XXXIII

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"Quando le sue mani toccarono quella squamosa pelle, provarono dolore.
La sua pelle era calda.
Ma la piccola Titania non vi fece caso, aveva l'occasione di volare.
Si resse a quella cresta di cartilagine che portava sul collo e, come stesse per salire in groppa a un cavallo, salì sul dorso di quel maestoso animale.
Sentiva il calore di quella pelle sulla sua.
Eustace raddrizzò il suo dorso, emise uno strano ringhio e saltò via sbattendo quelle possenti ali, lasciandosi dietro una scia di polvere."

"Insieme si librarono nel buio di quell'isola.
Il freddo vento della notte sfrecciava fra le ali di Eustace e tagliava il viso come mille mila lame.
L'odore di quella pianura di geyser che Leysa aveva visto quella mattina si faceva sempre più vicino.

Stava volando.
La piccola Titania non riusciva a credere ai suoi occhi.
Il vento che le sfrecciava fra i capelli, il vuoto sotto i suoi piedi.
Mentre Eustace sorvolava il cratere di quel possente vulcano, Leysa lasciò la presa sulla sua cresta e permise al vento di oltrepassare il suo corpo.
Si sentiva il cuore esplodere.
Gridò.
Urlò di felicità.
Quasi pianse."

"Eustace percepì la sua felicità... che lo contagiò.
Prese un profondo respiro e la sua gola si scaldò... uno strano odore di gas nella sua gola e ruggì.
Una luminosa fiamma dorata si librò nell'oscurità della notte.
Sentì Leysa spaventarsi un poco e riaggrapparsi ai suoi spuntoni di cartilagine.
Divertito, accellerò e fece una piroetta verso il veliero.
Planò verso la nave per poi evitarla mostrandole la schiena.
Fece una capriola e si diresse di nuovo verso l'isola, volando a pelo d'acqua.
Alzò il capo verso il cielo e ruggì ancora sputando fiamme d'oro."

"Leysa non poteva esser che felice. Un sorriso meraviglioso era sulle sue labbra mentre il sogno di quella dolce Titania diveniva realtà."

"Appena Eustace raggiunse la spiaggia, la evitò e saettò verso il cielo ignorando la pioggia che aveva lanciato sui suoi compagni."

《io e Susan credevamo non ci sapessi fare con le donne.》"Farfugliò Lucy impiedi accanto a Edmund che osservava suo cugino e Leysa volare."
《non ho capito, cos'hai detto?》"Domandò Edmund non curante. Lucy alzò gli occhi al cielo."
《credevamo avresti sposato la tua torcia.》
《cos-?》
"Gli tirò una gomitata, e costrinse il fratello a voltarsi indolenzito. Non sembrava ma Lucy portava una mano alquanto pesante."
《mi hai fatto mal-》
《ho visto come la guardi》"Sussurrò guardandolo negli occhi.
Lucy potè notare un lieve porporeggio sul suo viso, nascosto però dall'intensa luce del fuoco.
Lui però non rispose."
《Peter credeva ti saresti sposato Philip prima o poi》"Disse Lucy in una risata, a cui Edmund rispose in altrettanto modo distogliendo lo sguardo da quello di Lucy per guardare dove fossero andati Eustace e Leysa."
《però da quando c'è la tua torcia, Philip l'hai dimenticato. Edmund è saltata la corrente portami tua moglie!》"Esclamò Lucy divertita, anch'Edmund rise, nonostante Philip fosse un tasto ancora dolente."

"Eustace e Leysa nel bel mezzo delle loro acrobazie ove sfioravano le nuvole, decisero che forse, era il momento di poggiar i piedi per terra per entrambi, la chiamata di morfeo cominciava a farsi sentire.
Il giovane drago atterrò poco aggraziatamente poco più lontano dal resto della compagnia. Aiutò Leysa a scender dal suo dorso e fece per tornar vicino al fuoco ma Leysa gli si porse davanti.
Grugnì qualcosa simile a una domanda e Leysa gli sorrise."
《grazie》"Disse porgendogli un lieve inchino. Eustace si stupì e la guardò tornare a sedersi alquanto confuso.
Non credeva che Leysa potesse dirgli qualcosa di simile.
Era certo che l'odiasse, l'aveva fatta cadere dalle scale quella mattina.
Il subdolo e rovente abbraccio del senso di colpa coprì il suo cuore, sotto tutto quel grasso di drago.
Leysa, aveva fatto tanto, troppo per meritarsi un tale trattamento da parte di sua madre.
Zitto zitto tornò dov'era prima e provò ad addormentarsi... ma i pensieri avevano la meglio.
L'ignoto aveva la meglio."

