XL

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"Ma la forza non l'abbandonò. Non del tutto almeno.
S'alzò a stento colpita dalle sue fitte e dal dolore lancinante della nuova ferita, ma s'alzò animata dalla speranza di poter continuare la sua vita con Edmund."

《finiamo questo bastardo!》"Esclamò sfoderando la sua lancia."

"Fu sul punto di poggiare l'ultima spada sulla Tavola di Aslan ma una forza maleodorante e putrida lo spinse via scaraventandolo a terra.
Esile e malconcio com'era fece fatica a rialzarsi e a contrastare quella nebbia che disperatamente cervava di avere salva la vita.
Si dimenò come un forsennato contro quel pulviscolo maleodorante."
《accidenti puzzi veramente tanto!》"Esclamò quando venne di nuovo disarcionato.
La rabbia cominciava a ribollire nel suo sangue.
Stava perdendo contro una nube verde e puzzolente."

"In quel momento quella forza oscura lottava per la vita contro quel ragazzo e quelle altre due lame magiche che stavano su quella coffa.
Disperatamente tentava di sconfiggere le menti di Leysa e Edmund facendogli fronteggiare le loro paure, ma risultava inutile.
Portatori di quelle armi magiche eran una minaccia, anche il ragazzo a Ramandù lo era; se avesse riposto l'ultima spada sulla Tavola... per l'Isola delle Tenebre sarebbe finita.

Tramutata in Jadis stuprava la mente di Edmund colma di altrettanti pensieri funesti, e tormentava quella di Leysa diventando la testa mozzata di quella fata sua amica."

"I due non sembravano affatto colpiti da quel tentativo di fermarli.
Le loro menti colme di plumbei pensieri ignoravano ormai quelle loro paure, fatte di semplice pulviscolo maleodorante."

"Insieme, mano nella mano e armi sguainate attesero il momento migliore per colpire quella bestia e farla finita una volta per tutte.
In quell'attesa l'intera ciurma attirava a sè il serpente gigante.
Vi misero tutta la loro forza e speranza in quelle corde saldamente legate agli arpioni affondati in quella carne melmosa.
Speranza che andò presto in fumo perché il parapetto a cui era legato un arpione venne sradicato dal serpente gigante che emanò un grido strano, probabilmente felice."

"Eustace ancora in lotta con quella nebbia gridò esasperato.
Continuava a venir colpito e lui non riusciva a restituire il colpo.
Una lotta poco equa.
Tentò poi una corsa ma venne sbalzato via ancora, fu sul punto di trafiggersi con quella spada e mandare al diavolo i cugini, ma si trattenne.
Provò a ingannarla ma non servì a nulla.
Ancora azzardò un salto verso le altre spade ma ancora una volta finì col sedere per terra."

《ma guarda questa nebbia maleodorante! AH》"Gridò stanco.
Non demorse comunque e avanzò contro quella nube a grandi falcate, ignorandola e combattendola con le poche forze che le sue gambe intorpidite possedevano.
Man mano che s'avvicinava alle altre spade la nebbia diventava più forte, ma Eustace non si perse d'animo e con un ultimo sforzo riuscì a posare l'ultima lama magica su quella Tavola."

"Un flebile e fine suono si librò nell'aria, aumentando sempre più di volume, diventando poi la nota più alta di un pianoforte.
Quando colpì quella nota, dalle spade che tremavano e emanavano quel suono, scaturì un fascio di luce blu che colpì il cielo emanando un dolce tepore tutt'intorno."

"Tutte le armi magiche di Narnia s'illuminarono di una forte luce blu.
Il pugnale della Regina Lucy.
La spada di Re Peter.
La lancia della Comandante Leysa.
Irradianti luce blu e maestose, quelle due armi sulla coffa del Veliero dell'Alba avanzavano contro quel serpente."

《SONO QUI! UCCIDIMI!》

"Bastò una frazione di secondo al serpente per avventarsi contro Edmund e Leysa.
E loro, schiena contro schiena affondarono le loro armi nella gola di quella bestia.
Un fascio di luce urtò le loro cornee ma continuarono a spingere quelle lame nella carne finché non fu la carne ad allontanarsi per crollare nelle acque salmestre di quell'isola e svanire in quei fondali come polvere.

