Un addio dato di nascosto

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Eijirou piangeva, anche se si era ripromesso di non farlo mai più, ma le parole che stava leggendo in quella lettera che gli era stata recapitata, non potevano fare a meno di scatenare il suo lato più sensibile, quello che cercava di reprimere con la maschera di uomo virile, però non si sarebbe mai aspettato tutto quello.

Quando il giorno prima si era presentato all'ospedale, un paio di fumetti alla mano e quelle barrette energetiche che una volta piacevano tanto all'amico, mai si sarebbe aspettato di entrare in quella camera e trovare nel letto un vecchietto dall'espressione burbera che leggeva il giornale, imprecando ad ogni riga che lo contrariava.

Mai si sarebbe aspettato che l'amico se ne sarebbe andato, rifiutando le cure, andando contro la volontà del medico e lasciando l'ospedale di tutta fretta.

Era corso a casa sua, aveva bussato alla porta solo per sentir risuonare i suoi colpi nel silenzio, non ricevendo risposta, sentendosi così abbandonato.


Izuku aveva lasciato il suo appartamento.


Katsuki aveva lasciato il suo appartamento.


Con mano tremante e una strana sensazione ad annodagli la gola e a stringergli la bocca dello stomaco, si frugò nelle tasche alla ricerca della chiave di riserva.

L'aveva estorta con assurde minacce e moine, tutto per tenere d'occhio l'amico che aveva perso la persona più importante che aveva.

Il buio regnava sovrano nella stanza, i mobili erano coperti da teli semitrasparenti.

Lo aveva visto fare in alcuni film, quando qualcuno aveva intenzione di lasciare la propria casa, magari con l'intento di passare via parecchio tempo, così da proteggere il luogo dalla polvere, ma perché doveva averlo fatto, si chiese vagando per l'abitazione alla ricerca di un qualsiasi segno che il padrone di casa fosse ancora lì, che magari non fosse veramente scomparso, ma dovette ricredersi quando sul tavolo della cucina trovò una busta.


Vi era scritto: Per Eijirou da Izuku.


Vi era scritto: Per Eijirou da Katsuki.


Izuku passeggiava piano in quei luoghi della sua infanzia, crogiolandosi nell'autocommiserazione, soffrendo dei suoi stessi ricordi e lasciando che incidessero nella sua mente già lesa, segni così profondi che mai si sarebbero cancellati.

Il piccolo recinto colmo di sabbia dove con Kacchan aveva costruito milioni di castelli che sarebbero venuti invasi dai villain e che loro, da veri eroi, avrebbero salvato.

Se solo da bambino non avesse avuto quell'assurda fissazione col voler diventare un eroe, forse tutto quel dolore non lo avrebbe toccato. Avrebbe potuto rimanere quel ragazzino comune che fissava il proprio amico con sguardo adorante e il più grande villain di tutti i tempi non li avrebbe coinvolti in quella guerra che al posto di avvicinarli, li aveva separati per sempre.

Si maledisse per essersi diretto da Kacchan, la mano tesa ad aiutarlo, se non lo avesse fatto sarebbero rimasti amici e non sarebbe successo nulla.

"Con i se e con i ma non si va da nessuna parte." si disse abbandonando il piccolo parco giochi, dirigendosi verso quel rigagnolo che da piccoli sembrava immenso, "Devo darmi una regolata, altrimenti getterò veramente via la mia vita."


Katsuki volò con una delle sue esplosioni, lontano da tutto quello che era stata la sua vita fino a quel momento, l'appartamento vicino l'agenzia, il traffico cittadino, le persone che lo conoscevano.

Aveva bisogno di fuggire, anche verso un luogo che non conosceva, l'importante era che non vi fossero quei dannati ricordi che lo riportavano a soffrire come un disperato.

Voleva lasciarselo alle spalle, vivere una vita degna del sacrificio che Deku aveva fatto per lui, ma ogni volta che pensava di aver fatto un passo avanti, un nuovo ricordo tornava alla sua mente.

Come quel giorno al supermercato, quando aveva annusato un bagnoschiuma che a prima vista gli sembrava buono, ma che una volta portato al naso gli aveva riportato alla mente il profumo che aveva sempre lui. Quel dolce odore di pulito misto a mandorle.

Avrebbe tanto voluto far saltare in aria tutto, ma la sua forza di volontà lo aveva fermato e abbandonando la spesa che stava facendo, era uscito dal negozio per volarsene via.

Esattamente come stava facendo in quel momento, ma non era attento e quando andò addosso ad un povero uccellino che gli si era trovato davanti, precipitò di qualche metro, finendo contro alcuni alberi di un boschetto sottostante.

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