CAPITOLO DODICI

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«Prendete tutto ciò che è indispensabile: stracci, lenzuola, unguenti, acqua calda. Tutto!»

Nel giro di pochi secondi si era creato un panico generale tra le mura del castello. La signora Melvine al suono delle campane e dell'avvertimento delle guardie aveva subito iniziato a impartire ordini a tutti i presenti. Gli uomini erano stati incaricati di seguire il principe, le donne, invece, erano costrette a improvvisare la sala reale per poter accogliere e soccorrere eventuali feriti.

Com'è possibile che sia accaduto qualcosa del genere? In un giorno di festa? Il Re era risaputo non avesse nemici. Tutti i lord del regno gli avevano giurato fedeltà da tempo ed erano tutti qui presenti. Allora chi?

I nobili erano stati spostati in un'ala del castello che li avrebbe protetti, mentre Re Eberron e suo figlio erano corsi assieme ai soldati verso la cittadella per contrastare questo attacco improvviso. Forse c'era qualcuno che non desiderava Josan come futuro Re? Non poteva essere una coincidenza che proprio oggi sia accaduto ciò.

«Lamia, vieni qui ad aiutarmi!» urlò la signora Melvine intenta a preparare uno dei tavoli presenti nella sala come se fosse un letto. Non avevano tempo per preparare dei letti veri. Era successo tutto così velocemente che Josan con grande lucidità e senza lasciarsi prendere dal panico aveva ordinato alla donna si eseguire il protocollo di emergenza.

Mentre la aiutò a sistemare il lenzuolo lungo il tavolo, notò un cambiamento nella donna. Voleva mostrarsi lucida e con autocontrollo, capace di saper gestire la situazione nel migliore dei modi perché è in questi casi che non bisognava cadere nel panico. Il corpo della donna, però, comunicava ben altro: il suo solito colorito roseo era diventando bianco, quasi lo stesso colore delle lenzuola. Le mani avevano cominciato a tremarle e ogni tanto si passava il dorso della mano sulla fronte come a voler asciugarsi dal sudore.

«Signora, state bene?» domandò Lamia preoccupata. Le si avvicinò e tese leggermente la mano verso di lei con il solo intento di trasmetterle più conforto che poteva. La mano, però, le si bloccò a mezz'aria. Aveva paura di osare così tanto, non poteva dire di conoscere bene la signora Melvine tanto da poter permettersi queste confidenze con lei. Goffamente e a disagio, si lisciò la gonna del suo vestito che in quel momento le sembrò così tanto fuori luogo. Prima di recarsi con il resto delle donne della servitù, si era fatta aiutare da Leeja a levarsi i fiori tra i capelli e con un filo di spago bloccò la sua folta chioma nera di un'alta coda di cavallo. Non aveva avuto il tempo di cambiarsi, nessuno lo aveva fatto. Non si poteva perdere tempo, non quando si trattava di una emergenza.

«Non preoccuparti cara, sono solo preoccupata.» le confessò sorridendole debolmente. Era chiaro che volesse rassicurarla. La signora Melvine si era sempre dimostrata una donna dal carattere forte, una persona che ha polso e che si fa rispettare.

«Questi... questi momenti, mi ricordano il mio adorato marito.» la voce dell'anziana si era fatta ancora più malinconica, piena di tristezza. Si accomodò sulla prima sedia che trovò nelle vicinanze, come se improvvisamente tutte le forze l'avessero abbandonata d'un tratto. Lamia, invece, appoggiò le ginocchia contro il pavimento, in attesa che la donna riprendesse il suo racconto. Forse aveva solo bisogno di qualcuno con cui confidarsi, con cui sfogare tutta quella tristezza che chissà da quanto tempo si portava sulle spalle.

«Anni fa il regno venne preso di mira da un malvagio stregone. Tutto ciò che voleva era contaminare la bellezza e la vitalità di Earfire. Fu una di quelle guerre che durarono per lungo tempo. Portò con sé tanta sofferenza e dolore in ognuno di noi. Mio marito... era uno dei soldati di Re Eberron.» continuò a raccontare la donna. Si accorse che i suoi occhi erano sull'orlo delle lacrime, li vide arrossarsi leggermente e una piccola goccia si fece largo lungo la guancia. La signora Melvine provvide subito a cancellare ogni traccia della sua tristezza dal volto con il dorso della mano, con così tanta foga come se non volesse mostrarsi agli altri debole. In un certo senso Lamia la capiva. In lei rivedeva perfettamente sua sorella Eris, che si era sempre mostrata forte. Era obbligata a farlo, per il bene di Lamia e affinché crescesse nei migliori dei modi ma soprattutto circondata da tutto l'amore possibile che Eris poteva donarle.

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⏰ Last updated: Dec 07, 2023 ⏰

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Nascosta (Lamia's chronicles #1)Where stories live. Discover now