Due universi opposti

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Il sole splende alto nel cielo e pare quasi beffardo in quel giorno così drammatico.

La lapide, quella provvisoria che avevano installato in attesa dell'incisione, viene sostituita e Izuku se ne sta fermo ed immobile ad assistere a tutto il processo.

Fiori vengono spostati e riadagiati con delicatezza sopra quel marmo freddo e liscio, così diverso da com'era quel ragazzo sepolto sotto di esso, lui era caldo e grezzo nei suoi modi, anche violento alle volte, ma era comunque una persona su cui fare affidamento, qualcuno che aveva riempito il cuore del ragazzo che se ne stava immobile con gli occhi colmi di lacrime, di mille emozioni, belle e brutte, ma sempre provate con la forza di una tempesta. La stessa tempesta che però non sembrava voler stravolgere quel cielo troppo calmo, quel maledetto cielo azzurro dove solo leggere e vaporose nuvole bianche si rincorrevano allegre.

Perché nessuno si stava disperando come lui?

Perché nessuno piangeva come faceva lui?

Katsuki aveva donato la sua vita per salvare quella del mondo intero, i fiori erano l'elogio delle vite che aveva salvato, ma perché non erano lì in quel momento? Perché nessuno aveva perso il sonno come era successo a lui?

Le ginocchia precipitarono sulla terra ricoperta da i primi ciuffi di erba, le mani esperte dei lavoratori si erano staccate dalla lapide e dopo aver rimosso la terra che l'aveva macchiata nel processo, se ne andarono dopo aver fatto un rispettoso inchino.

Izuku voleva gridare, gli sembrava che le lacrime che da quel maledetto giorno avevano preso a rigare le sue guance, non si fossero mai fermate e che lo stessero prosciugando.

L'ombrello che si era portato per precauzione si spezzò fra le sue mani, il quirk che da tempo lo stava scombussolando, si era attivato senza motivo.

«Kacchan, perché hai dovuto morire lasciandomi qui da solo?» chiese nonostante sapesse che non vi sarebbe stato nessuno a rispondere alle sue domande.

La pioggia scroscia incessantemente, la divisa che ha indossato per quel giorno, nonostante l'ombrello aperto a coprirsi il capo, è zuppa e gli fa sentire un freddo cane

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La pioggia scroscia incessantemente, la divisa che ha indossato per quel giorno, nonostante l'ombrello aperto a coprirsi il capo, è zuppa e gli fa sentire un freddo cane.

Ha sempre odiato la pioggia, il freddo che portava con sé e la sensazione di tristezza che sembra avvolgere tutto e tutti in quei momenti, ma quel giorno, in quel fatidico momento, gli sembra giusto che il cielo pianga e che anche tutti si disperino con la pioggia.

Perché il mondo non può più essere allegro, felice e bello come una volta, non quando sotto quella terra che stanno spalando con le vanghe tutti coloro che gli hanno voluto bene, non dopo che lui è stato privato del sorriso di quel ragazzo.

Non dopo che Izuku è morto per salvare quel mondo.

«A cosa è servita la nostra rivalità se non sei qui per vedere il mondo che abbiamo salvato?» chiede sottovoce Katsuki mentre raccatta con la pala una generosa manciata di terra e ricopre la bara che conteneva il corpo di colui che aveva odia, invidiato, picchiato e infine amato con tutte le sue forze.

Le sue lacrime però non avevano mai scorso il suo viso, almeno non quando occhi indiscreti erano volti verso di lui.

«Mi hai abbandonato nel momento in cui mi serviva il tuo aiuto, la tua spalla dove posarmi per sorreggermi.» continuò guardando quella stessa figurina che per tutta la vita aveva conservato come un cimelio, un ricordo di come il caso avesse voluto unirlo per la prima volta a quel ragazzo che non avrebbe più rivisto, «Ora come farà il mondo ad andare avanti senza di te? Come farò io a vivere senza di te?»

» continuò guardando quella stessa figurina che per tutta la vita aveva conservato come un cimelio, un ricordo di come il caso avesse voluto unirlo per la prima volta a quel ragazzo che non avrebbe più rivisto, «Ora come farà il mondo ad andare av...

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Rostig RotWhere stories live. Discover now