Rostig Rot

Un eroe in meno

I suoi occhi erano spalancati a fissare il soffitto bianco di quella camera d'ospedale che tanto stava disprezzando in quel momento.

Il bip dei macchinari per il sostegno vitale gli arrivavano alle orecchie attutiti, come se all'interno delle orecchie vi avessero spinto a forza dell'ovatta.

Sapeva perché si trovava lì, come ci era arrivato e i danni che aveva subito per essere ridotto in quel modo. Capiva anche il motivo per cui lo avevano legato al letto con delle cinghie di contenimento e perché ai piedi del letto vi fossero due uomini che lo fissavano pronti ad ogni suo minimo movimento.

«Può disattivare il suo quirk Ereser Head, non ho intenzione di fare nulla al momento.» disse Izuku non volendolo guardare, preferendo rivolgere il proprio sguardo alla grande vetrata che aveva alla propria sinistra.

«Chi mi dice che non romperai le cinghie appena chiuderò gli occhi? Sei sempre stato un ragazzino problematico, ma sei peggiorato in questi ultimi anni.» rispose il vecchio professore, la voce carica di rimprovero, che però non smosse minimamente il verdino.

«Che vuole che le dica? Sto affrontando la mia fase di ribellione.» ironizzò voltandosi giusto il tempo di lanciare un occhiata apatica a quell'uomo che lo aveva accompagnato nel suo percorso scolastico, che lo aveva aiutato ad essere il migliore degli eroi.

Ormai tutto perduto.

«Se solo non fossi in quelle condizioni, ti darei tanti di quei ceffoni che forse ti tornerebbe un po' di sale in zucca.» disse con un sospiro, prima di fare un cenno con la mano all'altro uomo in fondo al letto che copiò il quirk del corvino mentre questi estraeva dalle tasche una boccetta di liquido oculare.

«Se lo fa gradirei che dicesse a Monoma di disattivare il quirk, gradirei difendermi in quel caso.» e fece un cenno del capo al vecchio compagno di scuola della sezione affianco, «Non vorrei trovarmi in difficoltà.»

«Hai un così forte istinto suicida che ti vorresti mettere addirittura contro due eroi? Nonostante le condizioni in cui ti ritrovi?» lo sgomento era a stento trattenuto da Shota, avrebbe voluto afferrare quel ragazzino per il camice che indossava e strattonarlo a dovere, ma il moncherino del braccio era ben visibile sopra le coperte tirate a coprirlo, «Vuoi così tanto raggiungerlo?»

«Quello che voglio fare della mia vita non sono affari che la riguardano Ereser Head.» urlò voltansi a fronteggiarlo, la rabbia che gli scorreva addosso, «Quindi non faccia il moralista con me e se ne vada, le ho detto che non farò niente per il momento.»

«E quando allora avresti intenzione di distruggere di nuovo la stanza? No, dimmelo che me lo segno in agenda.» lo schernì altrettanto furioso.

«Le ricordo che sono in convalescenza e che ho bisogno di riposo per riprendermi.» cercò di trattenere le imprecazioni che stava per dire.

«Che fine ha fatto quel ragazzino che non vedeva l'ora di diventare un eroe? Vedo solo uno squilibrato che non vede l'ora di morire.» e riattivò di nuovo il quirk per un istante, assicurandosi di mantenerlo il tempo necessario per dirgli le ultime parole, «Comunque sono venuto qui anche per comunicarti la sentenza della commissione d'inchiesta.»

Izuku lo ignorò prontamente, guardando come le nuvole si muovevano placide nel cielo sereno.

«Sei stato sospeso da ogni attività da eroe fino a nuova comunicazione, la tua licenza verrà sospesa e ti viene vietato di utilizzare il tuo quirk in luogo pubblico. In caso di infrazione delle regole, verrai arrestato seduta stante.» e nel terminare, fissò il verdino cercando di intravedere nel suo volto una qualunque emozione che però non arrivò.

Ereser Head e Phantom Thief lasciarono la stanza in cui l'ex eroe numero uno se ne stava, lasciandolo a fissare un punto lontano della finestra, lasciandolo da solo, senza nessuno al suo fianco.