Capitolo 18 - Chloe e Manny

25 3 2
                                    

Chloe si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno per riprendere coscienza spaziale della stanza. Le ci volle qualche istante per riacquisire il pieno controllo dei propri sensi.
Five non c'era da nessuna parte. L'aveva messa a dormire e poi se n'era andato, lasciandola da sola. Aveva forse intenzione di farla dormire tutto il pomeriggio? Se così fosse stato, allora era davvero una punizione come in cuor suo temeva.
Così, con cipiglio deciso si fiondò giù dal letto e senza esitare si cambiò d'abito, decisa a non rimanere reclusa tra quelle quattro mura un solo istante di più.
No, aveva ben altri piani in mente. Era tempo di mettere in atto una cosa che aveva pianificato fin dal primo giorno, un piano audace per il quale era pronta a rischiare... esplorare la tenuta.
Con passo svelto ma felpato, come un gatto, la dodicenne raggiunse la porta e solennemente la aprì.
Uscì in corridoio e si guardò attorno per controllare se fosse vuoto. Con sua enorme sorpresa si accorse che così non era, giacché un ragazzo era effettivamente presente.
Come lo vide, la ragazza si dipinse un sorriso sul volto. Le faceva sempre piacere parlare con lui senza nessuno di mezzo.
"Manny! Ciao!" lo apostrofò, avvicinandosi a lui e scuotendo la mano in segno di saluto.
Come udì quella voce, il ragazzo ebbe un sussulto. Lasciò cadere la scopa e si voltò di scatto nella sua direzione, augurandosi che quella sciocca non fosse veramente uscita dalla camera. Si rammaricò nel constatare che invece era proprio così.
"Signorina, dovrebbe essere a letto..." mormorò, la voce che tremava lievemente.
"No, non avevo più sonno." rispose Chloe "Così ho pensato di farmi un giro per la casa."
Il maggiordomo deglutì nervosamente, per poi dire "La ritengo una pessima idea. Dovrebbe tornare nella sua stanza."
La fanciulla scrollò le spalle e rispose "Tron non c'è, e nemmeno mio fratello. Quindi ne approfitto per dare un'occhiata in giro. Mi accompagni?"
"Signorina, la prego, non mi metta nei guai. Torni a letto."
"Vabbè, vado da sola."
"No, no. Piuttosto l'accompagno."
Farla andare da sola sarebbe stato molto peggio. Quella mocciosa sarebbe stata capacissima di ridurre la casa ad un cumolo di rovine fumanti se lasciata senza supervisione.
Chloe gli sorrise, replicando "Ottimo allora. Andiamo."
E così i due si misero in cammino, l'una quasi saltellando e l'altro con l'espressione di chi si stava recando ad un funerale... il proprio.
Giunti d'innanzi ad una porta, la dodicenne si voltò a guardarla e chiese "Qui cosa c'è?"
"Nulla che le interessi."
"Ma no, non fare così. Dimmi cosa c'è di là. Daiii."
Il giovane si lasciò andare ad un pesante sospiro e le spiegò "È una sala di meditazione. Il signorino Three la usa per... in realtà non so per cosa."
"Interessante. Posso entrare?"
"Se proprio vuole."
La ragazza provò ad aprire la porta, ma era chiusa. Evidentemente solo Three poteva entrare.
"Uffa, è chiusa."
"Meglio così. Ora torniamo in camera?"
Lei scosse la testa e disse con tono deciso "No, ho così tanto da vedere."
Detto ciò si fiondò nel corridoio, seguita a ruota dal povero maggiordomo che continuava sottovoce a mormorare che non avrebbero dovuto essere lì.
Giunti ad una svolta del corridoio, Manny fermò la ragazza afferrandola per una spalla e sottovoce le disse "Vado avanti io."
Ciò detto, fece qualche passo avanti per controllare la situazione. Ciò si rivelò un'ottima pensata giacché proprio in quel momento un individuo comparve dall'altra estremità del corridoio, venendo nella loro direzione.
Il maggiordomo deglutì pesantemente e rivolgendosi a Chloe, ancora al di là dell'angolo, le comandò istintivamente "Non ti muovere di lì!"
