Capitolo 16

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Da quella mattina con Niall gli incontri iniziano ad essere frequenti, tutte le mattine alle sei e trenta il ragazzo lo attende fuori dalla porta del bar e mentre Louis gli "tiene il telefono" l'altro fa i caffè, Louis inizia a metterci dello zucchero nel suo perché il sapore forte del caffè amaro gli ricorda troppo Harry, mentre Niall ben presto gli confida la sua omosessualità e gli racconta il suo grande amore: Zayn, un ragazzo conosciuto al collage, un teppista bello e dannato, uno di quelli con cui le mamme non vogliono farti uscire, Niall gli ha raccontato che per un periodo è riuscito a cambiarlo facendo uscire la parte migliore della bestia ma una volta lasciati Zayn ha ricominciato ad essere il criminale che era prima senza mai più parlargli; "l'amore grande non è detto sia l'amore giusto" gli disse Niall alla fine del racconto "smetti di guardare gossip girl" gli rispose Louis, ma in realtà ci pensa spesso a quella frase. Louis non ci vede nulla di serio, nulla di malizioso, nulla di romantico in quegli incontri, Niall non ha mai chiesto di Harry, non ha mai usato frasi di circostanza come "come stai?" "io sono qui" " se vuoi puoi parlare", quando sta con lui l'aria è leggera, il liscio la vive come una boccata d'aria prima di un'apnea che durerà tutto il giorno, con Niall Louis ride sorride e può essere sé stesso senza il marchio "Harry" in fronte, si reinventa quando sta con lui. "Niall ma chi ti ha portato da me, e non usare un'altra citazione di una serie inizi anni 2000 che sai non le capisco" chi chiede un giorno Louis "Liam" gli risponde semplicemente il biondino "ah, bhe ovvio lo sapevo ma non pensavo sarebbe stato così semplice fartelo ammettere" dice sorpreso Louis bevendo l'ultimo sorso di caffè "amico, conosci quel figo del mio amico, sarebbe stata fantascienza non ammetterlo, ma sappi che ti voglio bene anche se ci hanno praticamente costretto a stare insieme" dice stranamente serio il più grande "costretto o meno ti voglio bene anche io amico, mi sei stato davvero d'aiuto" non pensava di poterlo ammettere ad alta voce ma dice la verità, senza Niall Louis non c'è l'avrebbe mai fatta, ha cacciato quella frase di getto ignorando tutto il suo corpo che stava cercando di fermarlo. A quella frase segue un grosso abbraccio in cui il più basso si stringe nel corpo del più grande e chiude gli occhi assaporando quella boccata d'aria che non sarebbe durata troppo.

Harry vede quella scena, da lontano, dall'altra parte della strada, vede Louis abbracciato a quel cameriere e prova tutto un miscuglio di emozioni che non riesce a decifrare. Quella mattina ha deciso di tornare a scuola, le tarme di rabbia e delusione non stanno lasciando altro spazio ad altre emozioni nei confronti di Louis perciò ha pensato che quello sarebbe stato uno scudo perfetto per affrontarlo, pensava che se lo avesse odiato sarebbe stato tutto più semplice, sarebbe sopravvissuto, pensava che tutto quel tempo lontano da lui l'avrebbe cancellato dalla sua testa, pensava di sopravvivere; quando vede il suo Louis abbracciato ad un altro uomo sa di essersi sbagliato. Gli è bastato intravedere la punta dei capelli del liscio per far accelerare il suo cuore senza il suo consenso, quando vede il viso del ragazzo un brivido gli corre lungo la schiena e quando lo vede tra le braccia del cameriere il suo corpo e la sua anima si ribella completamente al suo volere, la testa inizia a vorticare e gli occhi si appannano, dalla pancia parte un impulso di rabbia nuovo, come un fuoco che divampa all'improvviso in un giorno di sole, ma la rabbia non è più concentrata sul più basso ma su quel cameriere, su quei capelli biondi e occhi azzurri così profondamente diversi da lui, il fuoco dentro di lui si impossessa velocemente di tutto il suo subconscio e non riesce a percepire niente se non la gelosia e la rabbia. È arrabbiato perché il ragazzo è il suo opposto, arrabbiato perché sa che è solo colpa sua se Louis si è buttato tra le sue braccia, arrabbiato perché stanno bevendo un caffè, arrabbiato con Louis che l'ha rimpiazzato così velocemente, arrabbiato perché sapeva di non essere pronto. Harry scappa via e odia pensare che quella è proprio una mossa alla Louis, odia pensare che lo rivuole indietro.

Harry pensa a quella scena tutto il giorno, un solo istante ha cancellato tutto il lavoro di odio e rabbia costruito in due settimane lontano da Louis, per tutto il giorno ha evitato gli spazi comuni in cui c'è l'alto rischio di incontrarlo: i corridoi, il giardino, l'ingresso, i bagni e la Biblioteca; Harry deve ammettere che gli manca quel posto, tutti i libri, la luce soffusa, la poltrona di Louis, l'angolo di Louis, Harry non ha mai restituito il libro con cui lui e Louis si sono conosciuti, il segnalibro anche dopo averlo finito è fermo alla pagina del loro primo incontro, con sopra un post-it con la recensione del liscio che ancora oggi gli sembra un'opera d'arte, lo tiene ancora sul comodino e prima di tutto quel caos ogni sera leggeva quella pagina con sopra il post-it, gli manca farlo. Harry si prepara mentalmente al suo incontro con il ragazzo nell'aula di storia; fa di tutto per riuscire ad arrivare per primo nella stanza e riesce a prendere il banco più nascosto nell'angolo interno e in ultima fila, appena arriva si siede e poggia il suo zaino nella sedia affianco a lui sperando che il destino ascolti le sue preghiere. Pian piano l'aula si riempie e ad ogni compagno che varca la soglia Harry fa un saltello che risulta vano quando si rende conto che non è chi vuole che sia, come si aspetta nessuno chiede il posto vicino a lui ma come si aspetta ogni ragazzo che entra, una volta che lo nota, si gira verso il proprio amico e inizia una fitta conversazione sussurrata all'orecchio in cui non si fanno troppi problemi ad indicarlo o a ridergli in faccia. Harry ci ha fatto l'abitudine sin dalla prima ora, dal primo minuto, dal primo passo, non può nemmeno dirsi sorpreso, non è della sua omosessualità di cui stanno sparlando tutti, è della sua omosessualità E dei suoi contatti con uno spacciatore per procurarsi le pillole per curare la bipolarità della madre, non un  pettegolezzo qualunque. Harry alla fine non ci da nemmeno troppo peso, purtroppo è la verità e stare solo non gli ha mai dato fastidio, la differenza rispetto a prima è solo che ora non deve fingere che gli importasse davvero avere amici, non deve fingere gentilezza, non deve fingere felicità, può stare in un  angolo della stanza ed essere sé stesso.

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