Capitolo 19

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Giro più e più volte il bigliettino tra le dita, afferro il telefonino e compongo il numero.

Uno squillo, due, tre, forse è occupato, e se non risponde, sarebbe un sollievo. Non so se sono pronta.

Faccio per riattaccare quando all'improvviso sento la voce di Henry Lewis.

«Pronto? Pronto?»

Mi mordo il labbro inferiore per qualche secondo.

«Signor Lewis? Sono Elisa, vorrei incontrati, ho qualche domanda.»

«Certo, quando e dove vuoi, fammi sapere.»

«Possiamo vederci verso le cinque? Al pub?»

«Va bene!»

Appena termino la chiamata, mi viene un dubbio: devo dire a Bredly che incontro suo padre? Conoscendolo, so che se non gli dico mi fulminerebbe con lo sguardo, ma non posso permettergli d'impedirmi di scoprire la verità, quindi scelgo di non dirglielo adesso. Avrei corso il rischio di subire le sue reazioni successivamente.

Mi siedo alla scrivania e apro il cassetto, guardo per un attimo il ciondolo ritrovato sul luogo dell'incidente, mi chiedo se sia una buona idea mostrarlo al signor Lewis.

Sospiro e mi alzo per mettere la collana nella borsa.

Esco dalla stanza e scendo in cucina dove trovo mio padre che legge una rivista sportiva, scuoto la testa. Mio papà e Bradley sono inseparabili quando si parla di calcio. Discutono di partite, giocatori e delle ultime notizie di calcio come se fosse la cosa più importante al mondo.

«Ciao papà! Kate?»

Parla senza abbassare il giornale.

«È andata a fare la spesa, ieri tutto apposto?»

«Sì e voi a cena?»

«Bene, stasera invece ceniamo tutti insieme.»

«Sarò in ritardo di qualche minuto, ho delle commissioni, Bradley sta ancora giocando alla PlayStation?»

«Che commissioni? Sì, è venuto a prendere le patatine.»

«Esco con Lucia!»

Mi sento una figlia terribile per aver mentito a mio padre. È la prima volta che dico una bugia. 

Sospesa nel tempo la collana dei ricordi perdutiWo Geschichten leben. Entdecke jetzt