Era stato talmente automatico che si era scordato di darle del lei.
La fanciulla si accorse di ciò e capì la gravità della situazione. Così annuì e rimase nascosta.
Manny fece qualche passo avanti in direzione dell'altro individuo e come si fu avvicinato forzò un sorriso nella sua direzione.
"Signorino, come mai da queste parti?" domandò, con tono fin troppo gioviale.
Colui che aveva dinnanzi altri non era che il primogenito della famiglia Arclight, Five.
Questi guardò il ragazzo alzando un sopracciglio con aria vagamente perplessa.
"Sono appena uscito da camera mia." disse semplicemente.
"Ah, capisco. E dove va di bello?"
Quella domanda lasciò il maggiore ancora più perplesso.
"Sto andando allo studio di mio padre. Devo aggiornarlo sugli ultimi sviluppi." rispose.
Manny scosse la testa, dicendo immediatamente "No, no. Non può passare di qui."
"E perché mai?"
Ci fu un istante di silenzio, poi il maggiordomo disse "Beh... ho appena lavato il pavimento, ecco."
Il primogenito alzò nuovamente il sopracciglio, trovando l'atteggiamento di Manny parecchio strano. Di solito a malapena gli rivolgeva la parola.
"Ok, farò il giro lungo." gli disse.
Fece un passo avanti e a sorpresa adagiò una mano sulla sua spalla.
Quel contatto imprevisto fece irrigidire il giovane, che non si aspettava certo una cosa del genere.
"Sei molto stressato, è evidente che lavori troppo." gli disse "Prenditi il resto della giornata libera, te la do io."
Quell'atto di gentilezza colpì notevolmente il maggiordomo, ma anche Chloe che aveva sentito tutto. Five era veramente una brava persona.
Dopo aver così parlato, il primogenito si voltò, dando le spalle all'altro ragazzo e cominciando a camminare, tornando nel corridoio dal quale era giunto.
Non appena il rampollo della famiglia Arclight ebbe voltato l'angolo, uscendo così dal campo visivo del maggiordomo, quest'ultimo trasse un profondo sospiro di sollievo. Non poteva che ringraziare mentalmente di aver incontrato proprio Five e non uno degli altri membri della famiglia. Meno aveva a che fare con quell'immaturo di Three e con quel sadico di Four e meglio era. E Tron... beh, il patriarca gli faceva paura.
"Campo libero?" domandò Chloe, uscendo dal suo nascondiglio e dirigendosi verso di lui.
Manny si voltò a guardarla e con occhi supplicanti le disse "Sì, campo libero. Però la prego, torniamo in camera."
Con un sorriso da monella sul volto la ragazza scosse la testa e replicò "No no, ho ancora un bel po' di cose da vedere. Dai, andiamo."
Senza attendere una risposta, la fanciulla passò oltre al maggiordomo e proseguì nell'esplorazione della casa. Sudando freddo lui non poté che seguirla.
Giunsero d'innanzi ad una porta finemente intagliata con una targhetta su di essa. La targhetta in questione era di metallo e aveva incisa un'unica lettera: V.
"Manny, che stanza è questa?" domandò Chloe.
"È la stanza di suo fratello Five." spiegò il ragazzo.
Come ebbe appreso tale nozione, la ragazza non esitò un solo secondo. Mise una mano sulla maniglia e subito aprì la porta, entrando all'interno.
"Signorina!" esclamò Manny, seguendola.
La fanciulla si guardò intorno, analizzando con i propri occhi la stanza del fratello. Era molto affascinante, strapiena di cose che attiravano la sua attenzione.
Esattamente come la sua, anche la stanza di Five aveva un balcone, una scrivania, una cabina armadio e un bagno. Ma ad attirare l'attenzione della ragazza furono le librerie.
Si avvicinò ad esse con occhi sognanti. Erano colme di tomi e di modellini.
I libri erano prevalentemente trattati scientifici: saggi di fisica, di astrofisica e di astronomia. Ce n'erano su buchi neri, su stelle e pianeti. C'erano anche libri di storia, che parlavano di eventi legati all'esplorazione nello spazio, come per esempio l'allunaggio.
"Caspita, a mio fratello piace proprio lo spazio." constatò Chloe, passando delicatamente un dito sulle copertine dei libri.
