Capitolo 7

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"di cosa diamine sta parlando Louis? Mi ha visto? Cosa ha pensato? abbiamo chiuso? E perché mi sento così tremendamente...ferito?" Harry non è uno che si cura molto di ciò che potesse dire o vedere o percepire di lui le altre persone, si chiude nella sua bolla di superficialità e non si addentra troppo nelle emozioni altrui per non cadere dalla sua fune, ha subito tanto bullismo in passato e ora che ha cambiato scuola non vuole ricaderci, ecco perchè ha gli occhi scuri, è enigmatico e apparentemente superficiale, ha capito che l'unica arma contro gli esseri umani è la noncuranza, l'indifferenza uccide più di mille colpi. Ma con Louis è tutto diverso, torna un bambino, torna dolce e non ha paura di farsi guardare dentro, con lui cade ogni difesa e questo non lo spaventa, anzi lo fortifica; quando è vicino a Louis, indifeso, non ha paura di mostrarsi fragile e non ha paura di farsi leggere l'anima perché percepisce che in qualche modo loro due sono uguali e quei tagli nell'anima sono simili, anche lui come Louis è il giorno. Ma Harry è pur sempre Harry e nonostante sia consapevole di quel legame quasi mistico tra i due non può fare a meno di essere criptico, misterioso e di poche parole e ha omesso a Louis alcune faccende sulla sua vita, ma non sono così facili da scandire a parole, quello che fa ha senso solo per lui e un'altra persona , non ha ancora sradicato questa barriera e non ha intenzione di farlo, nemmeno per Louis.

Dopo la sua sigaretta, un Louis stanco, rotto, disilluso torna a casa e come da routine non chiude occhio. Non può crederci, l'immagine di quella stretta di mano tra Beatrice e Lucifero gli sta sciogliendo la testa e più la pensa e più diviene vivida e più brucia il cuore. Come aveva potuto tacere un'informazione di questo tipo, non si sente in colpa? Perché deve sbagliare sempre qualcosa? Perché si è dovuto fidare di nuovo?.

La mattina dopo Louis non riceve il solito messaggio di Harry con il buongiorno, e lui non provvede a ricordarlo, non va al bar a prendere la colazione, si ferma giusto alla macchinetta per un caffè veloce senza zucchero , sapientemente sciacquato con l'acqua del cesso per quanto fa schifo " come la mia vita" pensa Louis. Non va a cercare Harry con il sorriso, pensa che si starà tirando in qualche angolo di quella scuola o chissà dove con chissà chi, ormai Louis è stanco pure di pensarci, il capitolo, o meglio, la pagina Harry styles è giunta al termine.

A quanto pare però no, perché le guerre hanno delle pause ma non finiscono mai, le due fazioni nella testa di Louis ricominciano a combattere in modo ancora più sanguinolento di prima una volta che gli occhi blu di Louis incontrano quelli verdi di Harry, per caso, nel corridoio della scuola. Il primo a battere ritirata sul campo di battaglia è il liscio ma scappa senza scomporsi con lo sguardo duro, assente e spento con un velo grigio sugli occhi e tutto questo Harry lo nota, comprendendo che l'altro pensa ancora le parole del giorno prima. Il riccio si interroga attimi che sembrano ore per capire cosa fare: orgoglio o libertà dipinta di blu? Sembra messo veramente all'angolo e suda freddo, non sa cosa scegliere tra passato e presente, il giusto o lo sbagliato, il conosciuto o lo sconosciuto? poi, sceglie la via più familiare, l'orgoglio, e si ritira in classe con il suo segreto sulla punta della lingua e l'idea di averci sperato troppo in un universo in cui lui può veramente scegliere di essere felice. Infondo uno che arriva a dire delle frasi del genere senza nemmeno aver dato l'opportunità all'altro di spiegare e per giunta dopo aver visto immagini sicuramente fraintendibili, non può essere degno di fiducia vero? VERO? È un ottima bugia da dire a se stessi per non chiamarsi Codardo, pensa Harry.

Dopo quello sguardo passano alcuni giorni e poi un paio di settimane che da Louis sono percepite come ere glaciali, secoli di gelo e funzioni umane primitive. Non cercava nemmeno più di nascondere il suo cuore spezzato, si presentava a scuola con gli occhi rossi e le occhiaie viola aggiunte al corpo pesante da notti insonni , ingeriva grosse quantità di caffè fin troppo abbondanti persino per un diciassettenne in piena crescita. Poiché in "l'era glaciale 4" non è presente nulla che somigliasse vagamente ad una biblioteca, Louis è sparito anche da quella stanza e le sue amiche sentono anche troppo la sua assenza perché gliscrivono, a turno e a distanza di esattamente due ore l'una dall'altra, messaggi di ogni tipo; ma louis non vuole rispondere, vuole stare chiuso nella sua gabbia e nella sua ennesima delusione.

Harry dal canto suo da fuori non è cambiato molto, la versione che aveva mostrato a Louis era un'eccezione non la regola e lui ha deciso che è stato Louis a farsela scappare, quindi, come è abituato a fare, finge di essere sereno, normale, da fuori mentre il suo segreto può rimanere ancora un po' con lui e il suo orgoglio e la sua parte superficiale pone semplicemente la colpa su Louis. Ma il vero lui no, Harry sotto quella patina indifferente nasconde un cuore ferito da quelle parole e sente il peso dei sensi di colpa tartassargli il cuore e l'anima, sa di essersi fatto sfuggire un tesoro inestimabile ma non è assolutamente più abituato a quella sensazione così presente sul petto, non è più abituato a sentire il cuore battere per qualcuno, non è più abituato a perdere la persona che a...

No, non dice quella parola fra sé e sé ma riconosceva la sensazione, ha letto troppo su questo sentimento


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