Finalmente la bestia morì e il cielo sopra la nave lanciò lunghe dita di luce sul mare mentre le scure nubi diramavano.
L'incantesimo era stato spezzato e ora dell'Isola delle Tenebre non eran rimasti che scogli acuminati.
Tutta la ciurma esultò e acclamò i due combattemti sulla coffa.
Lucy entrò nell'ufficio di Caspian e riprese Gael che teneva stretto fra le piccole mani il corno d'avorio di Susan.
Uscirono sul ponte e scrutarono il mare verso Sud ove si potevan notare piccole chiazze nere sull'orizzonte."

《devono essere coloro che cerchiamo》"Disse Lucy a Caspian che con il viso stanco si teneva le mani doloranti, lacerate dalle corde degli arpioni, lui annuì accennando un debole sorriso."

"Intanto sulla coffa Edmund e Leysa, sfiniti si guardarono negli occhi ancora una volta per poi cadere l'uno fra le braccia dell'altra."
《ce l'abbiamo fatta》"Mormorò Leysa in un soffio.
Edmund la guardò con ancora gli occhi colmi di lacrime, posò la fronte contro la sua e prese un respiro profondo.
Quel respiro sulle labbra fece scorrere un brivido lungo la schiena di Leysa e percepì una strana contrazione nel basso ventre ma non era dovuta alla ferita.
Quel dolce respiro, quella persona che aveva fra le braccia era colui che le provocava quegli strani brividi e quelle sensazioni piacevoli.
Si lasciò cullare da quel calore che gradiva e cercava quasi morbosamente. Volle restare lì, in quel suo tepore fino alla fine dei suoi giorni.
In quel momento dimenticò tutti i suoi problemi, le fitte alla testa s'affievolirono e il dolore al ventre sembrò svanire insieme alla stanchezza.
Lasciò che i loro nasi si sfiorassero come avevano fatto quel mattino, che i loro respiri si unissero in un unica danza invisibile.
Mai aveva pensato a come sarebbe stato, era qualcosa che non aveva mai provato: ignoto.
Non sapeva, non aveva idea di come sarebbe stato toccare quelle labbra con le sue.
Quelle labbra che l'avevano spesso incantata muovendosi nel parlato, labbra dolci e vellutate di cui ora cominciava a domandarsi il sapore.
Il cielo intanto schiariva sulle loro teste e le lunghe dita del sole li accarezzavano delicatamente.
Ma il tepore di quel sole del mattino non poteva essere comparato con quello zuccherino del suo respiro.
E ancora una volta quelle labbra tanto diverse si ritrovarono a sfiorarsi creando catene di emozioni indescrivibili.
La mano macchiata di Leysa si posò sul viso di quell'uomo per cui il suo cuore s'era aperto, colui che era stato in grado di distruggere la corazza che circondava quel cuore che d'amore ne aveva visto e provato poco.
Ora quei corpi non esitarono, non vacillarono dinanzi onore o orgoglio... si lasciarono cullare da quel nuovo sentimento e dopo tempo immane quelle labbra si toccarono in un gesto dolce, tenero ma amaro.
Malinconico.
Quelle strane contrazioni nel basso ventre aumentarono e un brivido d'eccitazione la pervase mentre assaporava il suo sapore: piacevole, caldo e morbido, umido. Sapeva di cioccolato amaro, mischiato al ferro del suo sangue.
Avrebbe perso giorni della sua vita a sentire il suo gusto sulle labbra, gusto che bramava come bramava vendetta, lo desiderava morbosamente e non avrebbe mai lasciato quel dolce tepore che l'eccitava.

Edmund si lasciò travolgere da quelle aspre labbra dal duro sapore.
Labbra che non facevan che farlo ascendere in quel dolce calore che desiderava da tempo.
La mano sul suo viso e l'altra a circondargli la vita mentre quell'intimo contatto coccolava la sua anima e stuzzicava la sua mente che bramava disperatamente che quelle labbra aspre e passionali non si separassero dalle sue.
Brividi d'eccitazione e felicità correvano per il suo corpo che stringeva a sè quello duro e lacerato della donna che amava e bramava.
Assaporò le sue labbra leggermente umide ancora per qualche attimo prima che Lucy lo chiamò.
Quel tanto atteso bacio si sciolse provocando in entrambi un profondo senso di perdita e vuoto."
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Lisa~

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieWhere stories live. Discover now