Ce n'era uno che attirò in particolare la sua attenzione: si trattava di un grande libro rosso che sembrava essere stato sfogliato numerose volte.
Il titolo di quel libro era "Super Strutture Cosmiche: Una Sfera Per Controllare Una Stella."
Come ebbe finito di controllare i libri si avvicinò ai modellini. Ce n'erano svariati, di varie forme e dimensioni.
"Signorina, per favore non tocchi nulla." intervenne Manny, avvicinandosi a lei.
"Tranquillo, sto attenta." rispose semplicemente, dando un'occhiata a ciò che aveva d'innanzi.
I modellini raffiguravano astronavi di varie forme e dimensioni. C'erano quelle più storiche come ad esempio uno shuttle della Nasa, ma anche cose più strane, con astronavi teoriche oppure con riproduzioni molto fedeli e dettagliate di celebri astronavi di film di fantascienza.
All'interno di quella magnifica collezione c'era un modello che svettava su tutti gli altri, chiaramente messo in posto d'onore.
Chloe lo guardò, assolutamente meravigliata. Raffigurava una stella simile al sole che veniva avvolta da una struttura nera che sembrava divorarla.
"Manny, cos'è questo?" domandò.
Con voce tremante, il maggiordomo rispose "È una Sfera Dyson. Mi raccomando, non la tocchi assolutamente."
La fanciulla continuò a guardare il modellino con occhi meravigliati, trovandolo veramente bellissimo. Era un peccato che il fratello non avesse mai condiviso con lei la sua passione par lo spazio, era una cosa che la affascinava e di cui avrebbe parlato molto volentieri.
Dopo istanti che parvero ore, l'attenzione di Chloe fu diverta dalla scrivania. Anch'essa era piena di libri, molti dei quali aperti.
La dodicenne andò a controllare e vide che, tra alcuni trattati scientifici, c'era un libro che era chiaramente l'ultimo che aveva letto Five.
Non era un libro come gli altri, sembrava più una sorta di dossier. Forse Five l'aveva compilato personalmente.
Nella pagina in cui era aperto era raffigurato un ragazzo, con i capelli biondi appuntiti e occhi azzurri freddi come il ghiaccio. Indossava quella che sembrava una sorta di corona azzurra e un soprabito nero, con pantaloni bianchi. Chiunque fosse quel ragazzo le metteva i brividi.
Fece correre rapidamente gli occhi sul dossier, cercando di raccogliere più informazioni possibili su quel misterioso individuo che evidentemente interessava molto a suo fratello maggiore. La scrittura di Five era difficile da decifrare, scriveva in piccolo e molto ravvicinato. Ma la ragazza riuscì comunque a cogliere qualche informazione: si chiamava Kite Tenjo, aveva diciott'anni ed era alto un metro e sessantasette. L'altra cosa che la ragazza notò era sottolineata più volte: cacciatore di Numeri, deck fotonico.
Quell'ultima informazione la fece deglutire. I suoi fratelli erano cacciatori di Numeri, era a conoscenza di ciò. Tuttavia, non pensava ci fossero altri là fuori che cercavano quelle carte.
"Manny, chi è questo tizio?" domandò al maggiordomo, senza distogliere lo sguardo dalla foto sul libro.
Il ragazzo si avvicinò e guardò la foto.
Scosse la testa, dicendo semplicemente "Un cacciatore di Numeri avversario della vostra famiglia. Non so nient'altro."
"Esistono altri cacciatori di Numeri?"
"Beh, che io sappia esistono due fazioni principali. La vostra famiglia è una, l'altra è formata dal sindaco e dai suoi scagnozzi. Questo tizio sarà uno di loro."
Chloe si appuntò mentalmente di stare molto attenta a quel ragazzo. Chiunque fosse, se Five lo stava tenendo d'occhio così accuratamente sicuramente non era da sottovalutare.
Tornò così a guardare i modellini, in particolare quello della Sfera Dyson. Attratta da esso allungò istintivamente le dita nella sua direzione, prendendolo in mano.
Manny sbiancò al punto che il duellante leggendario Bonz a confronto sarebbe sembrato abbronzato. Senza esitare, si avvicinò di scatto.
