Capitolo 5 - Un dono inaspettato

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Una volta che Chloe e Manny furono usciti, nella sala rimasero solamente Tron e i suoi figli maschi.
"Starà bene?" chiese Three, guardando preoccupato in direzione della porta.
Four scrollò le spalle, con aria annoiata, e commentò dicendo "Massì, avrà avuto un calo di zuccheri. È normale, quella stupida non ha toccato cibo."
Il terzogenito si voltò di scatto verso il fratello maggiore a quelle parole.
"Devi proprio insultarla ogni volta? Neanche io mangerei alla tavola di una persona che mi insulta!" esclamò.
"Ah, adesso sarebbe colpa mia?" replicò l'altro "Non è mica colpa mia se si comporta da sciocca."
"Silenzio."
Bastò quell'unica parola a far calare il gelo nella stanza. Entrambi i litiganti si voltarono immediatamente verso il padre, tacendo e annuendo.
"Non è necessario tutto questo baccano." disse Tron, con un leggero sogghigno "Vedrete che dopo aver patito la fame imparerà come comportarsi."
Three non parve molto convinto da quel discorso, i suoi occhi rendevano chiara la preoccupazione che ancora l'attanagliava.
Il ragazzo si voltò verso Five, domandandogli "E tu che ne pensi?"
Mentre la preoccupazione di Three e la superficialità di Four erano lampanti, i pensieri di Five rimanevano imperscrutabili ai presenti.
Il primogenito infatti non era per nulla soddisfatto dell'intervento di Tron. Stava per risolvere la questione, convincerla a mangiare, e non aveva affatto gradito che invece alla fine se ne fosse andata a stomaco vuoto. Con i bambini ci vuole polso, per il loro bene. O almeno, questo pensava lui.
Alla domanda del fratello minore Five avrebbe voluto rispondere tante cose, il fatto che lo svenimento gli aveva fatto pensare male, che anche lui era preoccupato e che si sarebbe complimentato con il minore per la solerzia con cui era corso dalla sorellina... ma non poteva.
"Starà bene, non preoccuparti." disse invece.
Il maggiore attese per un attimo, e solo e solamente quando Tron si distrasse lasciò trapelare la propria preoccupazione. Un singolo istante, poi il suo viso tornò ad essere una maschera di ghiaccio.
Nel frattempo, il maggiordomo aveva condotto la più giovane degli Arclight alla sua stanza.
Manny aprì la porta e, delicatamente, fece accomodare la dodicenne al suo interno.
"Signorina? State bene?" domandò.
La osservava con gli stessi occhi con cui si guarda un micetto smarrito, con una certa  apprensione.
Chloe si sdraiò a letto, portandosi una mano a coprire gli occhi, e rispose "Sisi, sto bene. Solo un leggero mancamento, ora mi passa."
Ma il maggiordomo non parve convinto. Continuando a guardarla, non diede cenni di voler uscire dalla stanza.
"Non avete toccato cibo." le disse "È colpa mia? Non vi piace la mia cucina?"
"Ma no, sembrava tutto squisito. Solo che non avevo fame, te lo avevo detto." rispose lei.
Manny annuì, per poi lanciare un'occhiata preoccupata alla porta.
"Vi serve altro, signorina? Sennò io andrei a servire il dolce."
"No, vai pure. Ah, Manny?"
"Sì, signorina?"
La ragazza accennò un leggero sorriso "Grazie."
Il maggiordomo rimase per un secondo stupito, poi contraccambiò e uscì, lasciando così la fanciulla da sola nella camera.
Diversi minuti dopo, qualcuno bussò alla porta.
Chloe roteò gli occhi al cielo, seccata da quell'ennesima intromissione. In quella casa non c'era mai un attimo di tregua.
"Chi è?" chiese, senza alzarsi dal letto.
La porta si aprì lentamente, e fece capolino una testa rossa.
"Sorellina, sono Three. Posso entrare?"
"No. Lasciami sola." rispose lei.
Il terzogenito sospirò ed entrò lo stesso, dirigendosi dritto al letto.
"Dai, sorellina, non fare così." le disse, sorridendole "Sei con la tua famiglia che ti vuole tanto bene."
A quella frase, la fanciulla si mise a sedere sul letto e guardò il fratello maggiore.
"La mia famiglia sono gli Tsukumo, non voi quattro." rispose acida.
Three si sentì ferito, ma non disse nulla a riguardo, dopotutto capiva bene ciò che la sorella provava in quel momento, le serviva solo un po' di tempo, e Four non era d'aiuto.
