7. Just a little bit colder

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Se la tentazione è bellissima,figurati il peccato

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Se la tentazione è bellissima,
figurati il peccato.


🌓🌕🌗





Mi ispezionavo ossessivamente i capelli seduta alla toeletta, da quella strana notte: li avevo controllati e ricontrollati cercando se mancasse una ciocca e non fidandomi di me stessa, avevo chiesto aiuto alla madre di Mallory, la governante

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Mi ispezionavo ossessivamente i capelli seduta alla toeletta, da quella strana notte: li avevo controllati e ricontrollati cercando se mancasse una ciocca e non fidandomi di me stessa, avevo chiesto aiuto alla madre di Mallory, la governante.

Niente di niente.
Quel mazzetto trovato fuori dalla mia stanza doveva appartenere a me, eppure i miei capelli erano tutti perfettamente pari, della solita lunghezza che arrivava a metà schiena.

Non potevo essere impazzita, quella ciocca esisteva e io l'avevo vista e toccata con i miei occhi, nonostante l'avessi fatta cadere a terra e lasciata lì dov'era, disgustata da quella visione.

Sapevo che a Wysteria Wood giravano più ansiolitici e sonniferi che in un ospedale psichiatrico, sapevo che il mio disturbo unito all'utilizzo di erba causava allucinazioni, ma quello che era accaduto mi sembrava davvero troppo.

Mentre rimuginavo sulla possibilità di chiedere informazioni all'unica cameriera ricattabile di quella casa, quella che avevo trovato piegata a faccia al muro con Draven dietro, una sagoma comparsa nello specchio mi fece quasi sobbalzare.

Mi voltai di scatto, e un lieve sorriso da peccato originale mi sconquassò il basso ventre.
Arden era poggiato allo stipite della porta, le braccia incrociate al petto, le spalle larghe con la camicia tirata e un oggetto in mano che riconobbi all'istante.
Non lo vedevo da qualche giorno, perché Wysteria era talmente grande che potevano passare settimane senza incontrare i tuoi coinquilini, e cercai di rilassare il petto a quella visione inaspettata.

«Ho trovato questo, di sopra, dentro un baule verde. Ho pensato che appartenesse all'unica bambina della casa.»

Mi venne incontro, con un oggetto tra le mani che riconobbi immediatamente.

Allungai il braccio e glielo strappai dai palmi, con un gesto pieno d'urgenza.
«Sì, è mio. Il mio unicorno di vetro. Le piace rovistare tra le cose degli altri?»

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