"Per carità, mettetela subito giù!" esclamò, deglutendo pesantemente.
"Tranquillo, sto attenta."
Nemmeno il tempo di finire la frase che il modellino le scivolò dalle dita, cadendo verso il suolo.
Il tempo parve dilatarsi, con il maggiordomo che già pensava a scavare la propria tomba. Ma Chloe, con uno scatto felino, riuscì ad afferrare al volo la sfera, impedendo che andasse in mille pezzi.
La dodicenne la rimise a posto e rivolse all'altro ragazzo una risatina nervosa, dicendo "C'è mancato poco."
"Signorina, usciamo..."
Vedendo che il maggiordomo era così disperato, la ragazza rinunciò all'idea di esplorare il resto della camera. Dopotutto, la cabina armadio e il bagno erano sicuramente identici ai suoi.
Fece un gesto d'assenso al maggiordomo e poi uscì dalla stanza, subito seguita da lui.
Una volta usciti dalla camera del primogenito, i due continuarono a proseguire. Manny in realtà si era mosso istintivamente verso la camera di Chloe, sperando che la ragazza lo seguisse, ma la sua speranza era stata vana e la fanciulla si era invece recata nella direzione esattamente opposta. Con un sospiro, aveva deciso che non poteva fare altro che seguirla.
"Signorina, ancora vuole andare in giro?" le domandò.
Lei annuì, rispondendo sicura "Certamente. Ho ancora un sacco di cose da vedere."
Proseguirono per un bel po', ignorando alcune porte che la ragazza aveva ritenuto poco interessanti. Si fermarono d'innanzi ad una porta che invece attirò l'attenzione della dodicenne.
La porta in questione aveva una targhetta metallica uguale a quella posta sulla camera di Five. Tuttavia, questa non aveva una V bensì una stanghetta seguita dalla V.
"E questa?" domandò "Che stanza è?"
"È la camera del signorino Four." rispose il ragazzo.
Ovviamente, neanche a dirlo, la ragazza non fu intimidita dalla cosa ma anzi fu incuriosita. Così, appoggiò una mano sulla maniglia e, constatato che la porta fosse aperta, la spalancò per poi entrare.
Nervosamente, il maggiordomo la seguì. D'altronde non è che avesse molta voce in capitolo.
Se fosse stata la sua di sorellina le avrebbe dato una bella sculacciata, eccome.
L'interno della camera di Four non era molto diverso da quello di Five. La disposizione generale era la stessa, uguale anche alla camera di Chloe.
Subito la ragazza cercò di cogliere le differenze, focalizzandosi sulla scrivania e sulle librerie.
La fanciulla si avvicinò in particolare alla scrivania, con uno sguardo perplesso. Ciò che c'era lì sopra era decisamente strano, l'ultima cosa che si sarebbe mai aspettata di trovarci.
Erano manichini. Piccoli manichini da scrivania, come quelli utilizzati dai pittori per simulare le pose umane.
La ragazza non poté fare a meno di notare che erano stati messi in posizioni strane, contorte e innaturali. Che accidenti faceva Four con quella roba?
Si stava ancora domandando ciò quando la sua attenzione fu attirata invece da ciò che si trovava invece sulla libreria.
C'era qualche libro, certo, ma soprattutto c'erano trofei. Targhette e coppe provenienti da vari tornei di Duel Monsters.
Quei trofei erano parecchi, per il grosso appartenenti a circuiti minori. Tuttavia, quattro erano stati posizionati in modo che spiccassero sopra gli altri.
La dodicenne li lesse uno ad uno, per capire di cosa si trattasse. Il primo, il più piccolo dei quattro, portava la dicitura Circuito Nazionale dei Duelli.
Chloe, meravigliata, spostò lo sguardo sugli altri due, che erano un po' più grandi. Uno portava la dicitura T.F.E. Tournament, mentre l'altro Mini Surf Expert Match.
Ma perfino quei tre bellissimi trofei impallidivano d'innanzi al quarto, il più grande dell'intera collezione. Esso portava la dicitura Campione Continentale del Torneo dell'Asia.
"Accidenti! Ma allora Thomas è veramente bravo!" esclamò la fanciulla, stupita.