Rivolgendole un altro tenero sorriso, il ragazzo le mostrò ciò che teneva nascosto dietro alla schiena: si trattava di un peluche di uno squalo, molto dettagliato, lungo circa un metro e venti e con un'espressione buffa.
"È il mio peluche preferito, voglio che lo abbia tu." le disse.
Chloe squadrò l'oggetto con attenzione, poi spostò lo sguardo verso il fratello.
"Perché?" chiese.
"Beh, ti ho vista così giù. Magari avere qualcosa da coccolare ti farà bene."
La dodicenne prese in braccio il pupazzo, notando che era grande quasi quanto lei.
Rivolse al ragazzo un genuino sorriso, rispondendogli "Ti ringrazio. Lo apprezzo davvero."
Calò il silenzio per qualche istante, poi Three riprese parola: "Perché non hai mangiato, stasera?"
Chloe sbuffò, stanca di quella domanda.
"Perché non avevo fame. È un concetto così difficile?"
Il ragazzo scosse la testa, replicando "Sicura sia solo questo? Stavi per svenire davanti a tutti."
La ragazza scrollò le spalle, dicendo "Nulla di che, sto bene."
"Sicura?" il tono del quindicenne era diventato estremamente preoccupato "Ricordo quando ero bambino che la mamma aveva momenti in cui sveniva. E lei era malata."
La fanciulla capì di non poter continuare a negare la realtà, non davanti all'unico dei suoi fratelli che era stato gentile con lei.
"È vero. La mia salute non è perfetta, sono malata."
Three sgranò gli occhi a quella rivelazione, terribile conferma dei suoi timori.
Le mise una mano sulla spalla, dicendole "Dobbiamo dirlo subito a Five. Deve saperlo."
Senza attendere una risposta, il ragazzo si incamminò verso la porta per informare immediatamente il maggiore.
Con uno scatto repentino, Chloe balzò in piedi e raggiunse il fratello, afferrandogli la manica della giacca con tutta la propria forza e piantando saldamente i piedi a terra.
"No, no, no! Non dirgli niente! Non dirgli niente!" esclamò.
Three la guardò perplesso, chiedendole "Perché no? Domani duellerete insieme, è giusto che lo sappia."
"È una questione personale e molto delicata." rispose lei "Non voglio lo sappia, glielo dirò a tempo debito."
Il rosso la guardò intensamente e la ragazzina non poté non notare la sua espressione incupirsi.
"Sei sicura? Guarda che prima o poi Five scopre sempre tutto e detesta che gli si menta, è la cosa che odia di più."
Chloe fece un sorrisetto da monella, forse per sdrammatizzare la situazione.
"Ma io non voglio mentirgli, mi limito a nascondergli la verità."
Il terzogenito si grattò la testa, rispondendo "Sorellina, quello a casa mia è mentire."
"Senti, non dirglielo, dai. Glielo dirò al momento opportuno, te lo prometto."
Three si lasciò andare ad un pesante sospiro, e le disse "E va bene, mi fido. Ma cos'hai esattamente? Ti va di dirmelo?"
La ragazza fu combattuta per un attimo, poi rispose "No, non me la sento di parlarne."
Il ragazzo non era convinto della cosa, ma decise di rispettare i desideri della sorellina. Le diede la buonanotte e uscì dalla stanza.
Finalmente sola, Chloe si tolse i vestiti e prese la prima tenuta notturna che trovò nella cabina armadio. Poi andò a letto, abbracciò lo squalo e volò nel mondo dei sogni.
La notte fu tranquilla, fino a quando l'alba non proruppe con i suoi raggi, rischiarando le tenebre.
La fanciulla stava ancora dormendo, quando la porta della sua stanza si aprì e il maggiordomo fece la sua apparizione.
"Signorina?" disse "Siete sveglia?"
"No, sto dormendo." rispose con una malcelata ironia.
"Il Signor Arclight ha detto di dirvi quanto segue: dovete lavarvi, vestirvi e andare a fare colazione entro venti minuti." riferì.
Ciò detto, Manny non attese risposta e uscì.
Chloe non aveva fame, nemmeno quella mattina. Non aveva la benché minima voglia di sedersi ancora a quella tavola.
Sapendo di non avere scelta, la ragazza si preparò psicologicamente a ciò che sarebbe avvenuto. Sbuffando, si alzò dal letto e fu a quel punto che si accorse di avere un terribile mal di testa.