[...]

"Grosse lacrime bagnavano la sabbia sotto la sua testa. Sel silenzio di quella notte, singhiozzava, triste e incerto, dubbioso, spaventato da ciò che gli sarebbe accaduto... avrebbe perso tutto? Sua madre, suo padre... come sarebbe tornato in Inghilterra? Sarebbe rimasto un drago per sempre?"

"Ripiceep, che ancora non riusciva a prender sonno, udiva quei singhiozzi e respiri spezzati dal pianto.
Sapeva per certo che l'ultima persona che Eustace avesse voluto vedere fu proprio lui.
Eppure volle avvicinarsi lo stesso.
L'avrebbe aiutato, per quel che poteva."

"A piccoli passettini s'avvicinò al drago che schivo, non lo volle nemmeno guardare."
《posso farti compagnia》"Eustace grugnì, una risposta alquanto vaga per il topo."
《potrei raccontarti una delle mie storie, sempre se gradisci...》
"Eustace non rispose ma lo guardò con la coda dell'occhio, Ripiceep lo prese come un si e sedette accanto al suo viso."
《devi sapere che non la prima volta che incontro un drago. Una volta ero su una nave di pirati, e incontrammo un drago, il doppio più grosso di te, ci armammo per combatterlo...》

"Intanto, Caspian e Edmund chiacchieravano l'uno accanto all'altro, con in sottofondo lo scopiettio del fuoco.
Caspian era seduto su un masso, aveva il viso rivolto verso il cielo a ammirare quella notte senza lune.
Edmund gli era sdraiato accanto, anch'esso col viso rivolto al cielo."
《non avevo mai visto così tante stelle prima d'ora... siamo lontani da casa.》"Farfugliò Caspian."
《io più di quanto credi》"Rispose Edmund ripensando ai suoi fratelli, rimasti nel loro mondo."
《sai, da piccolo speravo di raggiungere i confini del mondo e di trovarvi mio padre...》
《potresti trovarlo, ormai tutto può accadere in questo viaggio.》
《hai ragione》"Mormorò alzandosi da quel masso per poi sdraiarsi accanto ad esso."
《pensi che... ce la faremo?》"Domandò Caspian in un sussurro."
《se tu non hai speranza... come puoi guidare quella gente.》"Disse Edmund severo, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo. Caspian non rispose e gli diede le spalle."
《buonanotte》

"Edmund rimase ancora a guardar le stelle, a guardar quelle galassie luccicanti e quelle anziane stelle.
Immerso in quei preziosi diamanti ripensò a delle parole, parole lontane... pronunciate da qualcuno di valoroso.
Un centauro.
Colui il cui ruolo è di scrutar il cielo e custodirne i segreti.

"Titania,,

Prima di Leysa l'aveva già udito. Cassius... fratello di Oreius. Lui era colui che nel suo clan, contemplava il cielo. Fu lui a insegnargli quel poco di Astrologia che ricordava. Fu lui a raccontargli i racconti sulle costellazioni di Narnia. Quando tornò nel suo mondo fece molta confusione con le costellazioni greche... un macello.

Ricordava di una stella, una stella di nome Titania, astro il cui movimento era inusuale nella volta celeste.
Comparve, per la prima volta sui celi di Narnia, un anno prima della morte della Strega Bianca. Poi svanì per un secolo o più. Si narrava comparisse in tempi di guerra. Protettrice dei soldati.
Parole di Cassius quelle.

Voltò il capo verso Leysa che dormiva a forse un metro da lui.
Calma e con un leggero sorriso sulle labbra.
Cominciò a pensare che forse quella stella era proprio lei.
Nonostante ciò, Leysa era la sua luna.
Se mai gli avessero chiesto di descrivere la luna, lei era la luna.
Pelle d'avorio, occhi argentei come la luce di quella lontana pietra. Se forse vi era qualcosa di diverso tra le due, la distanza. Lei era sempre con lui.
Sorrise.
Quella notte s'addormentò col sorriso, pensando a lei, pensando che presto quella battaglia contro l'ignoto sarebbe finita e forse avrebbero potuto vivere in tranquillità, a Chair Paravel e forse... avrebbe potuto pensar di dar retta a Lucy...
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Lisa~

𝑺𝒐𝒍𝒖𝒎 𝒊𝒏 𝑴𝒐𝒓𝒕𝒆𝒎 𝑭𝒊𝒏𝒊𝒂𝒕 𝑶𝒇𝒇𝒊𝒄𝒊𝒖𝒎 ● abt Edmund PevensieWhere stories live. Discover now