11. Are we fucking doomed?

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Questo è il patto: se mi accendi, bruci con me

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Questo è il patto:
se mi accendi, bruci con me.




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Tornai a Wysteria nel tardo pomeriggio con la luce violacea del tramonto, dopo che Ryder si era deciso infine a darmi un passaggio fino a casa

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Tornai a Wysteria nel tardo pomeriggio con la luce violacea del tramonto, dopo che Ryder si era deciso infine a darmi un passaggio fino a casa.
Il vento scorreva leggero e fugace, foglie e falene notturne si sfidavano girovaghe ai margini del bosco, in una danza silenziosa di desolazione.

Io mi infilai nella stalla per assicurarmi che Blucifer fosse tornato indietro da solo.
Era perfettamente addestrato a conoscere diversi sentieri attorno a Wysteria Wood, e brucava per giorni interi nei dintorni della nostra casa senza che lo stalliere lo controllasse.

Ma quando varcai la soglia del fienile e accanto al mio cavallo trovai una cascata di capelli rossi fiammanti, io mi detestai quasi per tutto ciò che avevo appena detto su di lei.

Era Avalon.
Praticamente una visione, il mio portale tra il mondo dei vivi e quello dei morti, rannicchiata vicino alla criniera del mio cavallo, come se sussurrasse qualcosa al suo orecchio e si nascondesse da qualcuno.

«Tu cosa ci fai qui?»

Mi rivolse i suoi occhi turchini ancora provati dalla febbre, accostando il viso al muso di Blucifer.
«L'ho sentito nitrire in lontananza, quando mi sono affacciata era sotto la mia finestra. L'ho preso e l'ho riportato qui dentro. Ho dovuto tranquillizzarlo, e lui ha tranquillizzato me.»

Non l'avevo mai vista così sconvolta.
Aveva passato una manciata di giorni difficili, e a dirla tutta lo erano stati per tutti noi, a Glastonbury.
Ma lei era un ologramma, talmente bella da sembrare irreale, talmente lontana da sembrare assente.

«Fa freddo, tu hai la febbre. Ti prenderai un malanno.»

«Non potevo lasciarlo da solo.»
«Ma di chi parli?»
«Del cavallo! Era imbizzarrito.»

«Tu sei completamente pazza.»

Controllai che Blucifer stesse bene, gli carezzai il muso e lui mi sbuffò sulla mano, scuotendo la testa visibilmente arrabbiato con il sottoscritto.
Lo avevo trascurato, per poi farlo sfuriare un po' troppo quando la mia collera era diventata un peso troppo difficile da non rovesciare su qualcun altro.

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