Combattendo contro il dolore che le premeva sulle tempie, si accinse alla propria morning routine. Una volta lavatasi e vestitasi si accinse a raggiungere il resto della famiglia.
Chloe raggiunse così la sala da pranzo, ove i suoi fratelli maggiori e Tron erano già seduti al tavolo. Stranamente, la sedia di Three era vuota.
"Sempre in ritardo, eh?" la accolse il patriarca "Accomodati."
Lei rispose con un cenno della testa e si appropinquò alla propria sedia, prendendo così posto accanto a Five.
Inizialmente non ci diede peso, ma poi non poté non sentire lo sguardo del primogenito che la analizzava.
Five, infatti, stava squadrando la sorella da capo a piedi. La vedeva pallida, come un fuoco fatuo, e con due evidenti occhiaie che non donavano al suo bel faccino. Non lo dava a vedere, ma in fondo era preoccupato per lei: come poteva duellare se a malapena si reggeva in piedi? Era normale, la sera prima non aveva mangiato. Ma si sarebbe assicurato che non accadesse nuovamente.
Chloe lanciò un rapido sguardo a Four. Questi aveva la testa appoggiata al proprio pugno, con lo sguardo di chi era pronto ad ammazzare qualcuno se gli avesse rivolto la parola, tipico di chi si era svegliato prima del solito. Lei non era brava a leggere il labbiale, ma avrebbe giurato che il fratello stesse mormorando "Che due coglioni."
Prima che la fanciulla potesse chiedere dove fosse finito Three, Manny entrò nella sala, dicendo "Il signorino desidera mostrarvi i suoi progressi con la cerimonia del thè servendovelo personalmente."
"Ottimo. Vediamo." disse Tron.
Manny annuì e fece un gesto alla porta. Pochi istanti dopo, il terzogenito della famiglia entrò portando il vassoio del thè.
Chloe osservò la scena con una certa curiosità, non aspettandosi una cosa simile.
Con un'eleganza e una precisione tali da lasciarla di stucco, il ragazzo servì il thè ad ogni commensale, dimostrando la propria padronanza di quella difficile arte.
"Bravo, ma devi lavorare sulla postura." commentò Tron, che aveva osservato ogni dettaglio con attenzione.
Three ringraziò il padre, poi si sedette al proprio posto, lasciando che il maggiordomo si occupasse del resto della colazione.
"Stai bene?" domandò subito alla sorella.
"Sì, non preoccuparti." rispose lei.
Manny a quel punto entrò con la colazione: servì ad ognuno una scodella di porridge, poi mise al centro del tavolo alcuni piatti da portata contenenti uova al tegamino, salsicce, fagioli stufati, patate, funghi, pomodori, bacon e pane tostato e imburrato.
Gli altri membri della famiglia cominciarono a servirsi, ma non Chloe. Aveva ancora lo stomaco chiuso, il mal di testa e una gran voglia di essere da un'altra parte.
Vedendo il piatto vuoto di lei, Five si incupì.
"Una domanda... hai intenzione di fare la stupida anche stamattina?" chiese, guardandola.
La ragazza non si aspettava quella reazione. Sentiva dal tono della sua voce che non era per niente contento e non aveva il coraggio di guardarlo.
"Che vuoi dire?" si limitò a chiedere, tenendo lo sguardo fisso sulla ciotola di porridge.
"Ieri sera non hai mangiato nulla." le disse "Ora basta capricci e mangia qualcosa."
"Ma... io non sono abituata a mangiare queste cose a colazione. Mi sembra più un pranzo o una cena." si lamentò lei.
Il primogenito capì che in effetti essendo cresciuta con la plebe poteva starci che non fosse abituata a quel tipo di prelibatezze. Pazienza, ci si sarebbe abituata col tempo. Tuttavia non l'avrebbe fatta alzare a stomaco vuoto, non di nuovo.
Afferrò due fette di pane imburrato e gliele mise nel piatto, dicendo "Mangia almeno queste. Sarà meglio per te."
"Ma io non ho fame!"
Quell'esclamazione fece sussultare Three, che rimase pietrificato a guardare la scena con la forchetta in mano.
Anche Tron si mise ad osservare la scena, mentre Four continuò a mangiare ignorando qualsiasi cosa.
Five strinse un pugno, combattendo la tentazione di afferrarla per un orecchio e costringerla a forza. Non voleva spaventarla, ma quella ragazzina stava mettendo a dura prova la sua pazienza.
Dopo essersi calmato, il ventenne guardò Chloe con uno sguardo in grado di trapassarla, e con tono fermo e autoritario le disse "Adesso fai uno sforzo e mangi qualcosa, se non vuoi vedermi arrabbiato."
