche se, ogni tanto distoglieva lo sguardo per guardare le mani indaffarate di Edmund.
Era come ipnotizata da quei movimenti fluidi e da quelle dita lunghe e affusolate. La sua mente richiamava la sensazione di stringerle, la sensazione di morbido intorno alle sue mani dure; il pensiero delle sue mani sul suo viso e di quel ruvido dei suoi calli.
D'un tratto le mani si fermarono, richiusero il coltello a serramanico e lo posarono sul pavimento insieme alla spada.
Edmund prese a toccarle i capelli e a cercare qualcosa in essi."

《hai ancora del sangue sui capelli》"Mormorò mentre cercava di scrostarlo con le unghie da una ciocca."

《Ed》
《mh?》
《quell'uomo lo meritava, non pentirti》"Mormorò mentre accarezzava la sua coscia per consolarlo.
Riconobbe quello sguardo quando gli porse quella testa, lesse ogni sua emozione come un libro aperto, ormai lo conosceva."
《anche tua madre lo meritava》
"Leysa si bloccò e ripensò ai suoi sogni ormai ricorrenti."
《la sogno spesso ormai... piuttosto... sogno il suo riflesso al posto del mio》"Sussurrò posando la testa sul suo petto.
Edmund le accarezzò la testa dolcemente mentre lei fissava il pavimento con il viso sull'orlo del pianto."
《sei ben diversa da lei》
《è questa rabbia che posseggo che continua a farmi pensare a lei... è come se parte della sua malvagità sia rimasta in me.》
《tu l'hai uccisa, sta a te uccidere quello che di lei è rimasto.》
"Leysa non rispose e chiuse gli occhi, lasciandosi coccolare da quelle dolci carezze."

"Intanto Eustace stava nascosto dietro dei barili a srivere il suo diario e borbottare.
<Caro diario> scriveva. <Siamo ancora su questa bagnarola puzzolente in ricerca di quei Lord dispersi.
E ora si sono fissati a cercare gente scomparsa nella nebbia. Questi sono pazzi, è l'unica spiegazione.
Mi hanno messo a dormire in un amaca lercia e impolverata, per di più, sotto quel ratto rompi scatole.
I miei cugini sono peggio di tutti, Lucy continua a parlare dei confini del mondo, cosa crede che ci sia più a est?! Spero l'Inghilterra.
Edmund invece continua a scrostare quel vecchio pezzo di latta mentre coccola quella folgorata di Lidia Lisa o come si chiama.
Quella è completamente fuori di testa, ha ammazzato un uomo spaccandogli il cranio, continua a puzzare di sangue e si ostina a non gettarsi in mare per lavarsi. Disgustosa. Esaltata cagna rabbiosa.>
Un gabbiano si posò su uno dei barili che gli stavano accanto."
《tu sai come tornare in Inghilterra?》
"Il gabbiano inizialmente non rispose."
《con chi stai parlando?!》"Domandò il minotauro Travos. Eustace fece per parlare ma venne interrotto da fragorose risate da parte di Travos e del suo compagno."
《guardalo parla coi gabbiani!》
《qui sono tutti matti》"Borbottò continuando a scrivere sul suo diario."

"Passò il tempo, due giorni o forse tre senza aver avvistato mezzo lembo di terra.
Il mare continuava a esser placido e calmo mentre il vento soffiava aggressivamente, evitando il lavoro ai poveri rematori.
Delle docili nuvolette bianche sparpagliate per il cielo parevan seguir la nave mentre sfrecciava sotto la forza del vento. Qualche gabbiano svolazzava in giro insieme a qualche uccello che in mare non aveva nulla da fare.
Sulla nave intanto chi non aveva altro da fare, in particolare un fauno, loro di musica se n' intendono, suonava una dolce melodia con il suo piccolo flauto di Pan. Quella melodia risuonava per tutta la nave, ravvivando i cuori della ciurma e anche quelli della compagnia delle meraviglie."

"Per ammazzare il tempo in viaggio, Leysa e Edmund giocavano a scacchi, mentre Lucy e Caspian guardavano, Caspian più Lucy.
Non aveva mai giocato a scacchi e mai aveva visto qualcuno giocare così bene come quei due, fino a quel momento lo trovava alquanto noioso ma, loro lo rendevano elettrizzante mentre sputavano parole velenose e spiegavano le loro mosse.
Il solo vedere i loro visi concentrati affascinava Caspian, in particolare Edmund che aveva gli occhi ridotti a fessure mentre studiava la scacchiera e al contempo le espressioni di Leysa, tentando di scrutare una parvenza di indizio sulla prossima mossa.
Aveva le sopracciglia corrugate e il naso leggermente arricciato. Solo ora Caspian notava le lunghe e folte ciglia di Edmund e compresi quei caldi occhi color nocciola. Osservava quei lineamenti placidi ma leggermente duri, non eccessivamente spigolosi ma morbidi, delicati ma anche pungenti. Le labbra ne erano il perfetto esempio, sopra l'arco di cupido era quasi sparito, non era molto accentuato ma, il labbro inferiore era ben marcato."

"Era una partita strana quella, Leysa e Edmund giocavano forse fuori dalle regole, ma i due osservatori non ci facevano caso, nessuno dei due giocava a scacchi nè conosceva le regole.
Quella partita... pareva quasi reale ai giocatori, era strana, magica.
Lucy era stranamente preoccupata, non riusciva a concepirne il perché."

《AH! Edmund sei distratto, guarda dov'è il mio Alfiere!》

"L'Alfiere di Leysa era sul punto di fare scacco matto, una mossa del bianco e il suo nero Alfiere sarebbe arrivato a uccidere il re ma, questo non era ancor deciso.
Era appunto il turno di Edmund che davvero era distratto, si sentiva stranamente osservato.
Una volta sentite quelle parole da Leysa, nel suo cervello qualcosa scattò.

Al momento Leysa aveva in campo solo il suo ultimo Alfiere, lui possedeva solo il Re. Poteva ancora cavarsela...forse.

Appena vide quell'Alfiere, prese il suo bianco Re, lo sollevò e con un leggero colpo...
l'Alfiere cadde.
Come corpo morto cade.

Nell'istante in cui il pezzo toccò la tavola, una lacrima veloce rigò il viso di Lucy. Non riuscì a capire ancora... forse la partita era stata troppo eccitante."

"Qualcuno bussò alla porta."

《avanti》"Rispose Caspian sciogliendo le braccia conserte e posando una mano sullo schienale della sedia di Edmund."

《Sire, abbiamo una bambina a bordo》"Proseguì il marinaio."

《come?!》"Esclamarono Caspian e Leysa insieme.
Caspian uscì seguito dagli altri e vide tutta la ciurma circondare l'albero maestro."

《che succede mastro Drinian?》"Domandò Caspian arrivando al centro della folla, dove stava una bambina fra le braccia del papà."

《e tu, come ti chiami?》
"La piccola fece un inchino."
《Gael, Maestà.》

"Caspian sorrise."
《Benvenuta a bordo del Veliero dell'Alba, Gael.》

"Leysa vide quella dolce bambina, stretta fra le braccia del padre e quasi pianse. Non aveva mai avuto un padre per tutta la sua vita, fino all'arrivo del Signor Pevensie almeno.
Quella scena la rattristiva...lei suo padre non poteva stringerlo...non lo conosceva nemmeno."
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shmall cullian murphy gets me
Lisa~

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieWhere stories live. Discover now