CAPITOLO UNDICI

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Mani che battevano al ritmo di musica. Dita che pizzicavano le corde di quello strano strumento che Lamia ha scoperto essere una chitarra, accompagnato da un suono più dolce del liuto. Le lunghe tavolate che prima si trovavano al centro della stanza erano state spinte via, per lasciare questo enorme spazio a chi desiderava danzare. L'uno sottobraccio dell'altro, girando attorno e cambiando poi di tanto in tanto il braccio. C'era chi invece si era messo in disparte a giocare a carte e chi invece non smetteva di riempirsi di continuo i boccali.

Era giorno di festa, non c'erano regole quel giorno.

Lamia si era accomodata assieme a Leeja accanto al gruppo di uomini che stavano suonando. Batteva assieme a tutti gli altri le mani e osservava incantata chi avesse deciso di partecipare a quelle danze. In vita sua non aveva mai partecipato a feste di quel tipo. Il suo compleanno e quello di Eris li aveva sempre festeggiati da sola con sua sorella, qualcosa di intimo. Come sarebbe stato festeggiare il suo compleanno in questo modo? Con tutte queste persone che adesso erano la sua nuova famiglia?

«Un brindisi al nostro futuro Re! Lunga vita a Sua Altezza!» ogni brindisi era un momento buono per approfittare di bere quanto più vino possibile. Dalla sala reale ne avevano rubato un bel po' che per chissà quanto sarebbe durato. Lamia non era mai stata una amante di quella bevanda, in realtà non sapeva nemmeno che sapore avesse. Eris non le aveva mai permesso di farne un uso quotidiano anche perché era qualcosa di troppo pregiato per loro.

Qualcuno si avvicinò alle due ragazze e porse loro due calici di vino. Lamia lo afferrò un po' scettica e osservò il contenuto del calice: un liquido annacquato di color rosso scuro. Avvicinò la punta del naso in prossimità del bicchiere per ispirarne l'odore. Fu così intenso che arricciò il naso e scostò il più lontano possibile quella roba da lei.

«Avanti, Lamia! Almeno per stasera puoi fare una eccezione alla regola! Lasciati andare.» Sentenziò Leeja che si fiondò immediatamente a bere il calice pieno di vino, non perse nemmeno tempo che si alzò per andare a farsi riempire il bicchiere. Lamia si domandò come una bevanda così nauseabonda potesse essere così amata, consumata voracemente e senza contegno. Forse, come aveva detto la sua amica, solo per quella sera poteva lasciarsi andare? Magari ne aveva bisogno per sciogliere un po' i nervi. Eppure, l'euforia in lei non cessava di abbandonarla, nonostante non avesse bevuto nulla. L'immagine di Josan che le donava un inchino e un bacio sul dorso della sua mano non accennava ad abbandonarla. Ogni volta che con la mente ritornava a quel momento, una forte morsa alla bocca dello stomaco la prendeva.

«Anche tu vorresti essere da tutt'altra parte?» al suo fianco si accomodò Gavin. Fino a quel momento non avevano ancora avuto modo di poter parlare. C'è stato solo un istante prima di entrare in sala dove si erano salutati, promettendosi di incontrarsi all'interno. Lamia sorrise timidamente, facendo roteare il calice muovendo il polso. Lo sguardò rimase fisso sul liquido rosso che era ancora lì. Non voleva mostrarsi strana o sovrappensiero, non in quel contesto. D'altronde, come avrebbe potuto giustificare il suo atteggiamento? Si fidava di Gavin, lo riteneva un ottimo amico e confidente, ma dirgli quanto successo pochi istanti fa... era qualcosa che doveva tenere per sé. Non solo perché non voleva che girassero strane voci sul suo conto, ma soprattutto perché voleva salvaguardare la reputazione di Josan.

«No, in realtà sto bene. Non ho mai partecipato a un festeggiamento.» confessò Lamia. Quando incrociò lo sguardo di Gavin si immaginò di vederlo confuso, come se lei avesse appena confessato qualcosa di strano, fuori dal normale. Come poteva dirgli che per sedici anni sua sorella Eris non le ha dato la possibilità di fare amicizia con gli altri bambini del villaggio dove era cresciuta? Come poteva dirgli che aveva sempre vissuto sotto la sua ombra, considerando quel suo fare protettivo giusto? Vivendo lì a palazzo aveva scoperto un altro stile di vita. Probabilmente se Gavin le avesse fatto quella domanda i primi giorni che era lì, avrebbe risposto di sì.

Nascosta (Lamia's chronicles #1)Where stories live. Discover now