La fanciulla deglutì pesantemente, trovando l'idea di vedere il fratello maggiore seriamente arrabbiato decisamente spaventosa.
Prese la fetta di pane e ne masticò un paio di bocconi. Tuttavia, con lo stomaco chiuso che si ritrovava, non riuscì ad ingurgitarli.
Vedendo quella reazione, Five sentì una stretta al cuore. Forse davvero la sorella non stava bene, non erano solamente capricci.
Fece per parlare di nuovo ma, come la sera precedente, Tron prese parola per primo.
"Basta, Five. Lasciala in pace." disse "Se avrà un calo di zuccheri durante il vostro duello peggio per lei."
Si rivolse quindi alla dodicenne, aggiungendo "Se non hai intenzione di mangiare, allora vai fuori ad aspettare il tuo mentore. Stare seduti a tavola senza toccare cibo è maleducazione."
Chloe sentì una morsa gelida attanagliarle le viscere non appena il bambino si rivolse a lei, lasciando trasparire ciò dal suo intero linguaggio corporeo. Senza esitare un attimo si alzò e dopo un rapido cenno del capo uscì dalla sala per aspettare che Five la raggiungesse.
Ritrovatasi da sola in corridoio, la ragazza finì preda della propria ansia. Camminava avanti e indietro, aveva il respiro pesante, si tormentava continuamente una ciocca di capelli. L'idea di duellare con Five la metteva sotto pressione. Non aveva idea di che deck avrebbe usato, perdipiù non aveva mai duellato sul serio nella realtà virtuale.
Si morse nervosamente un labbro, ripensando a quanto aveva detto il giorno prima. Five si aspettava di avere a che fare con una grande duellante che non aveva bisogno di un mentore, invece lei era meno di una principiante. E lui odiava le bugie, l'aveva detto Three. E sembrava pure già arrabbiato. Cosa le avrebbe fatto? Non voleva neanche pensarci.
Sobbalzò non appena sentì la porta aprirsi. Si voltò di scatto, ma ciò che vide non fu la fluente chioma del primogenito, bensì il ciuffo biondo di Four.
"Sorellina!" esclamò gioviale aprendo le braccia come per abbracciarla.
La ragazza rimase di stucco. Tutto si sarebbe aspettata, ma non quello.
"Stai bene?" gli chiese, perplessa, facendo un passo indietro.
"So che sei in ansia per il tuo primo duello con Five, ma non preoccuparti." le disse "Il tuo fratellone ha un regalo per te."
L'espressione di Chloe virò dal perplesso all'incuriosito. Four non si era mai comportato così. Era una piacevole novità.
"Un regalo? Per me?"
Four annuì e le consegnò una carta, dicendole "Questa carta è perfetta per te, ti rappresenta a meraviglia."
Mentre la ragazza la prendeva tra le dita, il diciottenne aggiunse "Sai, è appartenuta ad una leggendaria duellante."
Chloe la guardò: raffigurava una fatina vestita interamente di rosa, con un grande cappello a punta, un piccolo scettro, un ciuccio in bocca e un voluminoso pannolino.
"Ma è bellissima!" esclamò la ragazza, trovandolo un regalo fantastico.
"Sono contento che ti piaccia." sogghignò lui, notando l'ingenuità della sorella "Usala nel duello, vedrai che Five rimarrà senza parole. Garantito."
"Ma sei sicuro?" domandò la ragazza "Non so che deck mi darà, magari dovrei prima parlarne con lui."
"Ma no, fagli una sorpresa." replicò il diciottenne, stupendosi (ma neanche più di tanto) di quanto fosse stato facile "Vedrai che lo renderai fiero grazie a questa carta."
Chloe si convinse. Quella carta era effettivamente molto bella, e lui era stato veramente gentile e generoso a dargliela. Forse si era sbagliata sul suo conto, era un bravo ragazzo dopotutto.
"Allora ti ringrazio. Non vedo l'ora di usarla." sorrise, mettendosi la carta in tasca.
"Ma figurati, sorellina. Qualsiasi cosa per te."
Fu allora che la porta si aprì nuovamente e Five li raggiunse. La sua presenza fece nuovamente incupire la dodicenne.
"Andiamo." le disse, cominciando a camminare verso l'arena.
La fanciulla annuì e dopo aver salutato Four si avviò dietro al primogenito.
Una volta solo, il secondogenito si abbandonò ad una grassa risata.

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