Capitolo 17

36 2 0
                                    

"sei stato tu"

Harry è convinto che quella sia la voce di un angelo, Harry sa che è il suo angelo, Harry riconosce la voce del destino, la voce di Louis, è ferma, decisa, dura e si sente la rabbia ad ogni sillaba. È venuto a salvarlo? Un dio l'ha portato lì? I fili dei loro destini si sono intrecciati per farli ritrovare lì in quel momento, in quel luogo

Michael ricomincia a ridere, senza spostarsi da Harry ma rimettendosi comunque il pene nei pantaloni. "oh ma guarda che bravo il mio stupido detective Louis, ti meriti un distintivo" il riccio sta ancora tremando sotto la sua presa e sotto il peso di quella rivelazione, si sente una verme per aver dubitato per un solo istante dell'onestà del ragazzo liscio. "smettila di ridere Michael, mi dai sui nervi" sputa Louis, di risposta lo spacciatore ride ancora più forte "oh poverino ti stai arrabbiando perché ti ho rubato il giocattolo? Non te lo meriti, la gente come te deve stare da sola" Louis rimane impassibile, l'espressione è rabbiosa ma da quegli occhi non passa nessun tipo di ferita, quelle parole non gli fanno male "dimmi perché Michael, perché hai sprecato il tuo tempo ad allontanare il tuo ex e il suo nuovo fidanzato" Finalmente Michael si stacca dal corpo di Harry e si mette tra lui e Louis, il riccio è troppo sconvolto per muovere un passo, si schiaccia contro al muro non riuscendo a prevedere come quella situazione si possa evolvere. Michael risponde "Perchè godo nel vederti soffrire, perché godo nel vederti scappare via nella tua stupida biblioteca, godo nel vederti solo in un angolo, poi hai trovato lui e ti ho visto felice e non mi va bene" Louis è ancora immobile alla fine della via e la sua voce è ancora piatta e dura "hai rovinato la dignità e quasi la fedina penale di un ragazzo di diciassette anni solo per fare del male a me? Sei ossessionato da me" Michael ha smesso di ridere e la situazione si fa ancora più seria quando caccia fuori un coltello da cucina molto, troppo affilato impugnandolo con forza e pronto ad usarlo, il sangue di Harry è congelato quello di Louis sta bollendo di rabbia e adrenalina "esattamente, e mi sto scopando questo bambolotto per farti soffrire ancora di più, per darti il colpo di grazia per disintegrarti, per ricordarti che qualsiasi cosa tu faccia tu rimani il mio giocattolo, il mio ragazzo, tu mi appartieni" la voce di Louis tradisce una nota di panico ma la rabbia con cui pronuncia le parole "tu sei un pazzo e io l'ho sempre saputo" camuffa i tremori, Michael spalanca gli occhi e il suo viso assume una faccia storta e orribile e con voce ferma quasi irreale dice "c'eri tu ad aiutarmi" ,  Il colpo arriva quando meno se lo aspetta, Louis con un salto si fionda sulla faccia di Michael e gli assesta un pugno sul naso con una forza che non sapeva di avere, con una foga che non conosceva, con la rabbia di un vulcano esploso; il ragazzo cade per terra con le mani sulla faccia e il resto del corpo in posizione fetale, con uno strattone Louis afferra il braccio di harry e se lo tira dietro di lui così da proteggerlo e tenerlo al sicuro; nel frattempo lo spacciatore si è quasi seduto e con la faccia completamente ricoperta di sangue riagguanta il coltello che gli è caduto sul pavimento e fa per avventarsi sul liscio ma l'altro preso probabilmente dall'adrenalina e dalla paura riesce ad intercettare il colpo e poco prima che la lama colpisse la sua gola riesce a fermarlo prendendolo con una mano e spingerlo di nuovo per terra. Louis gli mette un piede sulla gabbia toracica, senza spingere . solo per poterlo fermare per terra, non vuole fare davvero del male a Michael , la sua è autodifesa e vuole che rimanga tale, il liscio ora lo sta guardando dall'alto e tutta la sua figura non mostra più un filo di paura, con una voce spietata e tagliente sputa su Michael un "non ti avvicinare mai più al mio ragazzo o a me, in prigione i giocattoli non ci sono" con tutta la rabbia che è riuscito a mettere insieme. Prende Harry per mano e corrono via entrambi scossi e con il cuore che batte forte in tutto il loro corpo.

