PROLOGO

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Non era così che sarebbero dovute andare le cose.

Era ormai pomeriggio inoltrato, il sole stava tramontando e da una delle capanne del villaggio giungevano le urla di una donna in procinto a dare alla luce il suo primo figlio. Quello avrebbe dovuto essere il giorno più bello per una neomamma, ma non per lei. Per tutta la durata del parto non aveva fatto altro che pensare a quello che sarebbe successo nel giro di qualche ora e si era ormai rassegnata al destino che attendeva lei e suo figlio. Non ebbe nemmeno la possibilità di tenerlo tra le braccia, portato via immediatamente. L'unica cosa che le fu permesso di avere in quel momento erano i suoi pianti. Non le era stato dato nemmeno il tempo di dirgli addio.

***

Al calar della notte un gruppo di donne seguiva l'Anziana verso il falò al centro del villaggio.

Ella teneva tra le braccia un piccolo fagotto avvolto in una leggera stoffa bianca. Quella breve processione dall'abitazione natale del piccolo fino al falò fu accompagnata da una cantilena che venne interrotta non appena la piccola creatura fu appoggiata per terra, al centro di un pentagramma. Il neonato non piangeva, dormiva tranquillo. Anzi, tranquilla. Era una splendida bambina coperta nel suo lenzuolo: la pelle liscia e chiara con solo un colorito più accentuato sulle guance.

Le donne si misero in cerchio. Erano le Sacerdotesse di quel villaggio. Avevano addosso una tunica dello stesso colore del lenzuolo della bambina, con il volto coperto da un cappuccio, le mani congiunte sul grembo, il capo chino e gli occhi socchiusi. A farsi avanti fu l'Anziana, la stessa che aveva guidato tutte quelle donne fino a quel luogo. Lei fu l'unica a scoprire il proprio volto, svelandolo scolpito dalle rughe dell'età che avanza e la carnagione un po' scura. Il viso era segnato da delle linee bianche sulle guance e i suoi occhi erano privi di colore.

Sotto il suo permesso e con un cenno della mano, a lei si avvicinò una delle donne lì in cerchio. Era una donna molto giovane e, a differenza dell'Anziana, non si liberò del cappuccio.

Portava tra le mani un libro che aprì e porse all'Anziana. Ella, priva della vista, si lasciò guidare dal tocco delle sue dita su quelle pagine, assorbendone il potere necessario per effettuare il rituale.

Il silenzio regnava, tranne che per lo scoppiettio del legno che ardeva sotto le fiamme del falò. Oltre questo c'era un altro gruppo di persone, ovvero il popolo abitante del villaggio. Assistevano in silenzio a quel momento che da tanto tempo ormai aspettavano e che finalmente era giunto. La giovane donna al fianco dell'Anziana, Diana era il suo nome, aveva lo sguardo fisso sulla bambina. Le fu alquanto difficile trattenere la gioia nello scoprire di aver dato alla luce una femmina. Avrebbe voluto fermare tutto quanto, prenderla tra le braccia e avere un momento tutto per loro, da madre e figlia. Sapeva, però, che questo non sarebbe mai accaduto.

«Figlie mie. Miei fratelli e sorelle. La profezia legata al nostro popolo si sta avverando. Il tempo ormai sta per giungere al termine ma noi abbiamo finalmente il nostro erede!» annunciò l'Anziana rivolgendosi a tutto il popolo e alle Sacerdotesse ma nessuno liberò un urlo di gloria. Non c'era nulla da festeggiare. Inoltre, la preoccupazione della giovane donna verso sua figlia non faceva altro che aggrapparsi con sempre più insistenza su di lei e non aveva nessuna intenzione di abbandonarla.

La preoccupazione aumentò soprattutto nel momento in cui l'Anziana si inginocchiò all'interno del pentagramma ai piedi della bambina, posando le mani per terra. Diana sapeva perfettamente cosa stesse per accadere: ognuna di loro avrebbe eseguito lo stesso rituale dell'Anziana trasferendo il proprio potere e la propria energia in quel piccolo corpo. La bambina all'improvviso si svegliò e i pianti ruppero il silenzio regnato fino a un istante prima.

Nascosta (Lamia's chronicles #1)Where stories live. Discover now