Capitolo 11

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Le ore sembrano andare a rilento.

Sono davanti all'armadio e sto scegliendo cosa indossare, non so cosa mettermi, alla fine decido dei jeans neri, una camicetta bianca e capelli sciolti.

Guardo la collana che è posata sulla scrivania, la nascondo nel cassetto.

La voce di Bradley arriva dal piano di sotto.

«Elisa! Sei pronta? Andiamo!»

Quando lo raggiungo, lo trovo intento ad armeggiare con le chiavi della macchina.

«Eccomi!»

«Ecco... Sei bellissima!»

«Andiamo?»

«Sì!»

Quando sembra imbarazzato non so cosa pensare, è impossibile per lui vedermi come un'ipotetica ragazza, siamo cresciuti come fratelli, anche se Lucia dice che lui prova dei sentimenti per me.

Il Rock and Roll Pub è un luogo invitante e vivace che offre divertimento e intrattenimento unici. Il punto focale è la sezione del biliardo, con tavoli in legno lucidato ben curati e poltrone rosse che aggiungono eleganza.

Il bar serve cocktail artigianali e birre alla spina.

Eventi speciali durante tutta la settimana, come tornei di biliardo o serate a tema, rendono il locale il luogo perfetto per socializzare e divertirsi.

Intanto che siamo fuori ad aspettare i nostri amici, noto un signore che si avvicina a passi lenti, Bradley inizia a tremare accanto a me, mi prende la mano, non capisco che cosa sta succedendo.

«Entriamo.»

«Edward e Lucia...»

«Invia un messaggio al gruppo».

Non facciamo in tempo a entrare quando l'uomo dai capelli leggermente grigi e la barba folta ci ferma.

«Bradley... te dovresti essere Elisa invece?»

«Papà, cosa ci fai qui?»

«Ho bisogno di parlarti di quella sera.»

«E dopo tutto questo tempo?»

«So che sei arrabbiato, ma è importante».

Non gli do il tempo di rispondere.

«Di cosa state parlando?»

«Elisa, forse non vuoi ascoltarmi, ma devo raccontarti cos'è successo quel giorno in cui tua madre...»

Non termina la frase che Bradley urla:

«Vai via! Ci hai rovinato la vita!»

Senza aggiungere altro, si volta e mi passa davanti, rischiando di farmi cadere.

Alterno lo sguardo dalla porta verso suo padre.

«Io...»

Non sapendo cosa dire, abbasso lo sguardo è la voce del signor Lewis che mi riporta alla realtà.

«Lo capisco... Questo è il mio numero, se hai bisogno di fare domande chiamami».

Sospesa nel tempo la collana dei ricordi perdutiWhere stories live. Discover now