Capitolo 8

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Mi colpisce l’odore di bruciato che proviene dalla padella, segno che mio papà ha nuovamente lasciato andare troppo a lungo le uova strapazzate la sua solita colazione.
Scoppio a ridere, appena si gira mi metto le mani sulla bocca e fingo di essere innocente.
«Lo sai che non si ride di tuo papà?»
«Forse è ora di chiedere aiuto a Kate!»
Mi guarda con gli occhi spalancati e poi tossisce, si passa una mano tra i riccioli castano scuro, è imbarazzato.
«Papà!»
Esclamo prima di continuare.
«Non c’è niente di male da provare qualcosa per lei e non sentirti in colpa per mamma, sarebbe felice se vedesse che stai cercando di fare qualcosa di bello per te stesso. Anche a me manca molto, ma è importante ricordare che la vita va avanti».
Si mette il panno sulla spalla, si avvicina e mi appoggia una mano sulla testa.
«Sei più matura di quanto immagino».
Si siede sulla sedia accanto alla mia, si passa la lingua sulle labbra, come fa sempre quando cerca le parole giuste per iniziare una conversazione.
«Quindi non sarebbe un problema se Kate e Bradley si trasferissero da noi?»
«No! Anzi, penso che sia ora!»
«Ah sì?»
Guarda i fornelli e poi me, scoppiando a ridere.
«Forse hai ragione, non posso proprio farti mangiare pasti surgelati o bruciare la colazione!»
Rido anch’io insieme a lui è da tanto che non lo facciamo.

Sospesa nel tempo la collana dei ricordi perdutiWhere stories live. Discover now