È tutto diverso da quando te ne sei andata

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Hawkins, Indiana

21 marzo 1986 - ore 16:04


"E hai visto anche il Big Ben?"

Evelyn sorrise divertita. Da quando aveva rimesso piede sul suolo americano suo fratello non aveva fatto altro che farle domanda a raffica. Non che ci fosse poi molto da dire, pensò tra sé e sé Evelyn. La sua permanenza a Londra in quei sei mesi era stata puramente a scopo didattico. In poche parole aveva passato quasi tutto il tempo a studiare, tranne nei rarissimi momenti di libertà dove aveva potuto godersi le bellezze della città e, soprattutto, il tè coi pasticcini.

"Sì, Dusty." rispose la ragazza. "Ho visto anche quello."

Dustin si voltò verso di lei e le sorrise. Erano passati ormai quasi venti minuti da quando si erano messi in viaggio, non doveva mancare ancora molto al cartello che segnava l'ingresso a Hawkins. Dustin stritolò tra le mani il suo capellino. Aveva avuto tutto quel tempo per chiederglielo e non ci era riuscito. Sbuffò infastidito. La voce di Eddie gli rimbombava ancora nella testa.

"Questa sera c'è la partita di basket, vero?"

Dustin tossicchiò nervoso. "Lascia stare la partita." Non sapeva come dirglielo, perciò decise di spostare di nuovo l'attenzione. "Ritorniamo a Londra. Allora, cos'altro hai visto?"

Evelyn gli lanciò un'occhiata interrogativa, alla quale lui rispose semplicemente con uno dei suoi sciocchi sorrisi. Il classico sorriso di quando mentiva.

"Ma non gioca anche Lucas?" continuò imperterrita la sorella. "Non sei felice per lui?"

"Certo, Eve." sbuffò Dustin. Si spostò nervosamente sul sedile anteriore dell'auto e si schiarì la voce. "Allora" mormorò, "hai passeggiato anche a St. James Park?"

Evelyn si arrese. Non aveva abbastanza energie in quel momento per scoprire cosa nascondeva l'altro, perciò rispose di sì e la conversazione si spostò definitivamente sul fantasma del parco.

"Signora rossa" spiegò Dustin, "e così che la chiamano. Gira per il parco in cerca della sua testa, quella che suo marito le ha tagliato."

"Buon Dio, Dustin." La loro madre spostò lo sguardo dalla strada e lo posò sul ragazzino. "Dove lo hai letto questo?"

"In un libro."

"Sperò che almeno tu non ci creda." continuò la donna. "E neanche tu Evelyn. Queste sono solo sciocchezze. I fantasmi non esistono."

Evelyn nascose un sorriso mettendosi una mano davanti alla bocca. Erano anni che combattevano contro i mostri dei Sottosopra, una donna con la testa mozzata era veramente una sciocchezza in confronto.

Ma, adesso, non era importante, si ripete nella mente Evelyn. Adesso l'unica cosa importante era ritornare a casa, abbracciare Steve e tutti i suoi amici e andare a quella partita di basket.

Niente poteva rovinarle quei pochi giorni di vacanza.





Arrivarono in poco tempo al Family Video, la videoteca della città. Evelyn scese velocemente dall'auto, dopo aver salutato la madre e il fratello. Si precipitò all'ingresso e aprì la porta. Il negozio era praticamente vuoto, tranne per un ragazzo che se ne stava andando proprio in quel momento. E poi c'era lui. Bellissimo come sempre. Il suo sguardo era puntato sul computer davanti a sé ed era talmente concentrato da non aver notato il suo ingresso.

Evelyn si schiarì la voce. "Sai Steve, ti preferivo vestito da marinaretto."

Steve alzò la testa di scatto. La guardo per un lungo momento e sul suo volto si fece largo un sorriso.

We can be heroes - Steve HarringtonWhere stories live. Discover now