15. Rabbia. Apatia.Dolore

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L I L I T H

Sta pianificando qualcosa, se mi avesse voluta veramente mi avrebbe già detto qualcosa, se c'è una cosa che so di lui, è che non sa controllare i sentimenti, soprattutto l'amore. Caro mio credi di prendere per il culo Lilith Williams? Manco per il cazzo. Mi incammino verso il bagno e mi immergo dentro la vasca, l'acqua che mi ricopre il corpo e i nervi rilassati.

<<Alex, ho bisogno di star mega aiuto.>> Piombo in camera sua con il fiatone per avere fatto il corridoio a corsa ed essere caduta appena uscita dalla vasca.
<<Dimmi?>> Posa il telefono.
<<Allora, Damon, mi ha detto cazzate varie, che gli piaccio, ma è ovvio che non è vero. Come potrei usare questa cosa a mio favore?>>
<<Sarebbe più facile accedere a documenti, scopriresti molti più dati e in breve tempo, è fattibile. Starà facendo anche lui una cosa del genere, comunque sarà collegato a qualcosa.>>
<<Cazzo, sei un genio.>>
<<Dici troppe volte la parola "Cazzo".>> Mi ammonisce.
<<Non mi rompere il. Cazzo.>> Marco l'ultima parola. Esco da camera sua e avverto un leggero brontolio dello stomaco, scendo in cucina ma cazzo, non ho voglia delle solite cose dietetiche. Adocchio della torta e il brontolio si fa più prepotente, afferro il piattino e la mangio, comincio a sentirmi piena, morso dopo morso il senso di vomito si fa più forte, la sensazione di aver commesso uno sbaglio. Perché cazzo non sono come le altre?
Mordo un altro pezzo avendo paura di vedermi allo specchio, la sensazione di star per vomitare si fa più forte, poso la torta e penso cosa potrei fare per alleviare quel senso di colpa. Corro in camera mia e il mio sguardo si illumina vedendo quel cassetto, lo apro e penso che erano mesi che non lo facevo, ma un autolesionista è pur sempre un autolesionista, nonostante abbia smesso, i miei pensieri sono sempre la, non sono mai guarita e mai lo farò. Infondo cosa c'è di male? È un taglietto, non mi sto ammazzando. Vaffanculo. Afferro una fra le numerose lamette deposte dentro una custodia degli occhiali, alzo la maglietta e affondo la lama proprio accanto al seno sinistro,un taglio piccolo, innocente e nascosto. Chiudo gli occhi sentendo il dolore zittire un attimo i rumori, i pensieri nella mia testa, poi sento un goccia di sangue colare lungo l'addome e inizio a vedere nero e ad avvertire più forte di prima il desiderio di vomitare. Butto la lama dentro la custodia senza neanche pulirla, poi mi guardo allo specchio, facendo una smorfia vedendo la pancia gonfia e il viso gonfio. Vedermi allo specchio ogni volta è una condanna. Non ho voglia di soffrire ancora, chissà se in passato avessi avuto più coraggio forse ora sarei morta, ma le palle mi sono sempre mancate, sono sempre stata una tipa da parole, ma quando si tratta di rischiare così tanto, di rischiare la vita, anche se è un forte desiderio, palle non ne ho più.

Tiro la pancia, sorrido, faccio un respiro profondo, una, due, tre volte, ma qualcosa dentro di me non mi lascia pace, la pace che cercavo è inesistente, perchè quel dolore straziante al mio cervello che parla troppo, non lo leva nessuno, gli piace divagare, gli piace farmi soffrire, riempirmi di paranoie fino a farmi scoppiare, da sempre, da quando ho messo piede al mondo, dannato mondo.

7 anni prima

La testa rimbomba di pensieri, uno dopo l'altro sparato a raffica, senza pietà, un insulto dopo l'altro, tutti verso me stessa, tutti verso lo schifo che faccio, parole che rimbombano, scoppiano, mi fanno desiderare di morire, morire come lei. Prima ne parlavo con Lidia, la mia migliore amica, ma lei è morta, tutto intorno a me sembra appassire, io sto appassendo, lui non mi viene a trovare più, non viene da un mese, io qua dentro non ci voglio stare, ci stavo grazie a lui. L'avrò stancato, avrà trovato una ragazza magra, formosa, della sua età magari, forse si accorto che ho dei problemi seri, si è accorto che non potrà salvarmi da me stessa perché non riesco a guarire, sono sempre a un passo dal morire, la corda si sta spezzando e io stimolo per vivere non ne trovo più, vivo a forza, perfino alzare una mano è faticoso, perfino percorrere la rampa di scale che porta dal mio psichiatra, perché sono una pazza, ho un disturbo, mi imbottiscono di farmaci, credo che siano quelli a rendermi così stanca, oppure la sua mancanza, la loro mancanza. Lei è morta e Lui non mi ama più, mi ha lasciata qui, sola, con una ragazza mezza morta nel lettino accanto, parla solo per avere dell'acqua a pranzo, non credo di starle simpatica, sembra più piccola di me, direi undici anni, ha capelli a caschetto neri, gli occhiali, gli occhi non li ho visti bene, la maggior parte del tempo lo passa a dormire e il resto della giornata sto con qualche maggiorenne come a mio solito mi trovo meglio con loro.