Arrivati in una via vicino casa di Louis, abbastanza lontana dal vicolo in cui si trovavano e ormai al sicuro entrambi cadono stremati sul marciapiede con il fiatone e la mani ancora tremanti "cosa hai appena fatto?" chiede Harry guardando il liscio "ti ho difeso" risponde semplicemente il liscio mettendogli la sua giacca sulle spalle e prendendolo per mano così da farlo calmare e fermare il tremolio "ti ho accusato per qualcosa che non hai fatto e ti ho trattato di merda, perché l'hai fatto?" Louis si siede vicino a lui e cerca il più possibile di regolarizzare il suo corpo "Harry ti stai davvero scusando per aver reagito come un ragazzo normale ad una situazione del genere? Non devi mai chiedere scusa a me" dice cercando di essere il più calmo e normale possibile così da far calmare il riccio "si emh scus..." Harry ripensa a quello che stava per dire e riformula la frase "voglio farti un'altra domanda, cosa intendevi quando hai detto che hai sempre saputo fosse pazzo?"  Louis guarda istintivamente in basso, si vergogna molto di quella storia, si sente uno stupido, un ingenuo, non ha mai raccontato questa parte della storia a nessuno perché si attribuisce sempre la colpa di quanto successo ma Harry gli ha raccontato il suo segreto è giusto che Louis gli racconti il suo "c'è una parte della storia , anzi direi più un particolare che non ho mai voluto raccontare a nessuno riguardo la mia storia con Michael, circa tre anni fa fù lui ad avvicinarmi, gli piacevo e ci provava spudoratamente con me, io ero molto molto piccolo avevo circa tredici anni e quindi non capivo i suoi atteggiamenti" Louis fa una lunga pausa, come se ci stesse ripensando ma dopo un lungo sospiro ricomincia a parlare "già all'inizio della frequentazione iniziava ad essere molto preciso, quasi maniacale nell'ordine, tutti i suoi vestiti erano in ordine cromatico, e sistemava le lenzuola con una riga, però più andava avanti la frequentazione più questi atteggiamenti maniacali si sono visti nei miei confronti, lui era geloso possessivo e irascibile. Io sapevo avesse qualcosa che non andasse, si vedeva, i suoi occhi erano gli occhi di un pazzo e l'ho capito ancora di più quando una sera..." Louis si blocca, come se fossero proprio le parole a non voler uscire fuori dalla sua gola; Harry lo prende per mano e la stringe forte portandosela alle labbra per dargli un piccolo bacio sulla mano, Louis torna a respirare e dopo poco ricomincia "era già un anno di frequentazione ma lui comunque mi stava facendo l'ennesima sfuriata di gelosia perché ad oggi non ricordo nemmeno il motivo, lui mi stava insultando mentre eravamo a casa sua, quando prende un vaso di cristallo di sua madre e me lo scaraventa addosso" Louis sputa quest'ultima frase come se volesse al più presto togliersela dalla testa, come se volesse farla scivolare via il prima possibile "il vaso si ruppe in mille pezzi e mi graffiò tutto il corpo dalle braccia alle gambe e in faccia, quello che non voglio raccontare di questa storia è che io anche dopo essere stato aggredito, dopo aver subito i suoi isterismi e i suoi insulti, dopo quel vaso lanciato io sono andato da lui, con sopra i segni della sua violenza e l'ho consolato cercando di aiutarlo." Le lacrime iniziano a scendere violentemente sul viso di Louis e inizia un suo lungo sfogo "gli ho sempre fatto andare bene tutto, mi sono piegato a lui senza mai denunciarlo, subendo tutto e incassando tutto stando sempre zitto, nascondevo tutto sotto ogni strato di pelle, mi sono fatto un armatura con tutte le ombre della mia storia con Michael, e dopo che è finita, dopo che mi ha abbandonato lui, dopo che mi ha scaricato come si scaricano i rifiuti nella discarica tutta quell'armatura mi è sembrata sbagliata, mi sono vergognato di me stesso, della mia figura nello specchio, ho odiato così tanto il mio aspetto perché su di sé aveva e ha tuttora la forma degli abusi e le violenze di un uomo, sul mio corpo sento di avere ancora la sua sagoma. Tutti sanno che ho sofferto, ma nessuno sa in che modo ho sofferto, tutti sono dispiaciuti ma nessuno chiede mai come mi sono sentito io. Michael è stato il mio amore malato e tutto quello che mi è rimasto è la malattia" Louis finisce di parlare, la faccia ormai distrutta e disordinata dalle lacrime mentre la sua faccia è spinta ormai contro il petto di Harry mentre il riccio lo accoglie in un abbraccio curativo, uno di quelli che hanno sapore di casa e odore di sincero. Sono ancora entrambi seduti sul marciapiede e Harry non sa cosa fare, non sa come reagire, come rispondere, lo sta tenendo ma vuole fare qualcosa in più per toglierli dalle spalle e dal corpo quella forma e quella maschera. "Louis ti insegno io ad amare l'amore, ti insegno io ad amare ogni centimetro di te, ogni fibra di te che è così perfetta, ti aiuto io a levarti lo scudo, a levarti i pesi di dosso e quelle sagome di dosso, prenderò io il tuo dolore se sarà necessario perché il nostro è amore bianco e nella nostra bolla il bianco cancella il nero" Louis è appoggiato con la testa sul petto di Harry ormai ha smesso di piangere e sta abbracciando il riccio come un selvaggio si arrampica ad un pezzo di legno nella speranza lo porti dall'altra parte dell'oceano, si aggrappa al corpo di Harry come per salvarsi, come un pazzo si aggrappa alla speranza, come Louis si sta aggrappando alla sua rinascita "il destino ti ha proprio scelto per me" dice Louis a mezza voce sul tessuto della felpa di Harry "il destino ci vuole insieme"

Instagram: giulywho
X: _angelsfly91_
Tiktok: _.callmemeg._

REBORN Where stories live. Discover now