3. una musichetta inquietante

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L I L I T H

<<T. hai bisogno di passaggio per l'aereo domani?>> È sdraiata accanto a me mentre Luke è con gli altri.
<<Mhmh.>> Annuisce. <<Hai una chiamata.>> Theia mi passa il telefono e vedo che James mi chiama.
Accetto.
<<Amore guarda chi c'è qui?>> James tiene per il collo Ella.
<<Com'è che si dice Ella? Mi? Mi?>> Lei tossisce e il mio cuore un po' va in frantumi. Sta capendo cosa ho provato.
<<Mi-mi dispiace.>> Tossisce e mio fratello la lascia cadere a terra.
<<L'ammazzo? O l'hai perdonata?>> Chiede.
<<Falle capire cos'ho provato. Falle qualche ferita, ma lasciala viva.>> La vendetta, era questo a cui mi avevano educata, per quanto le volessi bene, la vendetta era ormai la mia dedizione.
<<Va bene sorellina, ci penso io.>> Mi fa un occhiolino e io sorrido. Chiudo la chiamata.
<<Che ha fatto quella? Io l'avevo detto che era una stronza! Vedi che mi devi ascoltare sempre cogliona!>> Si mette a sedere e mi urla incazzata. Scoppio a ridere e dopo qualche secondo anche lei. Cosa farei senza la mia Theia?
<<Lil, che ha fatto? Dico sul serio ora.>> Si fa seria e la testa gira.
<<Mi ha usata, ma non importa, tanto ho te, se ho te va bene tutto.>>  Senza Theia non posso vivere, sono viva solo grazie a lei.

Passato
3 anni prima

le mani tremano, la testa gira, ingoio quel farmaco e forse un altro ancora, non lo so, so solo che sono fuori di me, credo, ho un coltello in mano? Quando l'ho preso? Sono seduta sul balcone, guardo i palazzi di New York dal balcone di camera mia e penso che mi piacerebbe stare là, nel mentre mi faccio piccole ferite, sulle gambe, sulle braccia, sul petto, sulla pancia, non so cosa mi prende, ma lo voglio fare e basta. Mi dondolo e mi sporgo un po' più in là, verso il vuoto.
<<E se mi buttassi? La. La. La.>> Canticchio dondolando le gambe. E lo faccio anche nella mia mente, una musichetta inquietante. Che fa: "La. La. La. La. Ahh. Un urlo. Un urlo di un mostro. È indovina chi è il mostro? La. La. La. La. " E ogni urlo un taglio, sono una decina.
<<Lilith... Scendi.>> Continuo a cantare mentre prendo la mano di Theia.
<<Sei bella, molto bella.>> Le accarezzo i capelli mentre mi fa sedere sul letto. Mi disinfetta i tagli e io continuo a cantare canzoni inquietanti. Dondolo le gambe con ancora il pugnale in mano, lo guardo affascinata e raschio via il sangue con l'indice facendomi un piccolo taglio, sorrido e cautamente Theia mi sfila il pugnale facendosi un mini taglio sulla mano, e penso: " Starà provando il mio stesso sollievo?"
<<La. La. La.>> Scuoto la testa a destra e sinistra mentre con dei batuffoli mi disinfetta per bene i tagli, sorrido e lei tremolante ricambia. Mi mette a dormire e sono certa di star cantando ancora.

J A M E S

È nella stanza accanto e io voglio essere egoista e prendere un pezzo di lei, ma non l'avrei fatto, io e lei siamo amici e basta e non posso neanche fare questo a Luke, lei ci tiene, imparerò a farlo anch'io. Guardo il soffitto e qualche lacrima scende, perché nessuno mi crede, tutti pensano che io sia un pagliaccio, non è una semplice cotta, sento il cuore in gola ogni volta che la penso, una decina di volte al giorno. Averla nella stanza accanto è terribile, soprattutto perché immagino che si stia baciando con lui, volevo provare anch'io quello che prova lui, voglio avverare le mie fantasie unicamente con lei, perché qualunque ragazza con cui io sia stato non è comparabile a lei, non hanno il suo sorriso, il suo carattere, non è lei. Nessuno credeva che fossi realmente innamorato perché cercavo di ingannarmi dicendo di amare una ragazza qualunque sapendo che non sarà mai come lei. Nessuna. Nessuna mi farà sentire come mi fa sentire il suo sorriso, il suo odore, i suoi capelli, i suoi occhi. Se c'era una cosa certa era che l'amore fa male, lo odio, non augurerei a nessuno di innamorarsi se dovesse fare così male. Una notifica. Natasha. Una foto. Ma in quelle foto inespressive non vedevo niente, non erano come le foto che mi mandava lei, con un innocente lingua di fuori, con un bacio volante o un occhiolino bizzarro ed inquietante. In quelle foto c'era lei. In quelle foto insensate c'era il loro corpo, un corpo qualunque, che non mi importava. Ma i miei pensieri ora non ci sono più, c'è solo una musichetta inquietante: Lilith. Balcone. E quella dannata musichetta.

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