La sequoia del cavaliere // ♤ Pt 2 ◇

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Agosto 1520, assedio di Danzica.

Il cavaliere e il ragazzo dai capelli rossi erano chini su una mappa del campo nemico.
Ordine Teutonico rivolse un sorriso al giovane dietro di loro. << Sei stato fantastico, Prussia. >>
Lui ricambiò lo sguardo, con un aria fiera.
Non era neanche sicuro di portarlo con sè, fino a qualche mese prima. Prussia ci aveva messo molto a convincerlo. Era ancora inesperto con le armi, ma aveva imparato a tenere a bada il suo cavallo e si era rivelato, assieme ad altri giovani, una spia fantastica. Erano riusciti a procurarsi quella mappa la notte precedente e ripresentarsi, tutti illesi, quella stessa mattina. E Prussia aveva capitolato tutto il gruppo.
Sacro Romano Impero acarezzò la testa del giovane. << Ottimo lavoro. >> gli disse, e Ordine sapeva che Prussia ci teneva che anche il sovrano (Era venuto lì in incognito con la sua forma umana, solo loro sapevano la sua vera identità.) lo approvasse. Sperava che un giorno sarebbe potuto diventare lui il capo delle guardie reali.
Tornarono a concentrarsi sulla mappa.
<< Crediamo che i polacchi attaccheranno da qui. >> l'impero indicò un punto tra due colline. << Probabilmente in quello schiaramento ci sarà anche Confederazione Polacco-Lituana. >> il re era un abile stratega, non ci pioveva. Subito dopo, puntò un'altro angolo del campo. << Se spostiamo i soldati qui e qui, forse possiamo accerchiarli. >>
Ordine e Prussia gli annuirono. Il ragazzino fece per parlare, ma un boato dietro di loro lì fece trasalire.
Corsero fuori dalla tenda, e videro i soldati polacchi scendere da una collina poco distante e scontrarsi con le loro truppe.
<< Ci hanno aggirato, maledizione! >> gridò Prussia, estraendo da sotto il mantello un pugnale.
Ordine Teutonico strinse i denti, mentre Sacro Romano Impero indietreggiava. I suoi occhi percorrevano inorridti l'esercito nemico.
<< Sono troppi, dobbiamo ritirarci. >> disse.
<< Prussia, mettilo via. Impero ha ragione, non...>>
Una freccia vibrò nell'aria. Rapida.
Ordine Teutonico se ne accorse solo una volta che quella gli penetrò il fianco.
Non doveva neanche essere una freccia normale. Probabilmente era avvelenata. Bruciava troppo.
Il prussiano cadde con un ginocchio a terra, gli occhi sgranati per il dolore. Si tocco la ferita, e vide come la mano velocemente si riempì di sangue.
<< ORDESTAAT! >> urlò Prussia, disperato. Fece per gettarsi a proteggere il mentore, ma lui lo fermò con un gesto della mano.
<< Andate via. Posso farcela, vi raggiungerò dopo! >> gli disse. Si alzò, a fatica, e estrasse la freccia, trattenendo a stento un urlo di dolore.
Sacro Romano Impero si strinse a lui.
<< No, non puoi! Per favore, Ordestaat, vieni via! Non puoi lottare con quella ferita, è troppo profonda, potresti morire dissanguato! >> sembrava sull'orlo di piangere. Era la prima volta che li vedeva tutti e due così spaventati.
Ordine Teutonico si sforzò di sorridere. Sguainò la spada, si sganciò il mantello scuro dalle spalle e lo diede al suo re.
<< Con questo ci sono meno probabilità che vi notino. Passate per il bosco. >> disse, poi si voltò e corse via, ignorando i loro richiami.
Si guardò solo una volta alle spalle, e fu grato di vedere che i due non erano più davanti alla tenda, che l'avevano ascoltato.

In mezzo alla calca di uomini e al fumo delle esplosioni dei cannoni, notò finalmente la nazione nemica.
Era difficile non vederlo. Due gigantesche ali bianche spiccavano, potenti, sulla sua schiena.
Confederazione polacco-Lituana non sorrise quando si trovarono, a pochi metri di distanza, l'uno di fronte all'altro. Dicevano che con i suoi nemici spesso sfoderava uno sguardo furbo, quasi a istigarli, invece sembrava estremamente serio. Aveva anche lui diverse ferite e un taglio sanguinante sul collo.
Il prussiano portò la punta della spada all'altezza del volto. Sudava freddo, e sapeva di essere terribilmente pallido. Il veleno iniziava a fare effetto.
<< Prima tu o io? >>
Confederazione gli fece un cenno del capo.
<< Ho sentito dire che dei un grande spadaccino. Dimostramelo. >> e anche lui sguainò la spada.
L'attimo dopo, si scagliarono l'uno contro l'altro.

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