Interludio

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Il gracchiare dei corvi e lo scricchiolio delle foglie sotto i piedi erano gli unici suoni che si udivano. All'in fuori di questi, il silenzio regnava in quel luogo ormai desolato, dove la morte e la distruzione si erano portati via tutto.

Al calar della notte, la donna aveva deciso di abbandonare il luogo da cui si era finalmente svegliata e andare a guardare con i propri occhi il suo operato. Era consapevole che non sarebbe stato facile portare a termine questo compito per cui si era preparata da anni, eppure quella per lei fu una piccola vittoria. La prima di una serie.

Da sola, senza il suo esercito al suo seguito, si recò al villaggio che lei stessa aveva comandato di radere al suolo, raccomandandosi di uccidere chiunque si fosse messo in mezzo alla sua battaglia. Molti erano i corpi senza vita disseminati per terra: donne, uomini e anche bambini. Il suo esercito non aveva risparmiato nessuno. Immaginava che qualcuno fosse riuscito a fuggire, e tra questi c'era sicuramente colei che era il suo obiettivo.

Fu così vicina, così tanto che il pensiero di non essere subito riuscita nel suo intento le faceva bollire il sangue. Avrebbe potuto porre fine ad ogni cosa in pochi istanti, se solo quegli incapaci non se la fossero lasciata scappare.

Eppure, la sentiva. Ne riusciva a percepire la presenza.

Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, lasciando trapelare sul suo viso un sorriso sinistro, tanto da leccarsi le labbra per quanto bramava quell'enorme potere.

Camminò lungo quella che doveva essere stata la via principale del villaggio. Si lasciò guidare da quella scia, da quell'odore di sangue e di magia che sentiva nell'aria. Così tanto familiare per lei da farle torcere lo stomaco dal disgusto. Non era di certo quello il momento di lasciarsi travolgere dai ricordi, dal sentimentalismo.

 Non era di certo quello il momento di lasciarsi travolgere dai ricordi, dal sentimentalismo

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Aveva un solo obiettivo.

E, che gli dèi la maledicessero, lo avrebbe portato a termine.

Raggiunse alla fine un'abitazione, una delle poche che non era andata completamente distrutta. Quella scia, quella sensazione di familiarità l'aveva condotta fino a quel punto. Varcò la soglia e quello che vide la fece quasi ridere.

Per terra c'era un corpo carbonizzato.

Di quel corpo non era più rimasto nulla, nell'aria si sentiva ormai l'odore di morte. E non solo. Riconobbe immediatamente che quell'uomo non era stato ucciso da una delle sue guardie, da un membro del suo esercito. Ebbe la conferma di questo perché solo il punto dove si trovava il corpo era stato coinvolto dalle fiamme. Il resto di quella minuscola e insignificante abitazione era rimasto intatto.

E ci poteva essere un'unica spiegazione.

Cominciò a ridere.

Non era una risata divertita. Era quasi una risata di vittoria, di essere un passo avanti verso il suo scopo. Tutto sembrava essere a suo favore. Nella sua mente balenò un pensiero, una possibilità, una carta che non avrebbe sprecato.

L'avrebbe utilizzata a suo vantaggio.

Tutto le sembrò così dannatamente facile. Era possibile? Quasi pensò che fosse tutto un inganno.

Continuò a girovagare in quell'abitacolo: osservò per terra quello che sembrava essere stato un pasto che non era stato consumato. Il cibo era ormai andato a male e vi erano cocci sparsi ovunque di quelle che un tempo erano delle ciotole per poter mangiare. Oltre a questo, notò che vi erano due letti, se così si potevano definire. Non erano altro che un mucchio di paglia messa insieme per poter creare un giaciglio su cui dormire.

La donna si diresse verso uno dei due, riconoscendo una strana attrazione. Vi posò la mano sopra e d'improvviso la sua mente fu invasa da una serie di immagini.

La vedeva.

La vedeva svegliarsi la mattina col sorriso sulle labbra.

La vedeva in giro per quella capanna in compagnia di un'altra donna.

La vedeva crescere.

La vedeva diventare qualcosa che non avrebbe mai dovuto esistere.

La vedeva indossare la collana.

«No!» urlò e tutta quella paglia esplose in un colpo solo. La rabbia le annebbiò la mente. Non poteva essere vero. Era tutto semplicemente un brutto scherzo. Ciò che vide in quella visione era qualcosa di impossibile. Si portò una mano sul collo e strinse forte la sua collana: ornata di spine che incastravano una perla completamente nera.

Chiuse gli occhi e cercò di mantenere la calma, non era il momento di lasciarsi sopraffare dall'ira. Quel che fatto era fatto. Ciò che avrebbe dovuto fare ora, era preparare la sua prossima mossa. Soprattutto alla luce dei fatti cui era venuta a conoscenza. Abbandonò, quindi, quella dimora e si diresse nuovamente nel cuore del villaggio.

Camminò lenta, calciando via tutte le macerie che le ostacolava il passaggio. Fu pronta ad abbandonare quel villaggio e andare via. Aveva visto abbastanza, aveva tutto ciò di cui aveva bisogno.

Il suo sguardo, poi, si posò a terra su un corpo senza vita.

La riconobbe.

Riconobbe i suoi lineamenti. Riconobbe i suoi capelli biondi quasi tendenti al platino, la sua veste rosea completamente sporca di terra e sangue. Si inginocchiò e le scostò dal volto le ciocche dei capelli. A quel tocco nuove immagini invasero la sua mente e la vide di nuovo. La vide tenere tra le braccia questa donna. La vide piangere dal dolore e dalla disperazione. La vide dar vita ancora una volta ai suoi poteri tanto da oscurare il cielo e far tremare la terra.

E poi l'ultima immagine che vide fu lei che scappava dal villaggio.

Poi il nulla.

Si alzò e si voltò verso la direzione dove era scappata. Con passo deciso iniziò a seguire la scia che si era lasciata alle spalle. Entrò nel fitto della foresta.

C'era quasi.

Se lo sentiva.

Poi, si bloccò.

Arrivò in un punto della foresta che la disorientò. Cominciò a guardarsi intorno perché non seppe cosa fare, che direzione prendere. Perché più andava avanti, più la scia perdeva la sua energia fino ad affievolirsi completamente.

Si sentì nuovamente sconfitta. Avrebbe dovuto immaginarselo.

Lì non avrebbe potuto più fare altro.

Era giunto il momento di ritornare alla sua dimora e pensare al da farsi.

Allargò le braccia e dalle sue mani scie nere si liberarono, avvolgendola completamente.

E poi, sparì.

Nascosta (Lamia's chronicles #1)Where stories live. Discover now