Capitolo 4

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Apro lentamente gli occhi, le pareti attorno a me sono bianche, mi accorgo subito che questa non è la mia stanza.

Mio padre dorme su una poltrona accanto al letto.

Con voce debole provo a chiamarlo senza successo, riprovo finché il suono non esce dalle mie labbra.

«Papà!»

«Piccola mia, sei sveglia! Come stai?»

«Voglio mamma».

Abbassa lo sguardo e prende la mia mano nella sua.

«Ecco tesoro, vedi... aspetta».

Lo guardo con i miei occhi castani finché non esce dalla porta ed entra dopo un attimo.

È insieme a Kate, la migliore amica di mia madre.

«Zia!»

«Tesoro!»

Si siede sul bordo del letto.

«Dov'è la mamma?»

Guarda mio padre e si limita ad annuire.

«Ricordi cosa è successo?»

«Qualcuno ci ha chiamato e poi non ricordo più niente».

Mi accarezza la guancia con il palmo della mano, inizia a piangere e a spiegare cosa è successo.

«La mamma è diventata un angelo».

Malgrado i miei sei anni, le ultime parole mi colpiscono come uno schiaffo in faccia.

«NO!»

Le lacrime cominciano a scendere lungo le mie guance.

«Tranquilla tesoro, non sei sola, ci siamo io e tuo padre».

La porta si apre di nuovo, entrano due donne, la prima indossa un camice bianco con capelli neri ricci.

La seconda ha una divisa blu, capelli castano chiaro legati in una coda di cavallo, e due occhi marrone scuro, entrambe mi guardando con dolcezza.

«Ciao Elisa, sono la dottoressa Lee e lei è l'infermiera Morris, siamo contente che tu sia sveglia, come stai?»

«Voglio la mamma».

La dottoressa guarda mio padre e gli fa cenno di seguirla.

Nel momento in cui l'operatore sanitario si avvicina per visitarmi, cerco Kate, che mi sorride e mi stringe la mano.

A parlare è Morris.

«Elisa, segui il mio dito».

Faccio quello che dice, seguo il dito a sinistra, a destra e poi su e giù.

«Va bene... potrà tornare a casa domani». 

Sospesa nel tempo la collana dei ricordi perdutiWhere stories live. Discover now