"Certamente."
Chloe si irrigidì di colpo dato che a risponderle non era stata la voce di Manny. Si voltò di scatto, trovandosi davanti sia il maggiordomo terrorizzato che Four, suo fratello maggiore.
Il diciottenne era poggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte e un sorriso beffardo sul volto.
"Non ti hanno insegnato che non si curiosa nelle camere degli altri?" le disse.
Nonostante il sorrisetto beffardo, la sua voce era dura. Chiaramente non stava gradendo la sua presenza lì.
"Signorino, posso spiegare..." mormorò il maggiordomo, chiaramente spaventato all'idea che il ragazzo potesse denunciare la cosa a Tron.
Ma il secondogenito non sembrava interessato a Manny, tutt'altro. Camminò verso di lui e lo oltrepassò, dirigendosi dritto verso la sorella.
Chloe abbassò lo sguardo, vagamente intimorita. Sapeva di essere in torto, che non doveva trovarsi lì in quel momento.
"Questa è camera mia, nessuno ti ha dato il permesso di entrare." la redarguì il ragazzo, per poi aggiungere "E guardami quando ti parlo."
La dodicenne sussultò a quel duro rimprovero e alzò lo sguardo verso di lui, decisamente spaventata.
"Thomas, mi dispiace... ero solo curiosa." mormorò lei.
"Ah sì? Beh, io sono curioso di vedere come reagirà Five."
Nello stesso momento in cui ebbe finito quella frase, il diciottenne fece saettare la mano in avanti, afferrando saldamente l'orecchio della sorella minore.
Ignorando completamente le grida di dolore della ragazzina, cominciò a trascinarla verso la porta, tenendo saldamente l'orecchio di lei tra le dita.
Chloe si lamentava, gridando per il dolore. La stretta di Four era molto forte e la stava trascinando con foga. Era piuttosto evidente che fosse molto arrabbiato.
"Basta! Mi stai facendo male!" pianse lei.
"Smettila di piagnucolare. Adesso ti porto dritta da Five." rispose duramente lui.
Vedendo quella scena e constatando che il ragazzo stesse effettivamente esagerando, Manny non riuscì più a tacere.
Si slanciò in avanti, posizionandosi davanti a Four e bloccando il suo cammino.
"Ora basta. La lasci andare." disse, con voce sicura.
Four si fermò e guardò il maggiordomo dall'alto in basso, per poi dirgli "Hai un bel coraggio a darmi ordini."
"Le sta facendo male. Se non la pianta, lo riferirò a Tron. Non sarà certamente contento di sapere che lei sta facendo del male a sua sorella." minacciò Manny.
Il secondogenito emise un basso ringhio, decisamente scontento della minaccia. Tuttavia, ciò gli fece anche riacquistare la calma necessaria per accorgersi dell'orecchio della sorella, che stava diventando viola.
Rendendosi conto di aver effettivamente esagerato, il diciottenne la lasciò andare.
La fanciulla, strofinandosi il padiglione auricolare, andò subito dietro al maggiordomo, continuando a piangere. Non si sarebbe mai aspettata che il fratello potesse farle effettivamente del male.
"Scusami, Chloe. Ho esagerato." si scusò Four, per poi aggiungere "Però andiamo comunque a parlare con Five."
Manny scosse la testa, dicendo "Non servirà, signorino. Ora la riporto in camera."
Il secondogenito alzò un sopracciglio, per poi domandare "Ma davvero? E perché non dovrei portarvi da lui?"
"Perché io finirei nei guai. E se io finisco nei guai, lei può scordarsi nuovi supporti per il suo deck."
Il maestro dei Burattini Arnese lo guardò veramente male, era palese che detestasse il fatto che quel ragazzo osasse alzare la cresta in casa sua.
"E va bene. Filate." disse infine, per poi voltarsi ed entrare di nuovo nella propria stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Manny adagiò un braccio sulle spalle di Chloe, per poi sussurrarle dolcemente "Venga, torniamo in camera."
Lei annuì e si lasciò condurre, trovando conforto tra le braccia del maggiordomo.

Yu-Gi-Oh Zexal - Legami di Sangue Where stories live. Discover now