D A M O N

<<Hai fatto?>> Mi chiede Adam, seduto nel mio letto con una sigaretta fra l'indice e il medio.
<<Si, ha detto che ci deve pensare.>> Mi passa la sigaretta che teneva fra l'indice e il medio.
<<Mh.>> Annuisce aspirando il fumo.
<<Come va? La questione del matrimonio, insomma sarà domani.>> Mi siedo accanto a lui e mi faccio passare il pacco di sigarette e un accendino.
<<Non mi ci fare pensare Dam, è straziante sapere di non poter stare con chi ami.>> Sbuffa.
<<Sei ridicolo, l'amore non esiste, è tutta chimica e attrazione fisica.>> Gli butto il fumo in faccia facendogli socchiudere gli occhi.
<<Certo, fammi sapere se la penserai ancora così quando incontrerai la persona giusta.>>
<<Non sono giusto per nessuno, lo so io e lo sai tu.>> Le persone come me distruggono, e io non ho intenzione di distruggere chi non se lo merita, già in passato ho distrutto Lilith, al tempo ancora innocente.
<<Invece si, troverai la persona giusta.>>
<<Tu non capisci, non è questione di cosa giusta, ma che distruggo tutto e non ho intenzione di distruggere ancora persone che non lo meritano.>> Ho distrutto una famiglia e di persone ne ho distrutte, illuse e uccise a centinaia, una di queste è stata lei, prima di me, nonostante il dolore aveva dei sentimenti, li mostrava, ora non so cosa prova, è indecifrabile, l'unica emozione che mostra è la rabbia, rabbia pura, se la dovessi descrivere con tre parole userei: rabbia, apatia, dolore.

7 anni prima

Cazzo, se mi beccano mi ammazzano. Dopo tre mesi ho trovato le palle per andarla a trovare, non so se mi vorrà vedere, spero di si, mi fa soffrire averla lontana, mi manca la sua iperattività, la sua piccola mente da pervertita e il doverci nascondere in pubblico.

Sono qua da dieci minuti, ancora non è l'ora delle visite ma ci tenevo a essere puntuale. Guardo le scale, poi la vedo scendere, ma è spenta, non ha niente nello sguardo.

<<Che cazzo ci fai qua?>> Mi ringhia, ha i capelli legati in una crocchia, un pantalone di tuta e un felpone, ma non potrebbe essere più bella di così.
<<Volevo vederti, Piccoletta.>> Le accarezzo lo zigomo, le alzo il viso. Rabbia. Dolore. Apatia.
<<Dopo tre fottuti mesi?!Io, sono stata male per te, è morta la mia cazzo di migliore amica, tu non ti sei fatto vivo, ho più farmaci in sangue che in corpo, ho provato a suicidarmi sei cazzo di volte in tre mesi e tu spunti con "volevo vederti" sul serio? Vaffanculo, vattene.>> Il mio cuore si frantumò, niente sarebbe stato capace di rimetterlo insieme.
<<sei volte...?>> Sussurro.
<<Si, per caso sei sordo? Ti ho detto vattene cazzo, non ti voglio vedere mai più.>> Mi spinge, ma senza forze cade lei, cerco di afferrarla ma si scosta cominciando a urlare, la sicurezza mi buttò fuori.

Presente

La rividi solo un anno e mezzo dopo, aveva quasi sedici anni e io quasi venti, lei ancora non stava bene del tutto e io non ero mai riuscito ad andare avanti, tuttta quella rabbia, quel dolore, in un corpo così piccolo mia aveva distrutto, anche solo guardare un'altra ragazza mi faceva venire il volta stomaco. La cosa che mi distrugge di più e che se avessi avuto più coraggio non sarei mai entrato nella sua vita, mi sarei suicidato o sarei andato da lei comunque, correndo il rischio di morire, ma non ero in pericolo solo io,ma anche lei, una ragazza anoressica con troppi demoni.

E M I L Y

Una mano mi copre la bocca e io urlo, poi non capisco più niente, vedo tutto nero e vengo trascinata via nel buio della notte

Nota autrice

Allora... intanto scusate l'assenza ma in questo periodo non sto bene, è un periodo no ma volevo comunque scrivere questo capitolo anche se non mi convince al massimo, spero comunque che vi sia piaciuto, e spero di pubblicare presto il capitolo 16🫶

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