4. ghost face

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L I L I T H

Xenia è seduta a gambe incrociate sul mio letto, i capelli sciolti le ricadono sulle esili spalle, ha indosso un top bianco, un jeans cargo verde e le converse nere.
<<Stasera che facciamo?>> Mi chiede con il suo accento spagnolo.
<<Ho pensato cinema, un film horror e poi rimaniamo a dormire da me. Che ne pensi?>>
<<Fantastico, ma non ho vestiti.>> Si gratta la nuca. <<Però potresti dormire tu da me.>>
<<Va bene, fammi preparare lo zaino.>>

<<Oggi fanno Scream sei, lo guardiamo?>>Chiedo e lei annuisce entusiasta.
<<Dove andate?>> Chiede Cha seduta sullo sgabello intenta a mangiare una fetta di torta.
<<Al cinema, guardiamo Scream.>>
<<Okay, divertitevi.>>
<<Grazie.>> Sorride Xenia. Usciamo di casa sulla mia auto e in cinque minuti arriviamo al cinema.

io e Xenia ridevamo per ogni cosa, anche se voleva una mosca, a tal punto che uno ci ha tirato dei pop corn, ma poi nel bel mezzo del film urla, sangue. Incrociai lo sguardo di Damon nascosto nella maschera, mi si avvicina e mi sussurra all' orecchio.
<<A presto bellezza.>>
<<A presto ghostface.>> Xenia mi guarda interrogativa. Mentre io afferro il biglietto che mi lasciato in mano.

Attenta piccolo demone,fra un po' arriva il tuo turno. Prima però vorrei che aprissi le tue belle gambe per me.

<<Cazzo, se ti avesse ammazzata.>> Le mostro il coltello che era premuto sulla schiena di Damon e le faccio l'occhiolino.
<<Andiamo, non è sicuro.>> La tiro verso di me e ci chiudiamo in auto verso casa sua. Entriamo nel palazzo, ultimo piano, vista fantastica. Appena entrata poso il mio zaino a terra, guardo la casa, moderna e piena di foto, le guardo sorridendo, finché non riconosco qualcuno, la famiglia Garcia, due bambini, lei e suo fratello, e i due bambini nati da poco non ci sono, ma di lei non sapevo l'esistenza.
<<Xenia qual è il tuo cognome?>>
Sta in silenzio...
<<XENIA.>> la chiamo nuovamente.
<<Gracia.>> Avevo trovato un amica, tutto a puttane. <<Lilith posso spiegarti, giuro che non sono come loro. Odio uccidere. Non lo faccio da quando ho tredici anni, mi hanno abbandonata, non ti giudicherò perché ti capisco.>>
<<Xenia, non so se fidarmi, se sei come me sei bugiarda e non voglio morire così. Vorrei accanto al mio migliore amico.>>
<<Se vuoi puoi dormire nella stanza degli ospiti.>>
<<Xenia, non posso.>>
Prendo lo zaino e me ne vado un po' scossa.

<<Dimmi testa di cazzo.>> La gentilezza di Jace
<<Sto venendo da te, dormo con te ti devo spiegare un sacco di cose.>>
<<Okay. Soleil va via. Ti dicevo va bene.>>
<<Si nuovo notte con Soleil, diventerà la tua ragazza?>>
<<Solo sesso, odio impegnarmi.>>
<<Sono da te scendi.>>
Chiude la chiamata.

Mi apre la porta con solo un telo legato in vita.
<<Ciao Brother.>> Lo saluto entrando in casa.
<<Ciao sister.>> Chiude la porta. La casa SEMPRE vuota apparte Jackson, suo fratello maggiore. Le birre a terra mi fanno capire che Jax si è ubriacato, di nuovo, Jace al contrario odia l' alcol.
<<Cosa dovevi raccontarmi?>> 
<<Hai presente Xenia? La ragazza che ho conosciuto da poco.>> Mi siedo sul letto mentre Jax accovacciato su un secchio mi saluta con cenno della mano.
<<Si?>> Annuisce ingoiando pigramente un sorso di sprite.
<<La sua famiglia è una famiglia di assassini, non so se fidarmi, effettivamente non sapevo neanche che avessero una figlia, l'unica ragazza dicono che è morta a 13 anni, l' età in cui ha smesso di uccidere.>>
<<Cazzo sorella non te ne va una buona.>> Si butta sul cuscino per non sentire suo fratello vomitare.
<<Lo so, ho bisogno di bere, hai qualcosa?>> Gli chiedo appoggiata al suo petto.
<<Solo una birra, l'ultima bottiglia di vodka se l'è scolata quel deficiente.>> Mi indica suo fratello che si lamenta e farfuglia parole senza senso.
<<Grazie.>> Mi passa la bottiglia di birra sulla scrivania e la stappa.
<<Ah! Hai presente il mio vicino?>>
<<Chi? Damon o Adam?>>
<<Damon.>>
<<Mhmh>> Annuisce.
<<Ho visto scream al cinema e come previsto, omicidio, si è avvicinato a me e da lì ho capito che era Damon. E mi ha dato questo biglietto.>> Glielo porgo e lui lo legge.
<<Eccitante, se fossi in te sarei sicuramente eccitata.>>
<<Zitto deficiente.>> Rido con la testa appoggiata al suo petto, ascoltando i battiti del cuore che mi perforano le orecchie.
<<Vostro padre da quando non torna a casa?>> Chiedo.
<<Un mese. Un cazzo di mese e siamo senza un dollaro.>>
<< I soldi non sono un problema, hai me, ho troppi soldi, cosa me ne faccio? Invece Jax da quando è conciato così?>> Chiedo indagatoria.
<<Una settimana, non sopporta vedere la casa vuota.>>
<<Sapete che quando volete potete dormire da me. Ho stanze per gli ospiti e i miei genitori vi adorano, almeno mia madre, mio padre lo sai com'è.>>
<<Lo so Lili. Ma Jax non aiuta, il mio stipendio lo spende in alcol, sigarette e droghe, se non la smette finiremo sotto i ponti.>>
<<Lo capirà, o con le buone o con le cattive. È come se fosse i miei fratelli, non permetterò che quel coglione di Jax si sistemi ancora così, fa male a lui, a te e a me.>> Mi accarezza i capelli sorridendo leggermente.
<<Mi aiuti a portarlo a vomitare in camera sua?>> 
<<Va bene.>> Rido leggermente e mi alzo aiutando Jace ad alzare suo fratello.
<<Lasciatemi, dai stronzi.>> Biascica lentamente Jax. Io lo prendo dalle braccia e suo fratello dalle gambe e con fatica lo buttiamo sul letto. Come al solito il pavimento è pieno di magliette, pantaloni, fogli accartocciati e qualche bottiglia sulla scrivania insieme a un reggiseno in pizzo rosso appeso alla finestra.
<<Cazzo è più in disordine della stanza di mio fratello James nel suo periodo depresso.>> Senza dire niente sistemo, butto le bottiglie e i fogli e butto i vestiti a lavare caricando la lavatrice.
<<Che ne pensi se mi andassi a mettere il pigiama e guardiamo un film horror?>> 
<<Penso che è un ottima idea.>> 
Mi fiondo nel bagno e mi cambio indossando il mio pigiama verde smeraldo. Una notifica mi distrae. Una foto inviata da Anderson. Una foto mia di schiena senza maglietta e del mio culo con solo un perizoma addosso. Mi giro e non c'è. Sorrido leggermente. 

CORRUPT SOULS Where stories live. Discover now